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Raccontare la ricerca

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Il nostro team si chiama MyTreasure, nome che fa riferimento ai tesori della nostra terra e il logo è rappresentato da elementi marini per richiamare l’oggetto principale della nostra ricerca. Il progetto di ricerca da noi scelto, la realizzazione di un centro di eccellenza per la documentazione, informatizzazione e promozione dei beni culturali marini siciliani è infatti volto a recuperare e salvaguardare un importante patrimonio della nostra terra, quello sommerso del mare. L’obiettivo è quello di sfruttare un centro inutilizzato della nostra città per monitorare costantemente i relitti sommersi e i materiali di varia natura, conoscere la composizione dei reperti recuperati e il loro valore storico e artistico, al fine di intervenire in maniera immediata per il loro restauro e la loro corretta conservazione.

Il nostro  team è formato da giovani studenti frequentanti la classe III B, indirizzo turismo, dell’I.S. “Duca Abruzzi Libero Grassi”. Noi compagni abbiamo potuto scegliere il progetto, gli obiettivi e i soggetti attraverso metodi di comunicazione a distanza quali video conferenze a causa della pandemia legata alla diffusione del SARSCoV-2. Tra i vari progetti, legati al tema che più ci attrae e sta a cuore, Cultura e Turismo, è spiccato quello riguardante il centro per il recupero e la salvaguardia dei beni marini in Sicilia perché per noi il patrimonio sommerso del nostro mare rappresenta un vero e proprio Tesoro e vogliamo tutelarlo. Siamo interessati a scoprire come tale progetto è nato, la sua storia e di cosa si occuperà il centro principale. I soggetti a cui è rivolto sono tutti i cittadini di Palermo e della Sicilia perché potrà avere una ricaduta positiva per il nostro territorio che possiede un importante patrimonio archeologico anche marino. 

​La realizzazione di un centro all’avanguardia per la documentazione dei beni marini subacquei della Regione Siciliana era uno dei sogni dell’archeologo e assessore palermitano ​Sebastiano Tusa, scomparso nel marzo 2019Grazie anche all’interesse della moglie​ Valeria Li Vigni, attuale soprintendente del mare della Regione Siciliana,  tale sogno inizia a concretizzarsi. Ad occuparsi delle questioni finanziarie è il dirigente dei Beni Culturali ​Sergio Alessandro. ​Stefano Zangara è, invece, colui che si occupa del centro, nonché uno degli architetti più importanti della regione e grazie a lui questo progetto può essere reale.​

Gli analisti hanno riscontrato che non sono stati ancora effettuati pagamenti per questo progetto, quindi non ci è fornita una minima percentuale. Al momento a Palermo è presente solo una sede: quella del Roosevelt, che si trova all’Addaura. I lavori di adattamento della sede verranno realizzati in 12 mesi: è previsto che la struttura sarà operativa a giugno del prossimo anno. Sono previsti interventi per oltre 2.000.000€ per dotarlo di attrezzature e locali idonei alla documentazione dei beni culturali subacquei, al loro studio, al restauro e alla ricerca in alto fondale. L’ex istituto Roosevelt è un esempio dei diversi spazi inutilizzati della nostra città che tuttavia gode di una splendida posizione rivolta al mare tra Palermo e la spiaggia di Mondello. Venne realizzato nel 1948 come colonia per gli orfani di guerra, in seguito divenne il cantiere navale Roma e successivamente fu affidato ai padri vocazionisti. Già da diverso tempo era emersa l’intenzione del governo regionale di trasformare l’ex istituto in un centro di eccellenza del mare ma tale progetto aveva incontrato numerose difficoltà burocratiche, tra assegnazione di spazi, sequestri e dissequestri;  lo stesso archeologo e assessore palermitano Sebastiano Tusa insieme a molte associazioni cittadine, aveva lanciato diversi appelli perché si procedesse al risanamento dei locali abbandonati e saccheggiati. Nel 2013 viene risolta l’assegnazione dei locali e nel 2014 il progetto viene sottoscritto per l’istituzione di un polo di eccellenza per la tutela ambientale e culturale del Mediterraneo; il progetto viene riformulato e presentato nuovamente dalla Soprintendenza del Mare sul Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020 “Patto per la Sicilia” e per un importo di 2.200.000 €. Esso prevede il restauro del piano terra del padiglione Tresca, il rifacimento degli impianti e l’arredo degli uffici e dei laboratori. 

Oggi possiamo finalmente dire, a distanza di vent’anni, che la prossima apertura dei cantieri per i lavori di ristrutturazioni potrà avvenire a fine emergenza covid.