Contatti

Open Data, Civic Monitoring,

Cohesion Policy for the high-school students

Articolo di Data Journalism

Una Sardegna innovativa

 

Una Sardegna innovativa

Il Sardinia Radio Telescope (SRT) è un radiotelescopio monodisco di 64 metri di diametro utilizzato per la radioastronomia, gli studi geodinamici e le scienze spaziali. Può essere utilizzato in due modalità: Single Dish o Very Long Baseline Interferometry. L’idea nasce intorno agli anni 90, ma la sua effettiva realizzazione parte solo nel 2003 grazie all'azienda tedesca MTM incaricata della produzione delle parti meccaniche e del loro assemblaggio. La costruzione termina  nel 2010 e l’8 agosto del 2012 si rileva  il primo segnale radio, nonostante ciò il telescopio viene  inaugurato solo a maggio del 2013 al termine della fase di commissioning tecnico, gestita dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Solo nel 2016 è stato possibile  effettuare le prime osservazioni che hanno dato risultati eccezionali.
La scelta della località è stata influenzata da numerosi fattori, come ad esempio la densità abitativa, fondamentale per l’identificazione dell'ubicazione ideale per il Sardinia Radio Telescope. Una zona densamente abitata implica, infatti, inquinamento acustico e interferenze da parte di altre sorgenti radio, che vanificherebbero l’operato. 
Un altro fattore determinante è la sismicità, che gioca un ruolo importantissimo nella scelta del luogo nel quale costruire il radiotelescopio. Anche solo lievi scosse sismiche possono causare seri problemi all'operatività del SRT, questo perché il nostro “ascoltatore dello spazio” capiterebbe le onde emesse dal terreno stesso.
Se si ascolta lo spazio bisogna stare attenti alla meteorologia, che svolge un ruolo importante nell’analisi dei dati raccolti dal telescopio. Condizioni climatiche avverse non faciliterebbero, infatti, il suo lavoro: alcune particolari frequenze, analizzate dal SRT, possono essere influenzate ad esempio dalla pioggia.
Nell'ambito di una corretta valutazione del progetto non può essere tralasciata l'analisi dei pagamenti. Quest'ultimo è un fattore importante, poiché veicola la visione dei futuri sviluppi e chiarisce se questi fondi siano in linea con quelli europei.
Importantissime sono le implicazioni a livello europeo del telescopio. È interessante, innanzitutto, analizzare l'afflusso di stranieri in quella zona e inoltre avere un quadro prospettico europeo della ramificazione dei telescopi.
Analizzando i 5 punti visti poc'anzi per scegliere il luogo del radiotelescopio, traspare come SRT sia nella posizione perfetta e di conseguenza il suo potenziamento possa essere un investimento ottimo e affidabile. 
Dalla ricerca è emerso che la densità abitativa di San Basilio, in relazione al resto dell’Italia, è bassissima (13% della media italiana: 25 ab/km²) e questo rende ottimale la realizzazione di un “Ascoltatore del cielo”, il quale, non risentirebbe quasi affatto dell’inquinamento acustico, anche rispetto ad altri luoghi in cui si è deciso di costruire altri telescopi come ad esempio a Medicina, in provincia di Bologna, che ha una densità abitativa pari a 105 ab/km². 
Dai dati raccolti si evince che la Sardegna è la regione con il minor rischio sismico in Italia, confermandosi così come luogo ideale per la costruzione del telescopio. 
Il clima mite della regione favorisce senza ombra di dubbio l’ascolto dell’universo, in quanto i mm di acqua piovuti mensilmente in media sono inferiori rispetto al resto d’Italia: l’isola conta, infatti,  nella maggior parte delle località precipitazioni tra i 700 e gli 800 mm l’anno, contro la media annua italiana che si attesta attorno ai 1020 mm.
L’analisi dei finanziamenti messi in campo sottolinea come tali cifre siano in linea  con gli standard europei per l’ innovazione, come ad esempio nello Space Propulsion Test Facility(SPTF), un progetto nel quale il 46% dei finanziamenti proviene da un fondo europeo; infatti: nel 2020 sono stati stanziati quasi 4,7 milioni di euro, nel 2021 ne sono stanziati all'incirca 1.4. Cifre, queste ultime, alle quali si aggiungeranno altri 12,5 milioni di euro, forniti dall’UE (43%), dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (29%) e dal  Fondo di Rotazione (28%). 
Chiude la valutazione quanto questo progetto possa impattare sulla Sardegna e sull’Europa in generale. Sull’impatto immediato in ambito locale sembrano ancora poco rilevanti le cifre in merito all'incremento di popolazione, mentre i risultati ottenuti sono ottimi, infatti nel 2015 è stato utile per analizzare una massa di gas e nel 2016 addirittura un buco nero supermassicio e degli amassi di galassie.  Bisogna anche notare come il  telescopio sia il più grande d'Italia (64 m di diametro) rispetto ai soli 32 m dei telescopi di Medicina e Noto; rendendo così “SRT” tra i più influenti  ascoltatori dello spazio in tutto il panorama europeo e mondiale.
In conclusione si può dedurre che la Sardegna sia il luogo ideale per la costruzione di un radiotelescopio e che, quindi, i finanziamenti messi in gioco vadano in un progetto dalle rosee aspettative future.