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Articolo di Data Journalism

Acqua: tutta la verità!

Acqua: tutta la verità!

Il nostro articolo di data journalism, relativo al servizio idrico nazionale, è stato redatto sulla base dell’analisi dei dati rilevati attraverso un sondaggio somministrato alla popolazione locale e successivamente confrontati con le fonti ISTAT e ATO relativi alle provincie siciliane.

La lettura dei dati ISTAT, reperibili online, ha confermato lo stato di disagio territoriale relativo alla distribuzione di acqua, fornendo delle percentuali di riduzione del servizio che oscillano tra il 70% e 80% nell’intervallo temporale 2012/2018. In particolare, nell’area territoriale della provincia di Agrigento, la disponibilità d’acqua è passata da 24.490.000 metri cubi nel 2012 a 2.995.000 metri cubi nel 2018 (vedi grafico n.6). Questi dati inducono ad ipotizzare che il cittadino, per sopperire alla carenza idrica, debba ricorrere all’approvvigionamento da parte di fornitori privati.

In linea con le informazioni raccolte, un articolo sul portale TrueNumbers (https://www.truenumbers.it/acqua-sprecata/) evidenzia che nel 2015 in Italia la dispersione di acqua ammontava ad una percentuale media di circa 38.3%. Questa perdita potrebbe soddisfare il fabbisogno di circa 40 milioni di persone (vedi grafico n.7). 

Questi dati, intersecati con il livello di fiducia della popolazione italiana sulla potabilità dell‘acqua corrente (il 29% non considera l'acqua del rubinetto potabile - vedi grafico n.4), hanno avviato un processo di indagine territoriale che ha restituito, attraverso la somministrazione di un questionario alla popolazione locale sull’efficienza del servizio idrico (valutato in un intervallo temporale che va dall’anno 2015 all’anno 2020), le seguenti informazioni evolutive del servizio stesso:  

•            Miglioramento in termini di tempistica nella gestione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria;  
 

•            Miglioramento in termini di qualità degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; 
 

•            Peggioramento relativo alla quantità di acqua distribuita; 
 

•            Netto peggioramento relativo agli intervalli temporali di distribuzione dell’acqua.                                                                                                                                    

Dai dati osservati e successivamente confrontati con le pubblicazioni ISTAT, è emerso che la Sicilia è la seconda regione con la percentuale più alta (27%) di famiglie che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua. I disservizi, su base nazionale, coinvolgono circa 2.198.000 famiglie, il 61,9% delle quali vive nel mezzogiorno d’Italia.

I nove " ATO idrici" della Sicilia, aventi tutti estensione provinciale, sono stati costituiti con l’intento di migliorare la gestione logistica della rete e del servizio idrico, ma a causa di una gestione politica discontinua il servizio reso ha disatteso le aspettative.  

L’ATO della Provincia di Agrigento, che ha gestito per diversi anni la rete idrica in forma mista (Consorzio tre sorgenti di Canicattì - Società Girgenti acque), ha manifestato molteplici disfunzioni che hanno indotto, da circa un anno, i 43 comuni della provincia ad optare per una gestione del servizio solo in forma pubblica. 

Gli unici ATO dove è attivo un gestore d’ambito del servizio idrico sono quelli di Enna e Caltanissetta: Siciliacque SpA. 

Risulta evidente che la discontinuità gestionale, gli attriti tra le varie forme pubbliche e private e la mancanza di tutela dell’utenza hanno determinato un innalzamento dei costi del servizio di distribuzione, risultando il più caro in Italia, a fronte di un servizio molto carente.

L’analisi condotta e i dati ottenuti impongono delle riflessioni sulle eventuali strategie da adottare al fine di migliorare il servizio di erogazione idrica, affinché l’acqua, bene prezioso ed indispensabile per antonomasia, possa fattivamente diventare fruibile a tutti, attraverso un equo e ragionevole impegno economico.