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Articolo di Data Journalism

Falesie a rischio: tra burocrazia e amministrazione

<p>Procedono le indagini sulle falesie di Santa Cesarea Terme e –finalmente- anche i lavori. Ma per comprendere come si è arrivati a questo punto è necessario fare un passo indietro: il bando per la messa in sicurezza delle falesie di Santa Cesarea Terme risale al 2013 e viene bloccato per 8 anni per motivi burocratici e per complicazioni interne, una serie di contenziosi tra il Comune della cittadina e la ditta aggiudicataria Idrogeo. Il progetto viene approvato per la salvaguardia dell’incolumità pubblica (di fatto le falesie sono un territorio instabile e soggetto a crolli) e viene finanziato dai fondi FESR con lo stanziamento di una cifra pari a €5.000.000,00 nell’ambito della politica di coesione dell’Unione Europea. Secondo il RGN 2833/2021 del tribunale di Lecce, nel 2014 la progettazione e l'esecuzione dei lavori viene affidata alla ditta; tuttavia solo nel 2018 il RUP approva il progetto definitivo ed esecutivo, dopo aver ottenuto tutti i pareri favorevoli da parte della Sovrintendenza. Questo significa che ci sono voluti ben quattro anni affinché l'iter amministrativo facesse il suo corso e il cantiere venisse aperto. Lungo il litorale a nord di Brindisi si trova un altro esempio di salvaguardia del territorio delle falesie: anche in questo caso i lavori sono stati finanziati dal fondo europeo di sviluppo regionale per una somma di €2.300.000 e sono iniziati a novembre del 2015 per poi concludersi ad aprile del 2016, nell'arco di un solo anno. A differenza delle falesie di Santa Cesarea, il sito era privo di vincoli paesaggistici, quindi non era soggetto all'approvazione della Soprintendenza; questo ha senza dubbio favorito la celerità nella realizzazione del progetto. Inoltre l'intervento consisteva semplicemente nel riempimento di dislivelli naturali con dei massi. È evidente che la differenza tra Ie due situazioni sia sostanziale, dunque se da un lato si puó apprezzare la velocità con cui i lavori sono stati terminati sul sito di Brindisi, dall'altro si puó anche giustificare in confronto la lentezza con cui stanno procedendo quelli sul sito di Santa Cesarea. Tuttavia ci sono anche altre problematiche che hanno ostacolato la realizzazione del progetto, in primis il fatto che, dopo l’aggiudicazione dell’appalto integrale da parte della ditta Idrogeo, questa abbia cambiato la sua posizione rispetto ad alcune lavorazioni presenti nel progetto redatto da essa stessa, affermando di non poterle più eseguire. Inoltre dal punto di vista amministrativo è emerso il problema dell’appalto, che prima era stato stabilito a corpo e in seguito cambiato in uno a misura, suscitando proteste da parte della ditta. Infine, Idrogeo aveva posto sulle lavorazioni delle riserve per € 500.000 e per questi motivi, come spiega il sindaco di Santa Cesarea Pasquale Bleve, il Consiglio comunale ha deliberato per la risoluzione del contratto ed e andato incontro ad una controversia in tribunale con la ditta. Dopo essersi rivolti in tribunale e aver affrontato due gradi di giudizio, ditta e Comune sono arrivati ad un compromesso e, a tre anni di distanza dall’inizio dei lavori, sembra che questi possano finalmente procedere. In conclusione, dunque, nella realizzazione del progetto sono stati diversi i fattori che hanno contribuito a rallentarlo, ma ciò non toglie che non sia grave che questo non si sia ancora concluso, specialmente se si considera che presto i fondi che lo finanziano andranno perduti (originariamente sarebbero dovuti scadere nel 2020 ma in seguito è stata concessa una proroga di 500 giorni). Inoltre le falesie sono degli ambienti instabili soggetti a costanti mutamenti che, come ogni fenomeno naturale, certamente non rispettano i tempi della burocrazia e dell’amministrazione, e potrebbero crollare o arretrare da un momento all’altro, con conseguenze sulle strutture edificate nell’area circostante.</p>