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Articolo di Data Journalism

VALORIZZARE IL PATRIMONIO DEL NOSTRO TERRITORIO

L’Italia è il Paese considerato globalmente un museo a cielo aperto, di grande ricchezze culturali e portatore di saperi secolari. Tale pensiero viene avvalorato dai dati dell’UNESCO: l’Italia risulta detentrice dell’8% circa del patrimonio artistico mondiale, e rappresenta la terza meta più visitata nel Mediterraneo.
Per quanto riguarda la collocazione dei beni culturali nell’intero territorio nazionale, il Sud possiede ben 682 siti tra Musei e parchi archeologici.
Tuttavia, i grandi complessi monumentali, ambientali e artistici del periodo borbonico sono oggi una risorsa male utilizzata, se non talvolta abbandonata, che soffre della mancanza di una visione d’insieme che definisca una politica unitaria di tutela, valorizzazione e fruizione e che attribuisca adeguate risorse economiche, secondo un modello di gestione capace non solo di far ritornare all’antica grandezza i siti, ma di creare occasioni di lavoro e attrazione di nuovi investimenti.
Nell’area metropolitana di Napoli e nel Mezzogiorno d’Italia si svolsero tra il secolo dei lumi e quello delle nazioni – anche grazie all’autonomia e all’indipendenza del regno – alcune tra le vicende culturali, sociali ed industriali più significative dell’intera Europa.
I Siti Reali furono il frutto di una politica attenta che perseguiva molteplici obiettivi di miglioramento. Tale esperimento innovatore ha segnato la fisionomia di vaste aree del Mezzogiorno, costituendo insieme un vero e proprio «laboratorio europeo sperimentale» e una rete di centri di innovazione territoriale di interesse artistico-culturale, socio-urbanistico e produttivo.
La capacità dell’antico di attrarre i cittadini è alla base di molte realtà economiche, ma sta a persone competenti e alle amministrazioni riuscire a valorizzare i resti ritrovati, presentandoli al pubblico in modo vivace e innovativo. Ciò che è più importante è far percepire alla popolazione queste antiche rovine come se fossero vive, ancora capaci di influenzare il presente, ma, soprattutto, il futuro del luogo in cui si trovano. Il Real Sito di Carditello è stato realizzato nel 1744 da Carlo di Borbone, ed era uno dei siti reali che si fregiava del titolo di "Reale Delizia" perché, nonostante la sua funzione di azienda, offriva una piacevole permanenza al re e alla sua corte per le particolari battute di caccia che i numerosi boschi ricchi di selvaggina permettevano. Il sito fu poi abbandonato al degrado e solo negli ultimi anni la Fondazione Real Sito di Carditello ha realizzato numerosi progetti per la rinascita del museo. La Reggia di Carditello a San Tammaro è interessata da un progetto di valorizzazione attraverso la fruizione digitale del sito borbonico che prevede tre attività: Carditello Virtuale (due sistemi informatici correlati e applicazioni per la visita on site ed una piattaforma on line); Carditello in Gioco (una serie di esperienze di entertainment, basate su giochi differenziati per gli utenti in loco); Carditello in Rete (piattaforma ITC in rete con altri attori del circuito archeologico dell’Antica Capua per il tramite di servizi integrati – card, biglietteria e offerta di pacchetti turistici) attraverso azioni condivise e partecipate con il territorio per la promo-commercializzazione turistica. È il 3 agosto del 2015, quando, nel corso del pomeriggio, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, il Prefetto di Caserta Arturo De Felice e il Sindaco del Comune di San Tammaro (Ce) Emiddio Cimmino hanno stipulato un accordo di valorizzazione della Reggia di Carditello che intende dare vita -attraverso una fondazione di partecipazione- a un percorso turistico-culturale integrato tra le residenze borboniche della provincia di Caserta. 
"Insieme al tessuto associativo e civile del territorio - ha dichiarato il Presidente De Luca - vogliamo sottrarre spazi alla criminalità e al degrado per restituirli ai cittadini, ai turisti e allo sviluppo economico."
Carditello virtuale, Carditello in gioco, Carditello in rete è uno dei progetti con lo scopo di migliorare le condizioni e gli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale nelle aree di attrazione, con Programma PON FESR Cultura e Turismo del Ministero della cultura la cui natura è Acquisto Beni e Servizi.
Consultando il sito di Opencoesione abbiamo ricavato dati aggiornati al 28/02/2022. Ciò che è emerso è che il costo pubblico monitorato ammonta a €1.254.065,86 di cui il 75%, cioè €940.549, è fornito dall’Unione Europea, mentre il restante 25%, corrispondente a €313.516, è fornito dal Fondo di Rotazione. Ad oggi, però, il pagamento monitorato è solo uno, effettuato l’11/01/2021, di €141.626,98, cioè solo l'11%.
Opencoesione ci fornisce una data prevista per l’inizio del progetto, ossia il 31/12/2020, e una fine prevista per il 31/12/2023. L’inizio e la fine effettivi del progetto non sono disponibili sul portale di OpenCoesione.