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Il porto di Cetraro: una lunga storia d'a...mare

Intitolato a San Benedetto, Patrono del luogo, il porto è situato a nord del litorale comunale, al confine con la spiaggia di Lampetia e al di sotto della cosiddetta “Punta La Testa”, da cui ha avuto origine la sua costruzione. Il Comune di Cetraro nel 1950 fece redigere un progetto esecutivo del porto peschereccio che consisteva essenzialmente nella costruzione di un molo di sopraflutto e di un breve tratto di banchina nell’area ridossata. I lavori iniziarono nel 1952 con un prolungamento del braccio naturale e terminarono nel 1955.

Nel 1959 iniziarono i lavori di completamento consistenti in un prolungamento di 2 m. del 2o braccio e la costruzione del 3o braccio lungo 158 m. Nel 1961 fu ampliata la sezione trasversale del molo foraneo e accorciata la lunghezza per poter rientrare nella spesa prevista. Al termine di questi lavori, risultarono realizzati i 3 bracci ed il banchinamento interno al primo braccio.

Nel 1965 il Comune di Cetraro fece predisporre un progetto per il completamento del porto che  prevedeva un irrobustimento delle scogliere di protezione del secondo braccio con massi parallelepipedi, un rialzo del muro paraonde del primo braccio e un molo sottoflutto per l’ormeggio di piccoli natanti. Nel 1986  l’incarico di progettazione del completamento del porto fu affidato allo studio Architettura S.r.l. di Milano. Il progetto venne trasmesso alla Regione Calabria e fu finanziato per un importo di 25 miliardi e 580 milioni di lire. 

Nel giugno 1989 l’Assessore regionale ai LL. PP. approvò il progetto e i lavori furono appaltati e aggiudicati alla Ditta Impresit S.p.A.

Tra il 1989 e il 1990 la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia consegnò gratuitamente le aree demaniali, occupate dalle strutture portuali, alla Regione Calabria. I lavori terminarono il 6 settembre 1996. Successivamente, grazie ad  ulteriori finanziamenti pubblici, sono stati effettuati i seguenti lavori di ammodernamento e di ristrutturazione: darsena per il diporto, impianto carburanti e isola ecologica per la raccolta oli usati e acque di sentina. Il porto assunse l’aspetto definitivo con i lavori eseguiti a partire dal 2006 che lo completarono anche negli arredi e nelle finiture e portarono, nel 2009, all’apertura della darsena turistica. Successivamente, tra il 2014 e il 2020, attraverso l’impiego di fondi europei, vennero realizzate le seguenti strutture: mercato ittico, travel lift (un sollevatore per l’alaggio e il varo di grandi barche), draga, strutture in legno complete di servizi igienico-sanitari per la piccola pesca e catenarie per ormeggio pescherecci.

Originariamente, il porto era utilizzato come attracco per la locale marineria di pescatori. La pesca ha da sempre rappresentato una delle basi principali dell’economia tradizionale cetrarese. In seguito, con l’ampliamento dello specchio acqueo del bacino portuale, si sviluppò anche l’utilizzo turistico e ricreativo, il cosiddetto diporto nautico.

Oggi il porto di Cetraro, maggiore approdo del Tirreno cosentino e tappa strategica verso il sud del Mediterraneo, ha uno sviluppo lineare delle banchine di complessivi 1780 m. suddivisi in: darsena per il diporto e aree operative dedicate al ceto peschereccio ed agli ormeggi delle unità della Guardia Costiera. La darsena turistica offre circa 400 posti barca (Fig.1) dislocati su pontili galleggianti dotati di acqua ed energia elettrica. I posti riservati alle unità da pesca sono circa 60 e altri 10 sono disponibili per vari ormeggi. Nei pressi dell’imboccatura, ampia 48 m. e interessata da un fenomeno ciclico di insabbiamento, è presente una stazione di rifornimento di carburante.

Al centro della zona portuale si trova l’edificio che ospita gli uffici della Capitaneria di Porto, che sorveglia il porto stesso e tutto il litorale costiero. Il porto è inoltre contornato da ampi spazi di verde, curati e arredati, che offrono a cittadini, turisti e diportisti (Fig.3) la possibilità di fare piacevoli passeggiate sulle banchine. Il maggior numero di arrivi si è registrato nel 2017 con 6037 presenze nelle strutture ricettive presenti nel territorio comunale. L’ultimo dato disponibile mostra un calo di presenze (2152) dovuto all’emergenza pandemica mondiale. Tale valore riflette anche la situazione relativa alla media delle giornate di presenza nelle strutture ricettive della provincia di Cosenza (Fig.2 anno 2020).

Tutti i dati sono il risultato di una ricerca molto accattivante che ha stimolato la nostra curiosità. Essa è frutto sia dell’incontro con l’esperta ISTAT, che ci ha fornito indicazioni utili a reperire dati e informazioni sulle variabili scelte, sia degli elementi forniti dalla Capitaneria e dall’Ente Comunale locale. Con la loro “bussola” la nostra ricerca, da subito, ha preso la giusta direzione per trovare le risposte alle nostre domande e le spiegazioni alle ipotesi di partenza. Attendiamo la prossima lezione per monitorare “lo stato dell’arte” anche attraverso interviste agli attori protagonisti della nostra ricerca.