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Articolo di Data Journalism

Monitoraggio e Descrizione dei dati - Data Journalism

Dopo esserci interessati al progetto “Broadband interfaces and service for Smart environments enabled by 5G technologies” (cup: E41B20000080007), per comprendere il modo in cui si stanno evolvendo le nuove tecnologie; abbiamo notato come la curva della domanda, da parte delle istituzioni, delle aziende e delle famiglie, si stia orientando sempre di più verso il mondo del digitale. Gli obiettivi di questo progetto, coordinato dal dott. Cesana Matteo, docente universitario del dipartimento di elettronica al politecnico di Milano, e da un pool di aziende lombarde (Vodafone, LIFE, AnotheReality, Yape e AKKA), si suddividono in due livelli:

  1. il primo intende esplorare ed implementare tutte le tecnologie che interagiscono con il 5G come l’IoT e la realtà virtuale. 
  2. il secondo livello è invece legato alla progettazione per la costruzione delle infrastrutture 5G, la chiave di volta per la creazione di una rete capillare, in grado di interagire con i dispositivi e gli ambienti intelligenti (smart city e smart campus). 

Ci siamo resi conto dell’attenzione prestata nella scelta dei partner. Per la realizzazione del progetto, è necessario che questi ultimi dispongano di specifiche competenze e tecnologie: dall’infrastruttura a larghissima banda (compito affidato a Vodafone, nota azienda di telecomunicazioni), alla creazione di veicoli interconnessi semi-autonomi (un lavoro svolto da AKKA), fino ad arrivare a sistemi di sensori indossabili per il monitoraggio delle prestazioni degli atleti (LIFE), e sistemi di droni autonomi per la trasporto delle merci (YAPE).

E’ stato stanziato un fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR 2014-2020), che si pone l’obiettivo di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale nell’Unione europea, intervenendo sugli squilibri presenti all’interno delle diverse regioni;  e dal programma POR FESR Lombardia, che prevede il finanziamento (per il periodo 2014-2020) di 970,4 milioni di euro (di cui € 485,3 stanziati dall’UE) destinati alla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Le risorse stanziate per la costruzione delle infrastrutture, in grado di supportare la tecnologia 5G nel territorio milanese, ammontano a € 4.019.019,89 di cui (Infografica A.1):

  • € 2.009.510 provenienti dai fondi dell’Unione europea, il 50% del costo pubblico;
  • € 1.406.657 provenienti dallo stato, il 35% del costo pubblico;
  • € 602.853 provenienti dalla regione, il 15% del costo pubblico.

Nel 2020 attraverso un pagamento pari a € 663.593,38 è stato coperto il 16% del costo totale. 

Fin dall’inizio ci siamo posti la domanda seguente: perché dal 2019/2020, ad oggi, è stato effettuato solo il 16% dei pagamenti, considerando che la fine del progetto è prevista per il 2 maggio 2022?

Dopo aver contattato il coordinatore del progetto, il professor Matteo Cesana, ci ha spiegato che il progetto ha subito un ritardo di circa 3 mesi, a causa della pandemia (prevalentemente durante la prima ondata). Il piano dell’erogazione ha previsto una prima tranche di finanziamento in acconto pari al 40% del totale, per partner (nel 2020), una tranche intermediaria durante il compimento del 60% delle attività di progetto (sarà erogata entro Marzo 2022), e il saldo a fine progetto posticipato a Dicembre 2022. 

Inoltre, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Fabio Mosca, fondatore di AnotheReality, il quale ci ha presentato le diverse difficoltà che l’azienda ha dovuto affrontare per affermarsi nel settore della realtà aumentata.  Uno dei principale problemi riscontrati riguardava l'ignoranza delle persone e delle aziende, che non hanno compreso fin dall'inizio le potenzialità che questa nuova tecnologia poteva offrire. Grazie all’avvento del 5G, l’azienda è riuscita a mettersi in mostra, partecipando al bando per la realizzazione del progetto che stiamo monitorando. AnotheReality ha il compito di creare una piattaforma di smart learning (un’accademia virtuale) accessibile grazie alla realtà aumentata.

Una volta che il progetto verrà portato a termine, potrà offrire grandissimi benefici alla società: in particolare, i cittadini milanesi, godranno di una tecnologia molto avanzata, che nella maggior parte dei casi, migliorerà e semplificherà la vita di tutti.

Tuttavia, nonostante l’immensa rivoluzione a cui assisteremo, ci siamo chiesti: quante persone trarranno realmente dei benefici? Secondo i dati pubblicati dall'Istat relativi all’anno 2019, le famiglie che dispongono dell’accesso a internet in Lombardia sono il 79% della popolazione (76% a livello nazionale), tra i quali, il 77% dei cittadini ha accesso alla banda larga fissa e o mobile, mentre solo il 2,5% ha ancora una banda stretta fissa o mobile.  Il 21% della popolazione Lombarda (23,9% a livello nazionale) non dispone dell’accesso ad internet a causa di diversi motivi: il 57% non è in grado di utilizzare internet, l’1,2% non ha la disponibilità di connettersi attraverso una banda larga, il 7% sostiene che il costo del collegamento ad internet sia troppo elevato ed infine, il 7,2% afferma che gli strumenti necessari per connettersi costino troppo. (Infografica B.1)

