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Cohesion Policy for the high-school students

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A Trapani se vuoi un alloggio… non sempre trovi appoggio!

“Casa dolce casa”! Quanto è bello dopo una giornata stancante tornare a casa e riposarsi al caldo? E quanto è bello d’inverno, quando fuori fa freddo, stare con i propri familiari sotto un tetto sicuro e riscaldarsi davanti ad un camino? Beh, non tutti hanno questa fortuna: chi infatti per motivi economici non può godere di questo beneficio si trova in una condizione poco piacevole, per cui è ragionevole pensare che queste persone abbiano bisogno di un sussidio economico, e chi può aiutarli se non lo Stato? Tuttavia, nonostante i vari finanziamenti di quest’ultimo e dell’Unione Europea, non sempre nella nostra splendida città di Trapani questi finanziamenti si traducono in azioni concrete per i bisognosi, quali quelle relative alle abitazioni che tutti conosciamo con il nome di “case popolari”. Sì, sono presenti anche nella nostra città alcune “case popolari”, ma non bastano! E di questo fatto se ne sono accorti tutti, perciò è stato avviato un progetto con i finanziamenti dell’UE e di altre fonti pubbliche. Queste case sono quindi pronte per chi ne ha bisogno? ‘MA QUANNU MAE’ (“ma quando mai”)! Così risponderebbe qualsiasi trapanese a questa domanda. In via Pantelleria, infatti, si aspetta ancora la riqualificazione di ben ventidue alloggi e dello stesso quartiere. Fortunatamente ad occuparsene oggi ci sono ventitré “picciotti” trapanesi della classe 3F dell’Istituto d’istruzione superiore “V. Fardella-L. Ximenes”. Ebbene, il nostro obiettivo è proprio scoprire perché questi alloggi non sono ancora stati ristrutturati e soprattutto cercare di risolvere il problema. 

Ma perché noi della 3F vogliamo occuparcene?

Dopo un’attenta e meticolosa spiegazione da parte dei nostri docenti in merito al funzionamento delle politiche di coesione, ci siamo messi alla ricerca di progetti da esaminare; all’inizio eravamo abbastanza indecisi, poi, navigando su www.opencoesione.gov.it... ‘BOTTA RI SALE’ (termine siciliano che indica un evento immediato e sconcertante)! Ci siamo imbattuti in questo progetto così importante dal punto di vista sociale e che tuttavia è poco discusso. Resi perplessi dalla situazione ma volenterosi di rimediare e consapevoli di come sia tutt’altro che un caso isolato, abbiamo preso subito la palla al balzo! 

Tempestivamente abbiamo formato un team e abbiamo suddiviso così i ruoli:

•          Project manager/Head of research: Erika Colletta e Valeria Cassisa.

•          Social media manager: Giuseppe Di Maria, Francesco Adragna, Carlo Genova e Gioacchino Coppola.

•          Designer: Aurora Barraco, Vanessa Gianno, Laura Fontana, Giuseppe Coppola, Giuseppe Campo e Sofia Vultaggio. 

•          Storyteller: Saverio Giovanni Livolsi, Matteo Vultaggio, Maria Maltese e Giuseppe Fausto Nastasi.

•          Analisti e Coder: Sofia Cicala, Sofia Castiglione, Valentina Maggio, Miriam Francesca Aloui e Alessandra Adragna.

•          Blogger: Valerio La Tona e Alessandra Cusenza.

 

Dopo esserci dedicati alla suddivisione dei ruoli, dovevamo scegliere il nome del nostro team. Dopo ore e ore di incessanti proposte più o meno pertinenti, abbiamo selezionato il nome “Mamma ho perso l’alloggio”. Risulta evidente il riferimento al film “Mamma ho perso l’aereo”, che tutti abbiamo visto almeno una volta nel periodo di Natale nelle nostre… case. Alla luce di questa riflessione, il nome era stato deciso e tutti eravamo pronti ad iniziare questa avventura. Bando alle ciance e “ciancio alle bande”, ora tocca rimboccarsi le maniche e portare a termine il nostro progetto. ‘AMUNì PICCIOTTI’!