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Articolo di Data Journalism

INDUMENTI PER IL RECUPERO MUSCOLARE

La Lombardia amplia i progetti di ricerca e sviluppo.
INDUMENTI PER IL RECUPERO MUSCOLARE
È possibile una riabilitazione passiva? Sembrerebbe di sì, attraverso speciali indumenti che inducono a una fisioterapia passiva per tutte le età!
Cosa riguarda il progetto?
Il progetto riguardante la creazione di indumenti per il recupero muscolare nasce in Italia, in particolare a Bergamo nella zona di Rovetta il 1° marzo 2017, e ha come scopo il creare indumenti rivolti a qualsiasi target, che svolgono una fisioterapia passiva sulla zona interessata. È un progetto di ricerca e sviluppo che prevede una fase di ricerca dei traumi più ricorrenti in ambito sportivo, seguita dallo studio di nuovi materiali e relativo assemblaggio degli stessi per l’ottenimento di capi con compressione differenziata. Tale prodotto verrà inoltre dotato di sensoristica “embedded”, al fine di registrare e monitorare i progressi nella terapia del paziente. La Regione Lombardia, con fondi dell’Unione Europea ha promosso un bando in campo di ricerca, grazie ai cui finanziamenti, è stato possibile intraprendere questo progetto ambizioso.
A cosa servono?
Questi prodotti permetteranno un recupero post lesionale più efficiente e veloce, con la possibilità di tracciare l’evolversi della terapia, grazie al monitoraggio dei dati ottenuti su device tecnologico portatile. I tessuti utilizzati garantiranno adeguata compressione e massima traspirabilità.
Chi porta avanti questo progetto?
Le aziende coinvolte in questo progetto sono “Punto Azzurro”, azienda bergamasca di produzione e com-mercializzazione di indumenti tecnici, l’impresa bresciana “Macpi”, specializzata nella produzione di macchine per l’industria dell’abbigliamento e il centro di ricerca bresciano “CSMT”.
Alcuni dati sul progetto
Il costo pubblico totale che è stato messo a disposizione per questo pro-getto è pari a € 723.988,34, cifra che è stata prontamente suddivisa, in base alla provenienza di tali fondi, at-traverso questo grafico: l’UE (con 361.994€) costituisce circa il 50% dei fondi a disposizione; lo Stato (con 253.396€) e la regione Lombardia (108.598€) costituiscono insieme il restante 50%.
Di questi settecentomila euro solo un terzo sono stati impiegati all’interno del progetto fino ad adesso, per un totale di 250.089,94€. Di questi pagamenti, gli ultimi sono avvenuti nel 2018, dove è stato raggiunto il punto più alto dei pagamenti effettuati per questo progetto.
A cosa è correlato questo progetto?
Questo progetto è stato attuato poiché dopo alcune indagini attraverso il sito dell’Istat è emerso che ogni anno vi sono almeno 300.000 ricoveri ospedalieri in Italia riguardanti infortuni nello sport, di cui però solamente 15000 necessitano di un vero e proprio ricovero ospedaliero. Infatti solamente il 3% di essi rappresenta un codice rosso, mentre la restante percentuale si suddivide in codice bianco (70%) e verde (27%). In aggiunta, l’età media degli infortuni è di 21 anni, anche se sta progressivamente crescendo.
Successivamente si è condotta una ricerca sulle principali attività sportive che portano a subire infortuni. Tra questi sport ri-scontriamo i più influenti che sono: calcio che causa il 46% degli infortuni, a se-guire basket, con il 7,8%, la pallavolo con il 7,3%, e gli sporti invernali come lo sci con 5,7%. Ovviamente bisogna assolutamente precisare che la maggior parte degli infortuni causati dalla pratica di questi sport non sono infortuni gravi, ma piccoli “danni” che posso essere tranquillamente sorvegliati attraverso gli indumenti per il re-cupero muscolare che permetto agli sportivi di reinserirsi all’interno della loro carriera sportiva in poco tempo.
Infine, proprio per testimo-niare il fatto che il progetto sia favorevole per tutti i tar-get e non solo quelli sportivi/giovani, si è studiato come nel corso degli anni il numero di persone over 75 che praticano sport, e quindi possono subire infortuni, sia nettamente cresciuto, così come le persone tra i 55 e i 59 anni.
Tutti questi dati che abbiamo a disposizione grazie a studi dell’Istat e dal Reparto Ambiente e Traumi Istituto Superiore di Sanità, sono fondamentali per farci capire che l’utilità di questo progetto si estenderà a tutti e che potrà essere usato sia in ambito sportivo ma anche in caso di infortuni domestici o sul lavoro, che porterebbero a un risparmio di tempo mantenendo però comunque un risultato ottimale! Ragion per cui è fondamentale incentivare questa iniziativa, che porterebbe a una grandissima svolta nel settore di ricerca e sviluppo.