Considerando il numero delle famiglie lombarde nel 2018, pari a 4.492.606 (26.081.199 in Italia), con un numero medio di componenti per famiglia pari a 2,2, l’incidenza di povertà di queste famiglie si aggirava intorno al 6,6% (11,8% in Italia). Quest'ultime, non avranno l’opportunità di usufruire dei servizi offerti da internet e dalle nuove tecnologie a causa degli alti costi per i dispositivi e o per l’apertura di un contratto con un ISP (Internet Provider Service). (Infografica C.1 - C.2)

Ciononostante il fattore economico non è l’unico elemento ad incidere, ma a tutto ciò, si lega anche un fattore generazionale e culturale. Infatti, sempre in coerenza con i dati Istat relativi all’anno 2019, la quasi totalità delle famiglie con almeno un minorenne, dispone di un collegamento attraverso la banda larga,  mentre la quota scende del 43% per le famiglie composte esclusivamente da persone ultra-sessantacinquenni, che non sono perfettamente in grado di sfruttare queste nuove tecnologie.

Nel 2020, le famiglie che dispongono dell’accesso ad internet con una connessione a banda larga è aumentato del 3% (81%), con una diminuzione del 2,7% (4,5%) relativo alle famiglie che non si possono permettere l'acquisto dei dispositivi necessari per collegarsi ad internet. Il 2,5% (9,5%) in più delle famiglie, sostiene che il costo per accedere ad internet, attraverso i provider, sia aumentato rispetto all’anno precedente. (Infografica B.2) Durante il 2020, anno in cui abbiamo assistito, e vissuto in prima persona l’esperienza dei lockdown, il governo italiano, prendendo atto delle circostanze, e del fatto che una parte della popolazione non era in grado di sostenere i costi per accedere ai servizi offerti da internet, indispensabile in quel periodo per poter studiare e lavorare da remoto, ha stanziato dei fondi (per le famiglie con un ISEE inferiore a € 20.000) offrendo a quest'ultime, dei bonus per acquistare dispositivi e connettersi attraverso l’uso della banda larga. Nonostante questa agevolazione, il numero delle famiglie che utilizzano internet non è variato notevolmente, lasciando inutilizzata una parte consistente dell’investimento. 

Ma cosa si intende esattamente per banda larga? Vodafone ci spiega che per banda larga, si intende un parametro che definisce la quantità di dati che un canale può trasmettere in un determinato lasso di di tempo.

L’obiettivo di Vodafone, oltre a fornire le infrastrutture per il supporto della tecnologia 5G, è la tutela dell’ambiente. Il 100% delle reti dell'azienda, vengono alimentate ad acqua e da tecnologie che usufruiscono del sistema fotovoltaico, ma non solo! Con l’avvento del 5G, il numero di antenne che connettono i vari ambienti e dispositivi, verrà ridotto, riducendo in modo decisivo il fabbisogno energetico.

Grazie alla spiegazione dell’ingegnere Papetti Daniele, un esperto di reti 5G, operante all’interno dell'azienda Ericsson, abbiamo capito quanto sia effettivamente  rivoluzionaria questa tecnologia. Il 5G, a differenza delle altre reti, si basa sul concetto dello slicing, ovvero creare dei canali dedicati per ogni tipologia d’uso (cellulari, computer, intelligenza artificiale, droni...), non intasando l’intera rete. Se ad esempio una macchina con un sistema di intelligenza artificiale integrato, necessità urgentemente di comunicare con il cloud per capire se in quella determinata circostanza debba effettuare una frenata d’emergenza o meno, la rete non deve essere congestionata. Il 5G quindi risolverà grandi problemi legati alla latenza (fino a ritardi di solo 1 ms) e alle prestazioni (con una velocità di trasmissione fino ad 24 Gbps). Secondo i dati di Ericsson relativi all’anno 2020, gli utenti connessioni alla banda larga senza fili (FWA) raggiungeranno quasi i 160 milioni entro la fine del 2025. Si stima inoltre che nel 2025, sulle  reti 5G, viaggerà quasi la metà del traffico dati da dispositivi mobili. (Infografica D-E).

Abbiamo infine notato come in Italia ci sia ancora dello scetticismo riguardo all’innovazione tecnologica. Secondo una ricerca del Wired, nel 2021 alcuni comuni italiani hanno richiesto un ricorso per bloccare i lavori inerenti all’installazione di antenne 5G. Tuttavia il numero di comuni che hanno presentato un ricorso, è nettamente inferiore rispetto ai comuni che hanno richiesto l’installazione di queste infrastrutture. (Infografica A.2). L’ingegnere Papetti, ci ha inoltre spiegato come le teorie complottistiche siano prive di fondamenta: la paura maggiore tra i cittadini è quella di essere esposti a delle onde elettromagnetiche, con una frequenza tale da provocare gravi malattie, come ad esempio i tumori. Non esistono studi scientifici che affermino che le frequenze utilizzate del 5G (da 694 MHz fino a 27,5 GHz), provochino degli effetti collaterali all’uomo. In Italia, sono in vigore regolamenti ben precisi sull’uso delle radiofrequenze, stabiliti in collaborazione a un ente della pubblica amministrazione per la protezione dell’ambiente (ARPA), che si occupa di monitorare se i campi elettromagnetici abbiano una radiofrequenza compresa tra un range di 700 MHz e 27 GHz, frequenze potenzialmente non rischiose. 

Questi dati ci hanno fatto riflettere molto: nonostante l’uomo abbia compiuto enormi passi avanti in ambito tecnologico, la paura del nuovo, della diversità e del futuro, pervade ancora all’interno della nostra società