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Articolo di Data Journalism

Xylella Fastidiosa. Può un problema dar vita a soluzioni in armonia con la Natura?

La Puglia è un territorio a vocazione agricola. Tradizionalmente l'olivicoltura rappresenta il fiore all'occhiello con una produzione olearia, significativa anche a livello nazionale. Dal 2013 si registra una diffusione della Xylella Fastidiosa che, a partire dalla provincia di Lecce, si è diffusa in tutta la regione. La propagazione del batterio nel territorio è stata facilitata dalla peculiarità della coltura degli ulivi: la Puglia è un'immensa monocoltura di ulivi con distanze estremamente minime, di una cinquantina di metri in media tra un olivo e l’altro. Ciò rende difficilmente controllabile il contenimento dell’insetto, chiamato volgarmente “sputacchina”, principale responsabile del trasporto e della diffusione del batterio che ha una vita media di 4-6 mesi e una capacità di movimento di circa 100 metri al giorno, a cui si aggiunge una notevole capacità riproduttiva.

La diffusione particolarmente grave è legata anche al tipo di cultivar, l’Ogliarola salentina, che subisce gli attacchi di Xylella a livello linfatico fino al completo disseccamento dell’albero.

Risulta così evidente come il calo della produzione olearia abbia fortemente inciso sull’economia salentina, e reso non più rinviabile uno sforzo sinergico tra ricerca scientifica e aziende sul territorio, finalizzato all’applicazione di un nuovo modus operandi nella gestione delle malattie delle colture agricole. Ciò sarà possibile mediante la realizzazione di nuovi prodotti e processi nell’ambito della specializzazione della chimica verde.

NEMESI (https://www.unisalento.it/-/nanotecnologie-chimiche-green-per-la-protezione-sostenibile-delle-piante) è il progetto nazionale che meglio rappresenta questo sforzo che coinvolge e vede impegnate nel territorio pugliese, tra le altre, l’Università del Salento, Licofarma s.r.l., Istituto Agronomico di Bari, Federazione Provinciale Coldiretti di Lecce, Fondazione Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

Nel dettaglio, NEMESI prevede:

  1. lo sviluppo e la validazione di un metodo di diagnosi precoce delle fito-patologie mediante l’innovativo approccio metabolomico;
  2. il monitoraggio delle terapie in sperimentazione, grazie all’apporto di un sistema sensoristico avanzato, in grado di rilevare real time ed in continuum diversi parametri della pianta;
  3. lo sviluppo e la validazione di prodotti biobased derivanti da un riutilizzo degli scarti forestali e/o agricoli.

All’interno del macro-progetto NEMESI è stato avviato un monitoraggio civico relativo al progetto di Licofarma (CUP: B36G18000650005), un’azienda operante nel territorio di Galatina, in provincia di Lecce.

 

Relativamente a quanto fin qui descritto, si passa ad analizzare i dati selezionati e raccolti.

Sulla base del VII Censimento Generale dell’Agricoltura (2021 ISTAT), si osserva che la Puglia rappresenta la regione con la maggiore superficie destinata alla coltivazione dell’ulivo con un totale di 346.169 ettari, che rappresenta poco più di un terzo della superficie nazionale (tabella. 1).

Anche per produzione olearia la Puglia, si conferma prima regione con una produzione di circa il 27% della quota nazionale (fig. 1a), con in testa la provincia di Lecce (fig. 1b). Tale attività coinvolge 161.009 aziende agricole olearie, che rappresentano circa il 26% della quota nazionale e circa il 45% di quelle del sud (fig. 2).

Per comprendere l’importanza dello sviluppo di metodi di diagnosi precoce e di prodotti green per contrastare l’epidemia, è utile analizzare la mappa riportata in fig. 3 dove è rappresentata una simulazione di diffusione del batterio, basata sulla distribuzione reale degli uliveti. Dalla mappa si osserva che la probabilità di un uliveto di essere infettato è praticamente certa, confermando così che tutti gli uliveti concorrono alla diffusione dell’epidemia. La distribuzione molto fitta degli uliveti rende difficile qualsiasi azione.

Per contenere la diffusione del batterio, che interessa ad oggi circa il 40% del territorio pugliese, si abbattono, oltre agli ulivi infetti, anche le specie sensibili presenti nel raggio di 50 metri. Sul portale “Emergenza Xylella” della Regione Puglia è possibile consultare i dati di monitoraggio sulla diffusione della Xylella e sulle misure di contenimento, effettuando una ricerca anche in base alle particelle catastali.

Il progetto NEMESI, sia pur legato alla contingenza Xylella, si inserisce nel contesto più ampio di una ricerca orientata a soluzioni green per ridurre l’uso di fertilizzanti e concimi chimici in agricoltura. Dai dati ISTAT si osserva che dal 2014 al 2021 è diminuito di circa il 22% in Italia l’utilizzo di fertilizzanti come dettagliato in figura 4.

Questa tendenza risponde ad una duplice esigenza: ridurre l’inquinamento legato alla loro produzione e impedire il loro effetto dannoso sull’ambiente e sull’uomo.

La ricerca deve proseguire nella convinzione che, come sosteneva il buon Francis Bacon, “per dominare la Natura, bisogna obbedirle”.