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Amphiteatrum Nostrum: un tuffo nel passato

Noi studenti della 5C2 dell'indirizzo Classico quinquennale dell'Istituto d'Istruzione Superiore Telesi@ di Telese Terme(BN), guidati dal nostro professore di latino e greco Vittorio Chietti, abbiamo deciso di intraprendere il progetto relativo all’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, che ha come obiettivo lo sviluppo, il restauro e la valorizzazione di questo nostro singolare patrimonio.  Nel corso di studi, che abbiamo intrapreso nella prima parte del nostro anno scolastico, ci siamo interessati all’origine della città di Pozzuoli risalente all’antica Magna Grecia, e al suo sviluppo verificatosi nel corso dei secoli. Dell’antica città sappiamo che venne fondata nel 530 a.C. da profughi provenienti dall’isola di Samo. Il nome originario della città era Dicearchia (dal greco “Δικαιαρχεια” =la città del buon governo). Di questa città ce ne parlano diversi autori: Strabone, nel V libro della sua “Geografia”, la descrive; Polibio (II a.C.) nel III libro delle “Storie”, la annovera tra i porti più importanti del Tirreno. Un’altra fonte, in latino, è Lucilio che in una sua satira chiama Pozzuoli la Delo dell’Occidente (Delus Minor= seconda Delo), perché Delo era una città commerciale molto importante, sottolineando che Pozzuoli era seconda solo a Delo. Successivamente, nel 199 a.C., Δικαιαρχεια divenne una colonia romana, chiamata in latino Puteoli (ovvero la città dei pozzi sulfurei). Puteoli diventa nel giro di un secolo (50-60 d.C.) un grande porto, e dopo la vittoria della battaglia di Azio (31 a.C.) strinse un forte legame in ambito commerciale con l’altra città portuale del Mediterraneo: Alessandria d’Egitto. Pozzuoli cresce sul piano urbanistico e architettonico, in età imperiale, quando l’imperatore Augusto finanziò la costruzione di strutture architettoniche pubbliche come palazzi, templi, teatri, complessi termali e cimiteriali ecc. Una nuova testimonianza della struttura urbanistica di Puteoli ci viene fornita dalle cd fiaschette vitree. Sulle fiaschette vitree di età tardo-antica che gli antichi viaggatori portavano con sé come souvenir dopo aver visitato Puteoli, presentavano una raffigurazione della città vista dal mare, con tutti i suoi monumenti indicati da didascalie; sono raffigurati due anfiteatri posti al limite orientale della città. Uno di questi è questi è l’anfiteatro Flavio, il quale fu costruito tra la tarda età repubblicana e i primi anni dell’età augustea (fine I sec. a. C.), ma subì dei restauri e la erezione di un portico all’altezza della summa cavea in età giulio-claudia, alla quale risale una cornice conservata nel Lapidarium dell’Anfiteatro cd Maggiore, noto anche come Flavio. Dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Capua, l’anfiteatro Maggiore è la terza arena d’Italia per dimensioni, e poteva ospitare fino a 40.000 spettatori. L’impianto, ellittico, era cinto tutt’intorno da un porticato voltato, che fu successivamente rinforzato, al suo interno, con pilastri in laterizio. L’arena vera e propria è traforata da una serie di botole quadrangolari, collegate ai sotterranei, attraverso le quali le gabbie con le belve venivano issate, durante i ludi gladiatori. I sotterranei, come già ricordato, sono oggi particolarmente suggestivi, per il gioco delle ombre e delle luci che si riflettono anche sui poderosi fusti di colonne e capitelli che dovevano in antico ornare la porticus in summa cavea. Malauguratamente, ben poco resta della ricca decorazione scultorea in marmo che doveva abbellire il monumento, a seguito di spoliazioni continue nel corso dei secoli. Queste informazioni ci sono pervenute grazie al lavoro collettivo della nostra classe, e anche grazie alle lezioni tenute e alle ricerche effettuate da noi studenti della 5C2, incoraggiati dal professore Vittorio Chietti. Abbiamo quindi deciso, per ottimizzare il lavoro, di dividerci i compiti costituendo vari gruppi. Ci siamo scambiati tra di noi informazioni al fine di creare un progetto compatto e accurato senza tralasciare alcun dettaglio. Lo scopo principale del nostro progetto consiste nel monitorare come l’Anfiteatro Flavio viene valorizzato, incentivando i progetti di restauro così da essere accessibile a tutti e attirare l’attenzione dei turisti.