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Articolo di Data Journalism

Cosa c’è al di là delle mura?

 

Cosa c’è al di là delle mura?

Il progetto scelto dal nostro team riguarda i tirocini rivolti a soggetti a rischio di esclusione sociale quali detenuti o affetti da dipendenze. Attraverso il sito dell’Istat abbiamo effettuato un’analisi di contesto e determinato, quindi, quanti sono i detenuti e quali sono i potenziali fruitori dei corsi. L’indagine è stata compiuta a 3 anni dal diploma e a 3 anni dalla laurea. Le carceri italiane sono molto affollate e, osservando il grafico, si può evincere che la maggioranza dei detenuti è di sesso maschile, con le donne che rappresentano una porzione minima del totale dei detenuti nelle carceri italiane. Possiamo notare anche che la fascia di età di cui la maggioranza dei detenuti fa parte, è quella tra i 50 e i 59 anni, a seguire la fascia dei 35-39 e 30-34. Logicamente, scarseggiano i detenuti over 70, così come i detenuti di età compresa tra i 18 e i 20 anni.

Per quanto riguarda la provenienza dei reclusi, osservando un grafico a torta, si nota che la maggior parte di essi, circa il 79%, è generalmente europea. A seguire, con una percentuale sostanzialmente elevata, ci sono gli africani, che costituiscono il 17.1% della popolazione carceraria sul suolo italiano; asiatici e americani, invece, compongono una fetta minima di tale grafico, essendo rispettivamente il 2.47 e l’1.57% dei reclusi totali.

Osservando un altro grafico, che illustra le regioni con più reclusi, possiamo evincere subito che la Sicilia costituisce una parte molto rilevante dei detenuti italiani, superando essa la soglia dei 6000 detenuti, al pari della Lombardia, nonostante quest’ultima abbia circa il doppio degli abitanti dell’isola. Un’altra parte di non poca rilevanza è costituita dalla Campania (nota per il suo tasso di criminalità elevato) e dal Lazio. Le regioni con meno detenuti, come si può immaginare, sono Molise e Valle d’Aosta (oltre alla provincia autonoma di Bolzano), mentre un dato curioso lo offre la Calabria che, con i suoi circa 2 milioni di abitanti, ha molti più detenuti del Veneto, il quale possiede più del doppio degli abitanti della regione meridionale.

L’Istat raccoglie, inoltre, i dati sui corsi professionali tenuti dai carcerati, con la Lombardia che presenta il maggior numero di iscritti, 248, esclusi i 174 reclusi che hanno già terminato il percorso formativo. A sorpresa, la piccola Umbria presenta ben 117 iscritti, nonostante la popolazione carceraria totale superi di poco la soglia dei 1000 reclusi. Altre regioni che hanno un numero non indifferente di iscritti sono: la Sicilia, con 70 iscritti (sebbene il numero totale di reclusi, come detto in precedenza, è molto elevato), il Piemonte con 108 iscritti e la Campania, che ne ha 62 (anche quest’ultima, però, come la Sicilia, ha un numero elevato di detenuti).

Per quanto concerne la tipologia di tali corsi formativi, essi sono tra i più disparati; cucina e ristorazione suscitano il maggior interesse, con 124 iscritti (forse a giudicare dalla scarsa qualità del cibo servito in prigione). Anche giardinaggio e agricoltura attirano l’interesse dei detenuti, insieme ad arte e cultura, che presentano rispettivamente 105 e 104 iscritti. Al contrario, arti grafiche e televisive, falegnameria, informatica e legatoria e tipografia destano poco interesse, non raggiungendo neanche i 10 iscritti per corso. Un dato curioso lo offre il corso di lingue, avendo esattamente 0 iscritti, forse considerando che la maggior parte dei detenuti fatica a parlare anche la propria lingua madre.

Altri soggetti a cui è rivolto tale progetto sono quelli affetti da dipendenze, in modo particolare ci siamo rivolti a coloro che soffrono di ludopatie, un problema di cui ultimamente si sente parlare sempre più spesso. Ci siamo soffermati a valutare le motivazioni che spingono tali soggetti a cadere in questa dipendenza ed è emerso che la maggior parte prova per pura e semplice curiosità. Solo il 18% ammette che gioca con la speranza di vincere. L’analisi condotta ha fatto emergere che i giochi online sono in crescita e al primo posto con il 42% troviamo le scommesse sportive, a seguire con il 24% c’è il poker, l’ultima posizione la guadagnano le scommesse ippiche.

Purtroppo dobbiamo rilevare una carenza di dati riguardante gli esiti di tali tirocini formativi, non siamo stati in grado di stabilire quanti dei soggetti che hanno frequentato tali corsi hanno effettivamente iniziato a lavorare, dunque, al momento, non possiamo valutare se siano stati o meno efficaci. Il nostro team, a breve, incontrerà finalmente i responsabili del progetto così da ottenere ulteriori informazioni e conoscere un mondo lontano dalla nostra realtà.