
La classe 4°A Economico Sociale del Liceo Statale “G. Marconi” di Pescara è impegnata nell’attività di monitoraggio civico del progetto Deviazione del porto canale di Pescara che punta alla riqualificazione del porto, al fine di rendere la città la “porta dell’est".
Sono 13.785.430,65€ i fondi stanziati dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 nel 2018 per finanziare questo potenziamento delle infrastrutture cittadine, nell’ottica di nuove prospettive economiche e di sviluppo della nostra città.
Attuatore e beneficiario del progetto è l’Azienda regionale delle attività produttive (ARAP). Alla città dannunziana sono molto cari non solo il mare, ma anche il suo fiume, anticamente chiamato Aternus che, per portata di acque, per opere umane e per ubicazione strategica, avrebbe meritato da sempre un porto ben più importante.
La menzione più antica risale alla seconda guerra punica: Tito Livio e Cicerone ricordano che in quei giorni il fiume trasportava sangue e anche altri scrittori antichi, Plinio il Giovane e Strabone ha illustrato come fosse navigabile e altri in età moderna e borbonica hanno narrato del fiume degli Abruzzi, evidenziandone l’importanza commerciale e militare.
La vita “moderna” del nostro fiume inizia nel 1868, quando il senatore De Vincenzi incaricò l’ingegnere Tommaso Mati di redigere un progetto per la realizzazione di un porto sul fiume Pescara, al fine di garantire un approdo più sicuro e attrezzato alle navi che rientravano dalla foce del fiume.
Durante la seconda guerra mondiale la città fu bombardata e ridotta ad un cumulo di macerie; alla conclusione del conflitto la zona portuale fu rapidamente ricostruita e per alcuni decenni contribuì alla rinascita della città, grazie allo sviluppo dell’attività ittica, del traffico mercantile e petrolifero, nonché del settore turistico.
Agli inizi degli anni ’70, la motonave “Tiziano” garantì il passaggio di turisti ed auto sulla rotta Pescara-Spalato (Croazia).
Il fiume è soggetto all’inesorabile fenomeno dell’insabbiamento per i detriti trasportati dalla corrente e necessita di costante dragaggio al fine di mantenerne la navigabilità anche per navi di una certa stazza.
Quest’opera non è mai stata svolta con puntualità e così il servizio della Tiziano fu interrotto ed il tratto cittadino del fiume è divenuto sempre più a rischio di esondazione, soprattutto in questi ultimi anni per gli eventi climatici divenuti sempre più estremi e frequenti.
Agli inizi degli anni 2000, per superare il problema dei bassi fondali del fiume, sono state attuate altre soluzioni come la costruzione di una diga foranea e di una darsena commerciale esterne al vecchio porto canale.
Nel 2014 il Consiglio Comunale di Pescara ha approvato il Piano Regolatore Portuale d’Intesa con l’autorità marittima e, nell’estate del 2016, l’AdSP (Autorità del sistema portuale) ha realizzato una “banchina virtuale” che si estende dalle coste delle Marche a quelle dell’Abruzzo per 215 km, con l’obiettivo di creare lavoro e favorire l’evoluzione del porto di Pescara da porto turistico a commerciale, per contendere il primato a quello di Ortona, oggi unico porto commerciale della regione Abruzzo.
Questo, con i suoi fondali di 6,5m di profondità, ha un traffico commerciale di sole 1.040 tonnellate di merci movimentate rispetto a Trieste che, con le sue circa 55.000 tonnellate all’anno, è il porto più importante d’Italia e dell’Adriatico.
È impensabile che la città di Pescara, con un aeroporto, una rete autostradale e ferroviaria nell’asse ovest/est del centro Italia, non abbia un porto adeguato per le future rotte commerciali verso l’est: nasce da qui il lavoro monitorato che, entro il 2024, vuole creare ulteriori bacini in mare per ottenere altri attracchi, un ampliamento della zona commerciale ed uno sfogo per il fiume con risparmio sulle costose operazioni di dragaggio (vedi figura allegata).
Questo progetto, chiamato nel documento Nuovo piano regolatore del porto di Pescara- Regione Abruzzo, “Corridoio V meridionale”, vuole valorizzare la trasversale ovest-est tra il Tirreno e l’Adriatico, tra il sistema portuale di Civitavecchia e quello di Pescara-Ortona, lungo la connessione di collegamento dell’autostrada A24 e della ferrovia Roma-Pescara. Nella visione d’insieme le merci in partenza da Barcellona, invece di transitare per il Nord Italia e affrontare più lunghi tragitti, una volta approdate a Civitavecchia si dirigeranno verso il porto d’Abruzzo per essere esportate nell’Est Europa.
Ciò porterà un arricchimento di tutti gli enti coinvolti anche in maniera periferica (come le ditte per i trasporti).
Il 2024 non è poi così lontano per augurarci di vedere realizzata questa straordinaria infrastruttura. Il team di ricerca “Li Funar” si propone di raccogliere ulteriori informazioni intervistando i vari enti coinvolti: l’autorità portuale, la Regione Abruzzo, il Comune di Pescara, il Presidente della Confcommercio e l’Università D’Annunzio, nonché i rappresentanti della marineria pescarese.