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Articolo di Data Journalism

Il Fondale da risanare

Il Mar Piccolo è un bacino costiero che si estende a nord della città di Taranto su una superficie di circa 20,7 Km2 ed è suddiviso in due aree: I e II seno, in comunicazione con il Mar Grande tramite il canale navigabile (artificiale) e il canale di Porta Napoli (naturale). Entrambi i fondali dei seni presentano delle sorgenti sottomarine di acqua dolce (citri) che contribuiscono a regolare la temperatura e la salinità del Mar Piccolo. Tali caratteristiche ambientali sono alla base dell’elevata biodiversità di questa zona tanto da essere Ambiente Prioritario per la Direttiva Habitat (direttiva europea 92/43/CEE del 21/05/1992). Il Mar Piccolo riveste un ruolo di grande importanza ambientale ed economica. Sono di fatto presenti diversi impianti di mitilicoltura, in particolare di mitile mediterraneo (Mytilus galloprovincialis) emblema gastronomico della città di Taranto. Tuttavia, il bacino è stato influenzato da un intenso processo di industrializzazione che ne ha determinato l’inserimento tra le 15 aree classificate “ad alto rischio ambientale”. Con il Decreto del 10-01-2000, il Ministero dell’Ambiente ha approvato il perimetro del sito di interesse nazionale (SIN) di Taranto con un’estensione di 4.383 ettari di terra e 7.006 ettari di mare [infografica statica]. Con successivo Decreto n.468 del 18-09-2001, Taranto è stata inserita nel "Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale". Le attività di bonifica riguardano le aree industriali, gli specchi marini (Mar Piccolo) e salmastri (Salina grande). Le principali fonti di inquinamento sono rappresentate dal più grande centro siderurgico europeo Acciaierie d’Italia (ex ILVA), la raffineria Eni, l’industria cementiera CEMENTIR e dall’Arsenale Militare. L’attività industriale in prossimità del Mar Piccolo ha determinato un'alterazione ambientale dei fondali e delle acque, specialmente quelle del primo seno. Vi è una considerevole concentrazione di IPA (Idrocarburi aromatici policiclici), PCB (policlorobifenili) e metalli pesanti quali mercurio, arsenico, cadmio e piombo. 

Il bioaccumulo di tali sostanze nei prodotti della mitilicoltura ne impedisce il commercio con conseguenze economiche importanti per la città. Con il Decreto Legge 129/2012, convertito con la legge n. 171/2012, è stata disposta la nomina di un Commissario Straordinario con l’obiettivo di fronteggiare le criticità ambientali e sanitarie di Taranto. Con il commissario, Vera Corbelli, è iniziata un’ampia indagine di caratterizzazione ambientale in collaborazione con ARPA Puglia, ISPRA, IRSA-CNR e Università A. Moro di Bari che ha portato nel 2021 alla pubblicazione dei dati sull’importante rivista scientifica “Naure” e all’innovativo progetto di d’intervento e bonifica “life4marpiccolo”. Più recentemente sono stati pubblicati dall’IRSA-CNR e Università A. Moro di Bari dati di determinazione e distribuzione dei principali inquinanti chimici nei sedimenti superficiali del I seno del Mar Piccolo. I dati ricavati mostrano come il settore meridionale del I seno (indicato come area 170) risulta essere il più compromesso dal punto di vista ambientale, presentando la concentrazione di alcuni metalli pesanti superiore rispetto ai limiti di legge determinati dal Decreto Legislativo 152/2006. Una caratterizzazione geologica del suolo marino ha inoltre evidenziato la presenza di solchi sul fondale derivanti dal passaggio di grandi navi e dal trascinamento delle ancore che contribuiscono alla risospensione dei sedimenti contaminati, rendendoli costantemente disponibili al naturale filtraggio da parte dei mitili [infografica dinamica]. Ciò è compromettente per la contaminazione della flora, della fauna marina e per la salute umana.

Ad oggi l’intervento di bonifica è stato limitato alla caratterizzazione ambientale e alla rimozione dei materiali di natura antropica dai fondali del Mar Piccolo, tra cui il mercato ittico galleggiante realizzato nel 2004.  

In questi anni sono state valutate metodologie di risanamento del fondale marino mediante dragaggio (escavazione), capping (copertura) e altre tecniche innovative, tuttavia non ci sono attuazioni effettive in tal senso. Risulta quindi sospeso l’intervento di bonifica dei sedimenti del I seno del Mar Piccolo e si sta intervenendo esclusivamente nello studio della stabulazione dei mitili in Mar Grande. Il progetto in collaborazione con ARPA Puglia, IRSA-CNR, ASL di Taranto, Capitaneria di Porto e dell’amministrazione comunale prevede la valutazione della riduzione dei contaminanti accumulati nei mitili coltivati nel Mar Piccolo per trasferimento nelle aree preposte del Mar Grande. 

Attendendo i risultati della sperimentazione e i provvedimenti che intenderà adottare il nuovo commissario straordinario, continuiamo ad interrogarci sulla sospensione dell’intervento di bonifica e sulla mancata prosecuzione delle indagini per il risanamento ambientale di un’area che è una risorsa naturale e economica straordinaria qual è il Mar Piccolo di Taranto.