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Articolo di Data Journalism

Giovani in Panchina

L’Eurostat ha stilato una classifica con le percentuali di Neet nei Paesi dell’Unione europea (ultimo aggiornamento 2019).In essa l’Italia ricopre la prima posizione in Europa nella classifica dei Paesi con il più elevato tasso di giovani Neet (cfr. infografica statica).Ma cosa significa essere un “Neet”? Questo acronimo inglese (Not in Education, Employment or Training) sta ad indicare un gruppo circoscritto di giovani, nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni, i quali non hanno un’occupazione e non sono impegnati in un percorso di istruzione o di formazione. Ciò accade a causa delle esigue competenze e delle manchevoli esperienze richieste, invece, dal settore lavorativo. Tali carenze scaturiscono da un inefficiente sistema di transizione tra la scuola e il lavoro, in quanto rappresenta un passaggio critico nella vita di ogni cittadino poiché si assiste ad un profondo cambiamento dello status sociale del soggetto.

Il famigerato acronimo compare per la prima volta in una ricerca redatta dal “Social Exclusion Unit” del governo del Regno Unito, alla fine degli anni Novanta. A partire dal 2010, esso è stato adottato dall’Unione Europea come indicatore in merito alla condizione dei giovani disoccupati e, in occasione dei dibattiti politici europei del progetto “Youth on the move” (Gioventù in movimento), è stato espressamente riaffermato. In particolare, questa iniziativa faro designa delle azioni chiave con l’intento di rendere la formazione giovanile congrua alle esigenze del mercato del lavoro. 

Per far fronte al fenomeno “NEET”, è nato il programma “Garanzia Giovani”, il Piano Europeo finalizzato alla riduzione della disoccupazione. Esso mira ad assicurare ai giovani una proposta di lavoro, di apprendistato o di tirocinio entro quattro mesi dalla conclusione del percorso formativo o dalla mancanza permanente di un lavoro. Negli ultimi sei anni, attraverso la messa in opera di codesto progetto, il numero dei “Neet” si è ridotto di oltre 400 mila individui.

Tuttavia, a seguito dell’emergenza COVID-19, il tasso di disoccupazione giovanile è tornato a salire in maniera radicale. Il quadro pandemico ha reso inevitabile l’adozione di norme più rigorose ed efficienti rispetto alle precedenti misure. Dunque, Garanzia Giovani ha promosso un nuovo finanziamento con l’obiettivo di rilanciare le attività associate al Piano Europeo.

Constatato che il tasso di occupazione tende a decrescere laddove si hanno condizioni economiche sfavorevoli, tale tendenza si verifica anche in Italia: questo fenomeno è più diffuso nel Mezzogiorno piuttosto che nell’Italia settentrionale (cfr. infografica dinamica). 

Pertanto, come si sono attivati in Campania? Consultando gli ultimi dati raccolti dall’Istat, la Campania risulta essere tra i primi posti nella classifica dei Neet presenti nelle regioni italiane. I dati parlano chiaro: poco più di un giovane su due non ha un’occupazione stabile. Per contrastare la suddetta condizione, la regione ha attuato numerose iniziative che includono: orientamento basilare o specialistico, sostegno all’autoimprenditorialità e tirocini extracurriculari.

Tali iniziative coinvolgono i Centri per l’Impiego, i quali sono enti promotori che fanno da intermezzo tra la domanda e l’offerta di lavoro. In passato, gli inoccupati si rivolgevano agli uffici di collocamento con l’intento di essere inseriti in un contesto lavorativo. A seguito del decreto legislativo del 2003, sono stati sostituiti dai Centri per l’Impiego. Questi ultimiperdono progressivamente la funzione di collocatori e acquistano un ruolo meramente accertativo e compilativo. 

In particolare, il Centro per l’Impiego di Piedimonte Matese (CE) è beneficiario di un piano di lavoro volto ad incrementare l’occupazione e prevenire lo stato di disoccupazione. Il progetto preso in esame è stato avviato nel 2014 e si è concluso nel 2018 (cfr. infografica statica). Il costo pubblico stanziato è di €280750,99 e gli enti erogatori sono: l’Unione europea e il Fondo di Rotazione (cfr. infografica dinamica). Esso consiste nell’offrire delle opportunità ai disoccupati del luogo, tramite dei tirocini extracurriculari. Questi ultimi corrispondono a “stage” di formazione e di orientamento con lo scopo di inserire i giovani in un contesto produttivo. Avviati alla luce di una sottoscrizione tra un datore di lavoro e un soggetto promotore, a questi tirocini possono accedere individui che hanno acquisito un titolo di studio entro dodici mesi dall’inizio di tale percorso formativo. Questi hanno l’intento di colmare quelle carenze derivate dalla transizione scuola-lavoro e di conferire ai tirocinanti le competenze e i requisiti adeguati a svolgere una determinata professione. 

“Adesso è tempo di Neet” ed è quindi giunto il momento di restituire ai giovani il ruolo di protagonisti all’interno del mercato del lavoro, affinché questi ultimi possano reagire opponendosi alla condizione disagevole che vivono e portare in risalto le proprie potenzialità.