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Open Data, Monitoraggio Civico,

Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Raccontare la ricerca di dati e informazioni

Cumesia

Noi studenti della 3C2 dell'indirizzo Classico quinquennale dell'istituto d'istruzione superiore Telesi@ di Telese Terme(BN), nel corso delle ultime lezioni, assistiti dal nostro docente di lingua greca e latina, abbiamo scelto tra i tanti progetti di seguire quello dedicato al restauro del Parco Archeologico di Cuma(NA). Abbiamo diviso i ruoli condividendoli tra più persone intraprendendo lo studio dei contenuti della prima lezione relativa al progetto A.S.O.C., alle politiche di monitoraggio civico consultando il sito di Open Coesione e imparando a leggere i dati relativi al singolo progetto. Inoltre abbiamo visualizzato i video che parlano di A.S.O.C. e dei precedenti lavori di monitoraggio. In aggiunta abbiamo creato un account Instagram (@Cumesia28_) in modo tale da informare il maggior numero possibile di utenti sui nostri scopi; successivamente è stato realizzato un logo che ci rappresentasse al meglio. Abbiamo infine fissato i seguenti punti da seguire per la concretizzazione del progetto:

  • Storia del Parco Archeologico con le problematiche ad esso relative;
  • Iniziative per migliorarne la conservazione la fruizione;
  • Condurre dei sopralluoghi;
  • Organizzare interviste al direttore, ai restauratori, ingegneri...;
  • Progettazione di interviste e riprese.

Il 29 ottobre 2019 abbiamo visitato il sito archeologico di Cuma in quanto studenti del liceo classico, sito molto importante in quanto Cuma è stata la prima colonia greca ad essere fondata in Italia, e proprio per questa sua importanza il parco archeologico in questione deve essere salvaguardato. Nella nostra visita abbiamo potuto osservare solo una parte dell'intero parco, ovvero il tempio di Apollo e l'antro della Sibilla, entrambi situati nella parte alta. Il tempio venne riportato alla luce nel 1912 ed è datato al VI a.C., ma la consacrazione ad Apollo si pensa essere romana, mentre in epoca greca doveva essere dedicato ad Era. Della fase più antica (greca e sannitica) è rimasto poco, anche perchè alcune parti del tempio sono ancora interrate o nascoste dalla vegetazione: questo puù essere un primo punto su cui lavorare per riportare alla luce ciò che ad ora non è visibile. Il sito sicuramente più celebre di Cuma è l'antro della Sibilla, che abbiamo avuto la fortuna di visitare. A differenza del tempio, ci è sembrato meglio conservato e più curato; l'antro ci è parso, però,  un luogo di scavo ancora incompleto per quanto molto suggestivo e affascinante: infatti erano presenti impalcature, travi di sostegno e altre infrastrutture da completare. Nonostante ciò, all'entrata abbiamo gradito la presenza di un pannello con la storia del luogo e la sua casuale scoperta, ma secondo noi andrebbe controllato meglio l'interno della grotta: erano infatti presenti animali di varia specie, dai piccioni fino a cani e gatti, che indubbiamente vanno a minare la conservazione della grotta, che ancora regala forti emozioni quando la si attraversa, appare ancora "viva"; non possiamo permettere che ciò venga a mancare, dunque aspettiamo nuovi risvolti. Molto interessante è anche la salita all'acropoli vera e propria, che ha ancora le pietre calpestate da Virgilio, con altri pannelli altrettanto interessanti spesso collegati allo stesso Virgilio. Non ci è stato però possibile visitare la parte bassa dell'antica città, anche a causa degli orari ristretti che ci sono stati concessi; infatti siamo stati costretti ad andare un po' di fretta nell'ultimo tratto della visita (tratto riguardante proprio l'antro della Sibilla). A nostro avviso questo è un altro punto da migliorare e forse anche il più banale: avremmo sicuramente preferito qualche minuto in più per conoscere tutto ciò che è possibile riguardo questa (o queste) misteriosa Sibilla cumana o cimmerica.

Prodotto finale: video, convegno e canzone.

IL PARCO ARCHEOLOGICO NEL TEMPO

Alla fine degli anni '80 a si è tenuto a Napoli un convegno internazionale dal titolo “Civiltà dei Campi Flegrei”, un'iniziativa promossa dal comitato virgiliano della regione Campania in collaborazione con il consorzio per la valorizzazione e lo sviluppo integrato dei Campi Flegrei. Il convegno oltre a toccare tematiche di interesse letterario, artistico e archeologico, nella sua ultima parte si è proposto di offrire una disamina delle problematiche paesistiche, ambientali e culturali relative non solo all'intera area flegrea ma in particolare allo stato di conservazione di alcuni siti come quello di Cuma.

L'area dei Campi Flegrei è stata interessata da un allarmante processo di degrado prima urbanistico, poi ambientale a partire già dal secondo dopoguerra quando nella zona tra la collina di Posillipo e l'isola di Nisida fu impiantato lo stabilimento dell'Ilva poi Italsider cosa che non solo ha dato luogo ad una lunga ed intensa fase di inquinamento, ma ha anche ispirato il processo di trasformazione di un territorio dalle antichissime memorie storiche in una periferia priva di ogni senso estetico. Il processo di aggressione del territorio flegreo è proseguito colpendo altre zone rappresentative dell'area flegrea: i tre laghi Lucrino, Averno e Fusaro sono diventati luoghi di sversamento illegale di sistemi fognari abusivi e improvvisati. Inoltre a partire dagli anni '70 la zona dei laghi è stata coinvolta in un processo di creazione di luoghi adibiti alla ristorazione e all'intrattenimento (discoteche) che hanno non solo deturpato con le loro strutture le sponde dei laghi ma hanno contribuito ancora di più all'inquinamento delle acque lacustri. Basti pensare che gli esami condotti dalla ASL durante quel periodo hanno rilevato una presenza ben oltre sei volte maggiore al limite omissibile di batteri coliformi all'interno della zona del Fusaro. Non è meglio capitato alle zone collinari celebri nel passato per la presenza del Pulvis Puteolanus ossia per la pozzolana che alimentava un'intensa e rigogliosa vegetazione boschiva che è stata occupata o da discoteche o da improvvisati siti che raccolgono carcasse di automobili. A partire dagli anni '80 soprattutto dopo il terremoto la zona orientale dei Campi Flegrei è stata occupata dalla maggior parte delle famiglie sfollate dal centro di Napoli e concentrate in quello che è diventato il centro urbano di Monteruscello, in pratica alle spalle della zona di Cuma. Tutti questi interventi hanno contribuito in modo terribile alla minaccia della sopravvivenza non solo di un ambiente ma anche di un paesaggio che custodisce la memoria, le suggestioni, le leggende relative al mondo greco-romano e che sono state immortalate da opere come l'Eneide, l'Odissea, gli scritti degli storici e geografi antichi che contengono inestimabili resti archeologici. Il convegno si concludeva con delle proposte che furono presentate all'attenzione dall'allora presidente Cossiga e che contemplavano i seguenti punti:
1) creare una politica ambientale definita nell'atto unico Europeo con interventi comunitari più energici rispetto a quelli statali

2) adottare la nozione di ambiente come suscettibile della tutela comunitaria con orientamenti dotati di interesse paesaggistico e storico e l'aumento di diversi strumenti preventivi diretti ed indiretti utilizzabili per prevenire e reprimere l'inosservanza delle prescrizioni comunitarie in materia ambientale.