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Articolo di Data Journalism

Anfiteatro Flavio di Pozzuoli: un tuffo nel passato...con uno sguardo al futuro!

Dopo aver analizzato nella prima parte della nostra ricerca le origini della città di Pozzuoli e dell’Anfiteatro Flavio, noi studenti della 5aC2 dell’IIS TELESIA di Telese Terme abbiamo deciso di scavare più a fondo riguardo la storia dell’Anfiteatro. Come già sappiamo, lanfiteatro romano di Pozzuoli fu costruito nel I secolo d.C., nel punto in confluivano le principali vie della regione, la via Domiziana e la via che porta a Napoli. Venne realizzato per far fronte all’enorme incremento demografico della città di Pozzuoli, in sostituzione del vecchio anfiteatro, situato a poca distanza, ormai inadatto ad ospitare il numero di spettatori sempre crescente. L’anfiteatro, infatti, in quanto a capienza, in grado di ospitare circa 40.000 spettatori, è inferiore solo al Colosseo e all’ anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. Gli enormi costi per la sua costruzione furono interamente sostenuti dall’erario cittadino, come testimonia una lastra marmorea con inciso Colonia Flavia Puteolana Pecunia Sua, e cioè “la Colonia Flavia di Pozzuoli costruì a sue spese”. Data la mole, la sua edificazione, però, non fu molto celere e vide, probabilmente, il succedersi di numerosi imperatori, da Nerone a Vespasiano a Tito. Gli scavi archeologici che portarono l’anfiteatro alla luce ebbero inizio nel 1839 e si conclusero alla fine dello stesso secolo; solo nel 1947, tuttavia, a seguito di una nuova campagna di scavo, il monumento fu definitivamente liberato dai detriti accumulatisi nel corso degli anni. Dal punto di vista costruttivo, lanfiteatro puteolano era più grande di ciò che appare oggi, in quanto l’anello esterno è stato quasi interamente distrutto. La struttura, di pianta ellittica, misura 149 x 116 metri e si articola su tre ordini, corrispondenti alla ima, media e summa cavea, sormontati in alto da un attico. In origine, era preceduta da un portico ellittico che circondava tutto l’anfiteatro, dal quale si accedeva ai veri e propri ingressi dell’edificio e partivano venti rampe di scale che permettevano di raggiungere il settore più alto delle gradinate. Altri corridoi, invece, permettevano sia l’accesso alla cavea attraverso i vomitoria (varchi di accesso aperti lungo le gradinate), sia ai sotterranei posizionati al di sotto del piano dell’arena. Nei sotterranei, in particolare, sono tuttora visibili parte degli ingranaggi per sollevare le gabbie che portavano su, attraverso diverse botole che si aprivano sul perimetro dell’arena, belve feroci e gli elementi di scenografia degli spettacoli. Ad oggi, i sotterranei dell’anfiteatro di Pozzuoli, sono tra i meglio conservati dell’epoca romana.

Un collegamento diretto con l’acquedotto flegreo, inoltre, permetteva di riempire l’anfiteatro come una vasca e ricreare le naumachie (battaglie navali), oltre che a renderlo splendente e lavare ogni traccia dei combattimenti precedenti. Un’altra funzione dell’anfiteatro era quella di costituire luogo per le condanne a morte, soprattutto durante le persecuzioni cristiane di Diocleziano. In particolare, celebre è l’evento che riguarda la condanna a morte per damnatio ad bestias, e cioè ad essere sbranati vivi, dei martiri Gennaro, Festo, Desiderio e Sossio. La leggenda narra che l’esecuzione fu annullata poiché le belve, dopo una benedizione fatta da San Gennaro, si inginocchiarono al cospetto dei quattro condannati, evitandogli la morte. Tuttavia, il miracolo non li risparmiò, essendo poi condannati a decapitazione nei pressi della Solfatara, insieme ai puteolani Procolo, Eutichie e Aucuzio. A ricordo della loro permanenza, però, la cella in cui i santi furono rinchiusi prima dell’esecuzione fu trasformata in una cappella dedicata al loro culto, soprattutto a quello di San Gennaro, al quale è stata intitolata.

Raccolte queste informazioni, la nostra attenzione si è focalizzata sulla situazione attuale dell’Anfiteatro Flavio; purtroppo, pochi mesi fa, l’Anfiteatro è stato colpito da un serio incendio. La direzione del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, per favorire l’afflusso di turisti, ha reso gratuito l’accesso all’Anfiteatro Flavio per l’intero mese di agosto. “Stiamo lavorando per riaprire al pubblico l'Anfiteatro già nei prossimi giorni". Lo ha fatto sapere il Parco archeologico dei Campi Flegrei, spiegando che "l'incendio che ha coinvolto parte delle gradinate lignee dell'Anfiteatro Flavio di Pozzuoli è sicuramente un'amara pagina che ha segnato il nostro presente e resterà impressa nella nostra memoria. Grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco e del personale del Parco – hanno spiegato i responsabili del Parco – non si segnalano danni alle strutture, ma solo alla gradinata già in disuso”. Accolta con grande dispiacere questa notizia, noi studenti ci siamo concentrati sull’esaminare l’affluenza dei turisti nel sito archeologico, specialmente nel periodo post covid, comprendendo che, a causa della terribile pandemia che stiamo affrontando, l’affluenza all’Anfiteatro Flavio ha subito un forte calo. Per sottolineare ciò, abbiamo deciso di rappresentare l’andamento turistico mediante un grafico.