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Articolo di Data Journalism

Il MuBa di Martina Franca: un museo da valorizzare

Il 14 ottobre 2016 l’attuale direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, inaugurava a Martina Franca, provincia di Taranto, il MuBa, Museo della Basilica di San Martino. Il museo nasceva a all’interno di un edificio nobiliare settecentesco del centro storico, Palazzo Stabile. Il primo progetto di recupero della struttura quale museo della Basilica veniva approvato nel 2008, dopo un finanziamento iniziale di 1.640.000€ (un milione da parte del Ministero delle Finanze, il resto integrato dalla Regione). Nel 2012 un secondo finanziamento di 200.000€. L’ultimo intervento iniziava nell’estate del 2015, concludendosi quella successiva, ed era finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del fondo di Sviluppo e Coesione 2007/2013. 714.263,23€: questa l’entità del terzo stralcio, che rientrando nella linea di intervento 4.2 del Programma regionale di attuazione (Tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale) poteva avere come beneficiario un Ente ecclesiastico, la Basilica per l’appunto, in questo caso anche promotore del progetto. Di tale finanziamento, e di conseguenza della valorizzazione del MuBa, si stanno occupando gli alunni della 2°B della scuola media dell’I.C. Giovanni XXII, all’interno del percorso didattico innovativo A Scuola di Opencoesione.

Il valore per la comunità della ricerca consisterà prima di tutto nel far conoscere il museo ai loro concittadini, i primi a ignorarne l’esistenza, come provano i dati del questionario somministrato a un campione della popolazione di Martina Franca (le statistiche più rilevanti nell’immagine sopra). Le parole chiave attraverso cui il team Gio23peril_MuBa ha scelto di raccontare la sua ricerca di monitoraggio civico sono Restauro, Arte, Storia, Turismo, Cultura. A ognuna di esse è dedicata una sezione dell’infografica allegata a questo articolo, di cui ora si darà conto.

I grafici sul finanziamento (sezione Restauro) sono stati realizzati sulla base della documentazione fruibile sul Portale trasparenza del Comune e di quella messa a disposizione dall’architetto Gianfranco Aquaro, responsabile del restauro. Il team ha così scoperto che la Parrocchia ha integrato la somma con ulteriori 142.668,53 €. In merito al finanziamento regionale, la spesa più consistente ricade sotto la voce Esecuzione lavori (420.535,13€). Analizzando i capitoli di spesa della voce emerge un dato inaspettato: la percentuale maggiore per l’attività di restauro vera e propria è per i tessuti (29,3%). Il dato sorprende poiché, come si nota dall’istogramma nella sezione Arte, i paramenti (gli abiti liturgici) non rappresentano la parte più cospicua dell’esposizione, che è invece costituita da argenti (reliquari, croci ecc…). Il patrimonio complessivo del MuBa, comprendente anche quadri, libri liturgici e pergamene, è stato ricostruito esaminando cataloghi e pubblicazioni messi a disposizione dal centro culturale Umanesimo della Pietra e dalla biblioteca della Basilica, mentre per l’allestimento espositivo la fonte è l’inventario del museo, fornito dalla direttrice Cristina Ancona.

Dal grafico nella sezione Storia si nota come il Settecento sia il secolo a cui appartiene il maggior numero di oggetti, ben 34 su 79. Si tratta di un dato statistico significativo, che prova come la storia del MuBa sia al tempo stesso la storia di Martina Franca, che conobbe il suo periodo più florido proprio in quel secolo.

Le sezioni Turismo e Cultura illustrano dati di contesto, che però molto dicono pure sulle vicende del museo e sul suo ruolo strategico nel territorio. Martina è un comune ad alta intensità turistica (si vedano le fonti sotto), situato in una delle zone più visitate della Puglia, la Valle d’Itria. Nel grafico a linee si può notare l’andamento dei flussi turistici nei tre comuni della Valle d’Itria: l’incidenza della pandemia di Covid e la conseguente diminuzione degli arrivi a partire dal 2020 ha avuto ripercussioni importanti anche sul museo. Gestito inizialmente dalla società MUSEION, il biglietto d’ingresso aveva un costo di 3€. Durante la pandemia il museo è stato costretto a chiudere, riaprendo solo nel novembre 2021 con alcune novità: il timone è passato nelle mani di Martina 2000, società che ha scelto di renderlo gratuito. La mappa coropletica della sezione Cultura si serve di dati presi dal sito del Ministero della Cultura: Taranto è la provincia pugliese con il minor numero di musei, motivo per il quale la valorizzazione del MuBa appare un obiettivo ancora più importante.

Il Team intende realizzare una brochure illustrativa le cui parti verranno anticipate sui suoi canali social e che verrà presentata in un evento pubblico, per poi essere consegnata alle agenzie turistiche del territorio. Il Comune invece potrebbe prendere in considerazione l’idea di valorizzare la porzione di centro storico in cui è collocato il museo. Prima però è prevista una visita sul posto e un’intervista a don Franco Semeraro, il vecchio parroco della Basilica, nonché ideatore del MuBa.