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Articolo di Data Journalism

Progetto: WINe

Il progetto di finanziamento è stato destinato alla ricerca e sviluppo grazie alla regione Veneto
nell’ambito operativo regionale (POR) finanziato con il fondo europeo di sviluppo regionale
(FESR). Il progetto è denominato “INNOVATIVI MODELLI DI SVILUPPO, SPERIMENTAZIONE
ED APPLICAZIONE DI PROTOCOLLI DI SOSTENIBILITÀ DELLA VITICOLTURA VENETA (VIT-
VIVE)” e si è concluso nel mese di aprile 2021.
La rielaborazione e ricerca dei dati è stata eseguita analizzando il documento dell’ISTAT
riguardante la produzione del vino in Italia. Le informazioni rilevate fanno riferimento al censimento
dell’agricoltura e alle analisi effettuate dall'ISTAT integrate dai dati SINAB.
Nel documento sopra citato possiamo desumere che la superficie destinata alla coltivazione di
viti per territorio in Italia  ha subito un cambiamento  dal 2010 al 2018. Le differenze che abbiamo
rilevato delle viti destinate alla produzione del vino sono: nel nord-est 158.209 contro le 175.443
del 2018 dove troviamo un aumento del 10,9 % , mentre nel resto dell’Italia c’è stata una
diminuzione infatti nel nord-ovest si è passati da 72.703 a 64.991 che equivale al -10,6%, nel
centro da 120.280 a 101.034 che equivale a  -16%, al sud da  183.534 a 154.959 che equivale  -
15,6% e infine nelle isole da 135.381 a 132.778 che equivale a -1,9%. 
In Italia il vino disponibile è destinato per il 45% al consumo, 45% all'esportazione e il restante
10% alla distillazione.  
L’Italia si colloca al secondo posto fra gli esportatori di vino a livello mondiale sia in valore sia in
volume: fatturato Italia 6.000.000.000 e esportazione vino 21.000.000 ettolitri 
Difatti esaminando il consumo italiano possiamo trarre che  il 45% del vino indirizzato al consumo
individuiamo due tipologie: quello sfuso che consiste nel 25% e quello confezionato che
corrisponde al 75%. 
Nell’ambito del progetto Wine ci focalizziamo sulla viticoltura delle imprese venete sulla produzione
del prosecco: Treviso 17%, Belluno 3%, Padova 19%, Venezia 17%, Verona 18%, Vicenza 18% e
infine  Rovigo 4% .
Nel grafico viene evidenziato l'aumento della produzione in bottiglia  dall’anno 2010 all’anno 2019. 
Per quanto riguarda la resa per ettaro della Regione Veneto si è messo a confronto l’anno 2018 e
il 2019 dove si è potuto individuare un netto calo in tutte le province. Infatti a Treviso, nel 2018, si è
passati da 190 a 141 nel 2019, a Venezia da 121 da 115, a Padova da 171 a 126, a Vicenza da
195 a 129, a Rovigo da 125 a 72, a Verona da 194 a 154, e infine a Belluno da 179 a 125.
Il legame tra produzione vinicola biologica e produzione vinicola complessiva mostra una dinamica
regionale piuttosto eterogenea. I dati del 2018 mostrano livelli superiori al 50% in Basilicata e
Calabria, seguite da Marche (43,1%) e Sicilia (35,7%). In media, la prevalenza relativa del vino
biologico è molto più alta nella regione centro-meridionale rispetto al nord, con la quota più bassa
nella regione nord-orientale (6,5%). La regione con l'incidenza più bassa è la Sardegna (2,2%).
Il lavoro, dedicato al comparto delle uve e dei vini, ha avuto lo scopo di analizzare quali fonti siano
in grado di produrre i principali indicatori statistici di settore, evidenziandone le principali
caratteristiche metodologiche in ottica comparativa. In tale contesto, la cui complessità riflette
quella ancora più evidente dell'intera agricoltura italiana, coesistono molteplici fonti in grado di
misurare lo stesso fenomeno e lacune informative che implicano che per alcuni indicatori non ci
siano misurazioni ufficiali.
La sintesi comparativa è stata dettagliata a seconda che si tratti di vino nel complesso, vino
certificato o vino biologico, ricordando che nell'accezione generica di "Vino" è ricompreso sia il vino
certificato sia quello biologico. Non ci sono fonti che possano fornire stime riguardanti la

produzione di uva per la realizzazione di vino certificato o di vino biologico o sulla produzione di
vino bio.
La Giunta Regionale con DGR n. 1820/2018, allegato A, ha approvato  la “proposta di programma
regionale per un settore vitivinicolo sostenibile”. 
I confronti tecnici con gli operatori del settore, con il mondo della ricerca e del partenariato
regionale,  mettono in luce i punti di forza, le opportunità e le azioni di studio, consulenza, ricerca
che è possibile avviare per attivare un percorso di produzione vitivinicola attento, calibrato e
rispondente alla necessaria valutazione che l’ambiente veneto richiede, anche ai fini della tutela
delle nostre risorse naturali non rinnovabili (acqua, terra, aria, flora e fauna), in attenta sinergia con
l’elevato livello qualitativo che il settore già è in grado di esprimere.
Si tratta di un primo passo di conoscenza delle sinergie territoriali tra ambiente e sistema
produttivo vitivinicolo veneto, dal quale poter dare avvio ad azioni specifiche di consulenza,
formazione, informazione e di gestione agronomica che, coordinate dai passi contestualmente
compiuti dalla ricerca, permetteranno di mettere a sistema gli attori coinvolti in questo processo di
Governance del settore vitivinicolo veneto e di monitorare i progressi nel miglioramento dello stato
ambientale che le azioni promosse dal Programma vitivinicolo sostenibile potranno nel tempo
determinare.