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Articolo di Data Journalism

UNA DISCARICA NEL BLU

L’inquinamento marino è un fenomeno ormai irrecuperabile? Il  Mediterraneo può salvarsi dal dilagare di fattori inquinanti? E i cittadini cosa ne pensano?

Queste le domande che noi Guardiani del Mare ci siamo poste. Per rispondervi abbiamo utilizzato diversi strumenti:

  • Articoli e dossier sull’inquinamento marino ed in particolare dell’Adriatico;
  • I dataset di Opencoesione relativi ai progetti finanziati in Italia per la salvaguardia del mare e delle coste;
  • Un questionario elaborato da noi per comprendere quale sia la percezione dell’inquinamento marino e di quanto si stia facendo per contrastarlo.

Il mare oggi è la più grande discarica a cielo aperto esistente e l’inquinamento causato da plastiche e microplastiche[1] è uno degli aspetti più gravi. Le macroplastiche finora sono state ampiamente analizzate mentre la presenza di microplastiche nel bacino adriatico, e non solo, è ancora poco studiata, data la complessità nella ricerca di dati, ma qualcosa sta cambiando…come dimostra il progetto che monitoriamo.

Nel Mediterraneo, in media, ogni anno finiscono 570 tonnellate di plastica e i dati raccolti da Arpa e Ispra tra il 2015 e il 2017 sull’inquinamento delle spiagge sono altrettanto allarmanti perché rivelano che in media su 100 m. di litorale si trovano circa 700 rifiuti.

L’infografica statica mette in evidenza che il litorale adriatico è il più inquinato in Italia e che i rifiuti presenti sono soprattutto plastiche, mentre le attività che ne causano maggiormente la produzione sono quelle legate alla balneazione o alla pesca. Plastica e rifiuti vengono ingeriti dai pesci e finiscono anche sulle nostre tavole! Per questo l’ultimo riquadro dell’infografica mostra che alcuni tra i piatti più comuni nella nostra alimentazione: pesce spada, tonno e gamberetti, a prescindere da dove vengano, hanno nel loro organismo microplastiche che noi, quindi, mangiamo!  

Forse è troppo tardi per vincere la guerra all’inquinamento ma non è vero che non si stia combattendo: in Italia ci sono finanziamenti di milioni di euro per progetti dedicati alla salvaguardia dell’ambiente marino e costiero e associazioni, enti di ricerca e tante amministrazioni locali si impegnano in tal senso come evidenzia l’infografica dinamica:  la cifra complessiva dei finanziamenti supera ampiamente i 10 milioni di euro!

Ma cosa ne pensano i cittadini?

Un questionario ci è sembrato il modo migliore per capirlo e così, utilizzando la piattaforma Google moduli, ne abbiamo creato uno somministrandolo poi al personale e agli studenti del nostro istituto. Risultato: un campione di quasi 400 risposte! I grafici che ne riassumono i risultati sono nel collage cha fa da immagine a questo articolo. 

Circa il 50% degli intervistati pensa che il mare Adriatico e la costa molisana siano abbastanza inquinati, solo l’1% che non lo siano affatto; mentre è da notare che appena il 6,5% manifesterebbe una seria preoccupazione. Invece, per quanto riguarda l’intero Mediterraneo e le sue coste aumentano le percentuali di chi li  ritiene molto inquinati e solo lo 0,5% pensa che non lo siano.

Alla domanda sulla natura dei rifiuti, in accordo con i dati ufficiali esposti nell’infografica statica, quasi il 90% pensa che l’inquinamento marino e costiero sia prevalentemente causato dalla plastica e il 6% ritiene i mozziconi di sigarette un problema serio.   

Ci siamo chiesti, quindi, come venga percepito l’impegno sul territorio nella tutela marina. Risulta evidente una grande fiducia nelle associazioni visto che il 45% degli intervistati pensa che i soggetti più impegnati siano loro, mentre il 28% ritiene siano gli enti pubblici e il 26% si affida agli enti di ricerca. Questo ci fa riflettere sull’importanza della pubblicizzazione dei propri interventi, che le associazioni ambientaliste curano più degli enti pubblici e di ricerca nonostante essi abbiano, invece, un ruolo decisivo nella lotta all’inquinamento, come possiamo vedere dall’infografica dinamica.

Quanto ai finanziamenti destinati all’inquinamento marino negli ultimi 5 anni in Italia, la maggiore percentuale degli intervistati, circa il 34%, ritiene - per fortuna sbagliando -  che essi ammontino ad un valore che va dai 500mila ai 2 milioni di euro,  mentre solo la percentuale più bassa del campione, il 5,7%, afferma che la spesa complessiva superi i 10 milioni di euro, come  dimostrano i dati di Opencoesione.

 

Infine, consideriamo un ottimo risultato quanto emerge dall’ultimo quesito: per oltre l’80% del campione la salvaguardia marina e costiera è molto importante e fa sicuramente piacere che solo lo 0,3% pensi che non lo sia per niente.

Possiamo affermare che gli esiti del questionario sono incoraggianti per la globale consapevolezza del problema e per l’interesse verso di esso che evidenziano. Ma il difetto di comunicazione da parte degli enti pubblici e di ricerca in relazione ai tanti progetti che seguono ci motiva nel monitoraggio perché l’attuatore del progetto è l’Università degli Studi del Molise in rete con altri enti di ricerca. Le iniziative per impedire che la trasformazione del mare in una discarica diventi irreversibile sono tante e tutti dobbiamo fare la nostra parte!

 

[1] Minuscoli frammenti di plastica con un diametro compreso tra i 330 micrometri e i 5 millimetri,  la cui pericolosità in habitat marino e acquatico è dimostrata da diversi studi scientifici:  la plastica ha tempi lunghissimi di degradazione – in alcuni casi parliamo di centinaia di anni – e, trovandosi in acqua, può essere ingerita e accumulata nel corpo e nei tessuti degli organismi che popolano il mare.