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Articolo di Data Journalism

Il nostro lavoro nella ricerca dei dati

Completare questa parte del progetto non è stato facile, in quanto i dati forniti non erano facilmente reperibili. Abbiamo dovuto, pertanto, analizzare varie fonti al fine di trovare le informazioni più pertinenti alla nostra attività. 
Per la redazione del nostro articolo, relativo all’inclusione sociale sul territorio, abbiamo utilizzato  i dati prodotti dal Comitato di sorveglianza del PO FSE Sicilia 2014-2020 e le informazioni provenienti dall'ISTAT.
I risultati delle nostre ricerche si sono rivelati molto interessanti.
Nell'ambito della programmazione 2014-2020 del PO FSE Sicilia, sono stati impegnati 874 milioni di euro per la lotta alla povertà, la formazione e l'inclusione sociale.
Tra le persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, il 23,4% riferisce di avere limitazioni gravi, cioè il massimo grado di difficoltà in almeno una tra le funzioni motorie, sensoriali o nelle attività essenziali della vita quotidiana. Il numero di tali persone, nella popolazione residente in Italia, è stimato in circa 3 milioni. Nella popolazione con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi prevalgono le donne (54,7%) e le persone anziane (61,1%). Circa 5 milioni di persone tra 15 e 64 anni con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi non sono iscritte a corsi di alcun tipo. Tra questi individui, l'8,4% ha restrizioni nella possibilità di studiare a causa di problemi di salute, che condizionano pesantemente la partecipazione al mondo del lavoro. Tra le persone con limitazioni funzionali gravi risulta occupato solamente il 19,7%. Il13,0% delle persone con limitazioni, invalidità o cronicità gravi ha difficoltà a usare i mezzi pubblici a causa di barriere ambientali. Il 17,0% di queste persone dichiara di avere difficoltà a incontrare amici o parenti, mentre il 22,1% a svolgere attività nel tempo libero.
Nel nostro Paese le persone che, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali sono circa 3 milioni e 100 mila (il 5,2% della popolazione). Gli anziani sono i più colpiti: quasi 1 milione e mezzo di ultra settantacinquenni (cioè più del 20% della popolazione in quella fascia di età) si trova in condizione di disabilità e 990.000 di essi sono donne. Ne segue che le persone con limitazioni gravi hanno un'età media molto più elevata di quella del resto della popolazione: 67,5 contro 39,3 anni. 
Le limitazioni che determinano disabilità sono di varia natura e gravità, ricadono in vari ambiti e possono essere tra loro legate da rapporti di negativa interazione. Importanti ambiti nei quali esse si manifestano e, eventualmente, si generano sono: la salute e l'istruzione.  L'articolo 24 della Costituzione riconosce il diritto all'istruzione delle persone con disabilità come strumento per lo sviluppo delle loro potenzialità, come garanzia della loro dignità umana, nonché come mezzo indispensabile per la loro autonomia individuale e la capacità di compiere scelte in condizioni di libertà e di pari opportunità. Da ciò dipende la loro futura socializzazione e inclusione sociale. Ne segue la raccomandazione di realizzare interventi che accrescano l'efficacia della formazione scolastica dei disabili e che assicurino l'accessibilità alle strutture scolastiche. La disoccupazione comporta una significativa perdita di libertà ed è una delle cause principali di esclusione sociale. Questo avviene non soltanto perché dal reddito dipende la possibilità di condurre una vita indipendente e dignitosa, realizzando le proprie aspirazioni, ma anche perché l'assenza di lavoro può impoverire le relazioni umane e compromettere lo sviluppo e il mantenimento di quelle sociali.
Nel nostro Paese, norme dirette a favorire l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità esistono da tempo. La legge n. 68 del 1999 concepisce l'inserimento lavorativo come una opportunità di autorealizzazione e uno strumento di inclusione sociale; la legge n. 381 del 1991 ha assegnato alle cooperative sociali un ruolo importante per l'inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità, anche attraverso azioni dirette a colmare il loro svantaggio in termini di abilità e di capitale umano. Con queste finalità sono nate le "Cooperative di tipo B" che hanno, appunto, la funzione di formare e inserire (o reinserire) nel mondo del lavoro persone con disabilità fisica, psichica o sensoriale. Nonostante queste normative, resta rilevante lo svantaggio nel mercato del lavoro delle persone con disabilità. Risulta, infatti, occupato solo il 31,3% di coloro che soffrono di gravi limitazioni(26,7% tra le donne, 36,3% tra gli uomini) contro il 57,8% delle persone senza limitazioni.
Il percorso tramite il quale coloro che sono affetti da disabilità potranno ottenere una totale autonomia è ancora lungo, tuttavia, grazie a svariate iniziative, il nostro Paese sta facendo continui progressi. La parola d'ordine è: sensibilizzare la popolazione riguardo alle difficoltà di questi soggetti e mettere in luce gli aspetti da migliorare.