Contatti

Civic education

and active citizenship

Articolo di Data Journalism

Rapporto sul malfunzionamento del sistema idrico

L'acqua è un bene primario, indispensabile per la vita. In questo periodo storico complesso che stiamo affrontando, caratterizzato da disastri climatici e dal riscaldamento globale in rapida espansione, è importante imparare a gestire e a preservare questa risorsa fondamentale. Il malfunzionamento del sistema idrico è una piaga che affligge molti comuni italiani ed è causato principalmente da due fattori: la frammentazione della gestione del servizio idrico, affidata a molti gestori diversi, e i problemi riscontrati nel trasporto e nella distribuzione dell'acqua, che provocano la perdita di una buona parte della quantità disponibile. 

Gli enti che operano nelle reti comunali per la distribuzione dell'acqua potabile, secondo un'indagine condotta dall'ISTAT nel 2018, sono 2.088. Nell’85,1% dei casi si tratta di gestori in economia e nel restante 14,9% di gestori specializzati. La fognatura comunale, invece, gestita da 2.263 enti, è il servizio idrico con il più alto numero di gestori e in cui si ha la maggiore quota in economia (91,3%). Sebbene vi sia un gran numero di enti che operano in questo settore, la Sicilia e in generale tutto il Mezzogiorno, manca di un sistema idrico efficiente, infatti il servizio pubblico di fognatura è assente in 40 comuni. Da questi dati possiamo quindi evincere che la filiera di uso pubblico delle risorse idriche, essendo frammentata, ha portato a varie problematiche nella gestione di questo servizio. Nonostante questo studio sia stato realizzato nel 2018, i dati rilevati dall'ISTAT risultano ancora oggi aderenti alla realtà. Inoltre, anche le perdite idriche sono in costante aumento, infatti rappresentano circa il 42% del volume di acqua immesso in rete. Quantunque le perdite abbiano un andamento territoriale molto disomogeneo, l’infrastruttura di rete è meno efficace nella fascia appenninica e nelle isole. I valori più alti si rilevano nelle regioni Sardegna (51,2%) e Sicilia (50,5%). Nel distretto del fiume Po l’indicatore raggiunge, invece, il valore minimo, pari al 31,7%. Una regione su due ha perdite idriche totali in distribuzione superiori al 45%. Le situazioni più critiche si concentrano soprattutto nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno. Tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore a quello nazionale. In circa una regione su tre le perdite sono inferiori al 35%.

Dopo aver ricercato e analizzato i dati riportati sopra, abbiamo potuto notare il divario tra il nord Italia e il Mezzogiorno, che risulta molto più colpito dalle problematiche citate inizialmente. Questi dati hanno confermato le nostre ipotesi, cioè il fatto che la Sicilia sia indietro rispetto alla progressione del resto d'Italia. Abbiamo già preventivato di continuare a raccogliere altri dati per cercare di fare maggiore chiarezza sul nostro progetto. Vivendo da sempre questa realtà, col tempo abbiamo potuto renderci conto delle condizioni pessime in cui versa la nostra regione riguardo al fenomeno preso in analisi e ci appare prioritario il fatto di tentare di portare la situazione a uno sviluppo positivo.