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Politiche di Coesione nelle scuole italiane

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Report Opencoesione del "Sibilla project"

Report Opencoesione del Sibilla project

Il 12 novembre 2021 la classe 4C s.a, dell’istituto “Rita Levi Montalcini”, ha iniziato il proprio percorso impegnandosi per realizzare questo progetto sotto lo sguardo e la collaborazione del professore, nonché referente del progetto, Armando Maria Todino. In questa prima lezione la classe ha iniziato l’immersione nel concetto di politiche di coesione, del loro scopo e come mai siano così importanti per la riduzione delle differenze tra i territori. Successivamente ci siamo soffermati sull’apprendimento dell’utilizzo del sito, includendo la visione di video esplicativi, grazie ai quali siamo riusciti a comprendere meglio l’impostazione del nostro lavoro (precisiamo: lavoro di squadra!). Nelle lezioni successive dedicate al Sibilla Project, da noi stessi così denominato, la classe ha seguito l’operazione di suddivisione dei gruppi, rappresentati da: Gaia Patruno come social manager; Raffaele Incoronato e Simona Marasco come analista e coder; Simone Minopoli come designer ufficiale, accompagnato da Letizia D’Onofrio, la quale ricopre la carica di project manager; Francesco D’Alterio come capo della ricerca e per ultime, ma assolutamente non per importanza, Claudia Marasco e Sara Galiano, rispettivamente come blogger e storyteller. Una volta distribuiti i ruoli, la classe ha analizzato a fondo la scelta del cammino che si sta intraprendendo. La decisione di trattare questo tema nasce da un soggetto di discussione affrontato in classe in precedenza: il progetto “Forget Heritage”, il cui scopo è stato trovare una soluzione per valorizzare il patrimonio storico e culturale di molti paesi dell’Europa centrale ed anche strategie per accrescere il loro valore economico. Di conseguenza un bene, se viene ben gestito, può sviluppare cultura e attività economiche, quindi lavoro! A maggior ragione è facile arrivare alla motivazione di tale scelta, ci spieghiamo meglio: tutto ciò è d’interesse del nostro territorio (zona flegrea, Cuma, Pozzuoli, Baia) non solo perché esso si estende anche e principalmente in questi luoghi, ma anche perché una rivalorizzazione di questa realtà può migliorare la situazione precaria attuale, caratterizzata da un cronico problema occupazionale. In conclusione, possiamo affermare che questo progetto ci fa comprendere e riflettere sull’importanza della tutela del patrimonio del nostro territorio perché, oltre ad esser traccia del nostro passato e della nostra storia, esso può diventare per l’intera comunità un’occasione di sviluppo sia economico che culturale. In seguito può sorgere un quesito: a chi è rivolto questo progetto? La risposta è abbastanza ovvia: a tutti i cittadini. Lo scopo di questa completa condivisione risiede nel diffondere le informazioni e il concetto di politiche di coesione che riguardano il nostro territorio e, osservando il quadro generale, tutte le zone d’Europa che, rispetto ad altre, vivono una situazione retrograda (sotto tutti i punti di vista che stiamo analizzando).
Dal punto di vista finanziario:
• Costo pubblico monitorato: € 4.600.464,00, di cui l’Unione Europea contribuisce per il 75 % con € 3.450.348, mentre il Fondo di Rotazione (cofinanziamento nazionale) copre il rimanente 25% con € 1.150.116;
• Dal comune di Pozzuoli il finanziamento per la realizzazione di questo progetto è pari a € 1,3 miliardi, per quanto riguarda i pagamenti monitorati si parla di € 524,5 milioni, di cui risorse coesione € 512,6 milioni.