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I MISTERI DELLA CASA DEL PELLEGRINO

Il progetto della Casa del Pellegrino è da anni avviato ma mai portato a termine, a causa di interdittive antimafia, corruzione interna, furti di materiali e altre problematiche. 

In principio nel 1991, l'edificio era un centro polifunzionale per il quale erano stati messi a disposizione €750.000. La struttura doveva essere costituita da: due edifici comunicanti con all'interno 30 alloggi composti da due stanze e un bagno ciascuno. Nonostante ciò la struttura in pochi anni non entrò mai in funzione, a causa di saccheggi e manovre non legalmente riconosciute. 

Nel 2011 il progetto mutò nella Casa del Pellegrino i cui fondi provenivano dall'UE (fondi PISL-POR Calabria FESR 2007/2013) di circa € 2.000.000. Nel 2013 è stata determinata l'approvazione del progetto di appalto da parte del sindaco Bruno Rossi. Sempre nel 2013 si è dato avvio alla gara d'appalto da parte dell'Amministrazione provinciale per l'aggiudicazione del progetto di ristrutturazione e adeguamento di un complesso edilizio da destinare a centro di accoglienza pellegrini. Sono stati messi a disposizione per il progetto 1.504.327,09 €, utilizzati in vari ambiti. 

A questo progetto hanno preso parte sei imprese e attraverso una gara d'appalto quale è stata vinta dall'ERAGON Consorzio stabile in quanto avevano accumulato maggiori punti rispetto alle altre (offerta qualitativa punti max 65, offerta quantitativa punti max 35).La progettazione è stata svolta dall'RTI composto da: Leonardo Progetti Snc- capogruppo mandatario; geologo Domenico Carra' e l'architetto Vincenzo Belcastro. La gara è stata espletata a procedura aperta ai sensi dell'art. 53 comma 2 lett. b) del D.Lgs n. 163/2006 e smi ed art. 169 del DPR 207/2010 e smi, con il criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell'art. 83 del citato decreto legislativo. 

Il termine di ultimazione della progettazione esecutiva avrebbe dovuto essere entro 30 giorni naturali e consecutivi dall'assegnamento dell'appalto;mentre il termine di esecuzione dei lavori avrebbe dovuto essere entro 365 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori. Il responsabile del progetto era il geometra Roberto Camillen. Un lavoro importante fu quello del geologo il quale dovette accertarsi della fattibilità del progetto, attraverso l'analisi e la prevenzione dei rischi geologici e ambientali, come il rischio sismico. Infatti i dati raccolti dalle indagini geognostiche hanno rivelato che il sottosuolo di fondazione è formato da rocce acide biotitiche. La roccia presenta generalmente una buona resistenza all'erosione, ma può essere degradata e dare luogo a movimenti franosi. Attraverso i risultati provenienti dalle prove penetrometriche, il terreno ha buone caratteristiche geomeccaniche e sismiche. 

Attraverso questo esempio vogliamodimostrare che ogni compito è stato molto importante affinchè i lavori potessero iniziare, e senza la professionalità e la serietà di questi esperti, quella che è oggi la Casa del Pellegrino, sarebbe stata un insieme di mattoni e cemento.

Nel 2015 il progetto venne assegnato alla ditta "Eragon Consorzio Stabile Scarl" con sede a Roma, e alla ditta consorziata "Elettromical srl" con sede a Locri e venne incaricato come capo dei lavori l'ingegnere Roberto Campisi.  Nel 2017 la ditta ERAGON viene estromessa dalla Prefettura per rapporti con la mafia e nello stesso anno vi fu una riassegnazione dell'appalto alla ditta Gisa Costruzioni Civili e Industriali Srl con sede a Vibo Valentia. Nel 2019 venne richiesto per il Progetto variante Casa Pellegrino, un mutuo di €250.000 da parte del sindaco Luigi Tassone. 

Nonostante l'importo totale fosse di 1.504.327,09 € alla fine l'importo per l'aggiudicazione è stato di € 1.113.234,23 oltre € 28.124,06 per oneri di sicurezza ed oltre IVA- ribasso offerto 24,588%.

 Nonostante ciò, col passare degli anni nessuno è stato in grado di portare a termine questo progetto, il quale sarebbe stato utile non solo per il territorio serrese, ma anche per valorizzare la Certosa e il suo patrimonio culturale, testimonianza dell'evoluzione della struttura nel tempo. Teniamo tanto a questo progetto in quanto sarebbe stato di grande aiuto in ambito turistico, economico e sociale, poiché avrebbe potuto rappresentare in meglio i beni che contraddistinguono il territorio calabrese. All'inizio la ricerca delle informazioni si è rivelata essere complessa in quanto trattandosi di un argomento delicato non abbiamo modo di comprendere a pieno la dinamica dei fatti, anche perché soggetta a dei retroscena che hanno visto come antagonista l'infiltrazione mafiosa, causa della corruzione interna. A discapito di questo, le informazioni che ci sono pervenute sono state fondamentali, anche perché non abbiamo avuto supporto da parte dell'amministrazione comunale, se non da pochi enti, tra cui Jlenia Tucci (vicesindaco), Roberto Campisi, Roberto Camillen e Dario Melia; ci è stato d'aiuto il giornale il Vizzarro e il geologo Domenico Carra'. Invece tutti gli altri soggetti ed esperti che abbiamo contattato hanno dimostrato poca professionalità e serietà e nonostante la loro iniziale collaborazione, in seguito non abbiamo ricevuto alcun aiuto. 

Con questo tipo di ricerca abbiamo imparato a relazionarci con vari esperti, mettendo a confronto realtà diverse che fanno parte della nostra quotidianità ma che prima non avevamo mai preso in considerazione. Per noi è stata una sfida importante, che speriamo di aver affrontato nei migliori dei modi. Inoltre attraverso la nostra ricerca abbiamo capito molte cose, sia spiacevoli e sia molto interessanti che ci hanno arricchito sotto diversi punti di vista, e come un gruppo unito quale siamo, intendiamo portare a termine il nostro percorso nonostante tutti gli ostacoli, cercando di capire veramente tutti i misteri celati dietro la questione della Casa del Pellegrino.