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Articolo di Data Journalism

LA CATTEDRALE DI SAN MICHELE ARCANGELO TRA MEMORIA STORICA E FUTURO

La Cattedrale di Cariati, dedicata a San Michele Arcangelo, originariamente intitolata a San Pietro, fu costruita nel V secolo d.C., e nel corso del XVIII secolo subì significativi lavori di ampliamento e di ristrutturazione. Fu il vescovo di Cariati, Nicola Golia (1839-1873) a volerne la trasformazione in stile Neoclassico, confermando la devozione all’Arcangelo Michele sancita nel 1741 dal vescovo Carlo Ronchi. Monsignor Golia inaugurò nel 1857 l’edificio, realizzato dal maestro Carmine Ruggero, su disegno dell’architetto napoletano Orazio Dentice. La facciata è preceduta da un porticato, dal quale si erge il campanile, costruito nel 1649. La cupola, rivestita con mattonelle di maiolica policrome, è stata restaurata nel 2012. L’interno si sviluppa su tre navate separate da colonne binate decorate da capitelli jonici. In ciascuna navata laterale si trovano tre altari. Di particolare interesse sono le cappelle dedicate a san Cataldo (Patrono della città) e al Santissimo Sacramento, quest’ultima caratterizzata da un altare marmoreo barocco, opera di scuola napoletana del ‘700. Sull’altare maggiore è posta una tela raffigurante l’Assunzione di Maria Vergine, opera del pittore calabrese Raffaele Aloisio. Il presbiterio è arricchito da un pregevole coro ligneo in stile Barocco, intagliato e decorato da Gerolamo Franceschini di Serra San Bruno, realizzato tra il 1755 ed il 1759. Sulla volta della navata centrale è raffigurato San Michele Arcangelo che scaccia Lucifero e gli angeli ribelli dal Paradiso, opera eseguita nel 1912 dal pittore napoletano Luigi Taglialatela. La Cattedrale è stata oggetto di restauro negli anni ‘90 e, dopo un decennio di lavori, il 25 dicembre 2000 è stata solennemente riaperta in occasione del Grande Giubileo.

All’origine della scelta di monitorare le risorse pubbliche impiegate nella nostra cittadina, ci siamo chiesti se un bene culturale come la Cattedrale è ancora quel simbolo forte di memoria storica, orgoglio e appartenenza di un popolo. Sulla scorta delle notizie storiche raccolte, l’analisi dei dati ha privilegiato l’intervento di riqualificazione e di manutenzione che avrebbe dovuto interessare l’edificio sacro. Nell’analizzare i dati ci siamo resi conto che nel corso dei secoli dalla sua edificazione l’edificio ha assunto sempre più la connotazione non solo di un luogo di culto, ma anche esempio di aggregazione sociale. Con nostra sorpresa, ponendo domande ad esponenti istituzionali ma anche a singoli cittadini, è emersa la stessa connotazione sociale e la forte volontà di tutelare e valorizzare la memoria storica che rappresenta la Cattedrale, così come altri beni culturali quali, ad esempio, l’antico campanile seicentesco, il coro ligneo settecentesco e il Palazzo vescovile con la sua biblioteca che rischia di andare perduta irrimediabilmente.

I lavori di recupero e valorizzazione della Cattedrale di San Michele Arcangelo, avrebbero dovuto interessare la riqualificazione della facciata, nonché alcuni interventi di manutenzione del Palazzo vescovile. Le risorse, stanziate al 100% con fondi speciali provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione relativo alla programmazione 2014-2020, ammontavano a € 500.000,00; i lavori, con inizio previsto il 31 ottobre 2022 e fine prevista per il 30 settembre 2023, non sono mai stati avviati a causa di una mancata partecipazione al bando - secondo quanto appreso da fonti istituzionali a causa di una tempistica troppo dilatata - che nel frattempo è scaduto, facendo perdere l’opportunità di un intervento di manutenzione straordinaria. Il soggetto attuatore e beneficiario è la Direzione Regionale per i BBCC Paesaggistici della Calabria dai cui dati pubblicati, aggiornati al 31 dicembre 2023, si apprende che il ciclo di programmazione 2014-2020 ha previsto, nel settore Cultura e Turismo, un costo pubblico totale monitorato pari a €16,4 milioni, dei quali €568,278 pagamenti monitorati di cui €340,958 pagamenti risorse coesione. I progetti monitorati sono stati 21, dei quali 0% conclusi, 0% liquidati, 95% progetti in corso, 5% progetti non avviati e 0% non determinabile. Alla luce di questa esperienza se ne trae una conclusione positiva dal punto di vista dell’attenzione e della sensibilità da parte dei cittadini, tra i quali molti giovani, che attendono con fiducia, nonostante l’evidente delusione, ulteriori opportunità di sviluppo del progetto stante anche l’impegno del sindaco e del parroco di fare fronte comune nel sollecitare una maggiore attenzione in futuro alla programmazione e gestione delle risorse pubbliche.

Erta sopra e’ cieli, ampla da coprire chon sua ombra tutti e popoli toscani”, così l’architetto Leon Battista Alberti definiva la Cupola di Santa Maria del Fiore, la più grande impresa architettonica di Filippo Brunelleschi, che divenne nei secoli il simbolo di Firenze e di tutto il popolo toscano. Facendo naturalmente le opportune differenze rispetto alla grandiosa opera fiorentina, in tutta Italia, in ogni città, paese o borgo, ogni abitante può fregiarsi, allo stesso modo, di un simbolo di appartenenza culturale legato all’edificazione di una chiesa, monastero o palazzo nobiliare. Nella cittadina di Cariati, popolata da 7423 abitanti e, come molti paesi del Sud, purtroppo, colpita nel corso degli anni dall’emigrazione e dallo spopolamento, spicca tra il cielo e il mar Jonio la cupola della Cattedrale di San Michele Arcangelo che rappresenta ancora oggi il simbolo e l’orgoglio di una popolazione che ha subito, nei suoi corsi e ricorsi storici, dominazioni e conquiste, ma che con le sue otto torri che la circondano rimane scrigno naturale e custode di bellezze.