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Articolo di Data Journalism

Dalla magnificenza del passato all'incuria del presente: un tempio da valorizzare!

Per realizzare il secondo report di Asoc, noi del Alayos Team abbiamo deciso di contattare l’archeologa Maria Grazia Aisa, che per trent’anni ha lavorato presso la Direzione generale dei Beni culturali e paesaggistici della Calabria. Così il 24 gennaio, abbiamo accolto nel nostro istituto la dott.ssa che ci ha presentato il progetto “Punta Alice Santuario Apollo Aleo-Cirò Marina”. La dott.ssa ha introdotto il suo discorso specificando che l’intervento in oggetto è un atto di programmazione del Por Calabria 2007/2013 – Asse V – Settore beni Culturali, obiettivo operativo 5.2.1.1. con Delibera della giunta regionale n. 487 del 06 novembre 2012. Il progetto è stato realizzato con il protocollo d’intesa e accordo di collaborazione tra la Sovrintendenza per i beni Archeologici della Regione Calabria e il Comune di Cirò Marina e prevedeva le seguenti realizzazioni:

Interventi conservativi,

restauro,

scavo archeologico,

realizzazione centro polifunzionale,

adeguamenti funzionali e di sicurezza.

Il progetto dell’area archeologica avrebbe dovuto fornire degli elementi portanti per dare piena attuazione al Sistema regionale dei musei, delle aree e dei parchi Archeologici della Calabria. In particolare, voleva garantire una piena fruibilità del patrimonio archeologico, tramite una realtà polivalente a risposta della domanda turistica e non solo, sempre più orientata verso una diversificazione dei servizi; una realtà anche museale che contribuisse ad una conoscenza più ravvicinata del patrimonio archeologico, storico e demo antropologico e a migliorare la componente interattiva, multimediale e tecnologica al fine di diversificare le applicazioni, consentendo al fruitore un’esperienza poli sensoriale della visita. Il polo avrebbe dovuto essere quindi una struttura molto flessibile, predisposta ad ogni tipo di attività artistica e culturale, avrebbe dovuto dare servizi e avrebbe dovuto accogliere manifestazioni ed istallazioni volte a valorizzare in ogni caso il sito e il territorio in generale. L’idea progettuale consisteva nella realizzazione di una struttura mista, vetro, legno, cemento armato e pietra locale, composta dall’intersezione di due corpi rettangolari nel quale snodo sarebbe dovuto nascere una piccola corte verde per valorizzare ancora di più la luce naturale. La pianta prevedeva un blocco prospiciente l’ingresso da destinare all’accoglienza e ai servizi igienici; poi tramite la corte si sarebbe dovuto sviluppare lo spazio del book shop, quello del punto ristoro ed infine la sala polivalente che avrebbe dovuto accogliere piccoli convegni, mostre, istallazioni temporanee e qualsiasi altro evento compatibile.

Le facciate esposte a sud ed a est sarebbero dovute essere in parte vetrate, opportunamente schermate con brise soleil in legno trattato e sul fronte era previsto uno specchio d’acqua sia per favorire le condizioni microclimatiche, sia per esigenze progettuali; in parte in muratura rivestita in pietra locale con taglio squadrato e montata sfalsata. Le facciate esposte ed ovest e a nord avrebbero dovute essere in muratura e completamente intonacate. Vista la tutela dell’area archeologica, prima della realizzazione degli scavi di fondazione bisognava approfondire un’analisi del terreno per rilevare eventuali reperti.

Dopo aver spiegato ciò che prevedeva il progetto, la dott.ssa Aisa ha chiarito che i 210.000,00 rendicondati sul sito di Open Coesione sono stati utilizzati per realizzare lo scavo e il restauro di pareti del Santuario e una parte è servita alla musealizzazione dei reperti. L’intervista alla dott.ssa Aisa è stata utilissima per scoprire che il progetto, in realtà, è stato concluso.

Dopo aver descritto in maniera minuziosa il progetto voluto dall’ora sindaco di Cirò Marina , Roberto Siciliani, la dott.ssa Aisa ci ha detto che fu realizzato solo lo scavo archeologico e i lavori di recinzione e di illuminazione, mentre la realizzazione del book shop fu bloccata per l’intervento di una visita ispettiva, che non riteneva opportuno realizzare quest’opera per l’impatto che creava con il territorio circostante.

Procedendo nella ricerca, vogliamo ora scoprire perché il Santuario di Apollo Aleo è in uno stato di degrado e abbandono, sembra che tutti se ne siano dimenticati sia l’amministrazione comunale che la Direzione dei beni archeologici e paesaggistici della Calabria.