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Articolo di Data Journalism

Quando il cicloturismo fa pedalare l’economia e la società!

Quando il cicloturismo fa pedalare l’economia e la società!

Immersi nel progetto da noi chiamato “Pedaliamo per l’ambiente”, abbiamo iniziato le nostre ricerche di monitoraggio civico e, precisamente, ci siamo addentrati nel mondo dei dati e delle statistiche.

Il Progetto si chiama Intense – itinerari turistici sostenibili. Il nostro primo passo è stato capire che cosa fosse prima ancora di andare a cercare altri dati. Una volta acquisiti i dettagli sul progetto abbiamo iniziato la nostra analisi. Già la parola analisi fa capire che occorre andare a fondo e fare una ricerca. Solitamente, facciamo delle ricerche molto in superficie; invece stavolta abbiamo usato i nostri strumenti digitali e la rete Internet proprio per approfondire e per ricavare il maggior numero di informazioni possibili. Abbiamo perciò scoperto che esistevano siti con link che rimandavano ad altri siti, file scaricabili e documenti disponibili in linea. Abbiamo anche avviato dei contatti con esponenti istituzionali e figure professionali che si sono occupate in prima persona del progetto stesso e che ci daranno risposte a breve.

Il sito della Regione Sardegna ne parla in un articolo di presentazione di un evento del dicembre 2018 e legato a Intense e dice: “Il parco di Porto Conte rappresenta il modello cicloescursionistico della Sardegna nell’ambito di INTENSE. I percorsi cicloescursionistici si snodano lungo i tre principali comprensori del parco (Capo Caccia, Punta Giglio e Monte Doglia-Arenosu), garantiscono valori naturalistici e culturali, sicurezza, accessibilità attraverso la rete viaria, interconnessione fra tracciati e interfaccia con i tracciati previsti dal piano della Rete ciclabile della Sardegna. Assessorato regionale del Turismo e azienda speciale del parco di Porto Conte hanno condiviso un piano per interventi di ripristino e miglioramento su percorsi già esistenti e sulla segnaletica. È stata completata l’analisi del contesto, dell’accessibilità e della fruizione del parco; individuati porte d’accesso, centri, poli di fruizione e aree di fruizione integrata.” (https://www.regione.sardegna.it/j/v/2568?s=380916&v=2&c=3692&t=1).

I dati raccolti sono stati tanti e occorreva fare una selezione nella marea di informazioni che ci ha inondato. Non pensavamo di poter racimolare simili dati sul web.

Innanzitutto, il progetto Intense è stato finanziato per la maggior percentuale tramite fondi FESR e cofinanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020 (4.335.000 su 5.100.00 di euro); la durata è stata di due anni (2017-2019). In questo periodo sono state portate a termine varie parti del progetto: dalla creazione degli hub posti fisicamente nelle località scelte fino alla creazione di un sistema informatico per la promozione degli itinerari turistici.

Gli itinerari turistici considerati sono precisamente cicloturistici proprio perché sono dei percorsi realizzati per chi ama pedalare immerso nella natura e muoversi in modo sostenibile. Le varie regioni si sono occupate di aspetti diversi ma hanno in comune l’idea di valorizzare le loro zone, soprattutto quelle fruibili da parte di un turista amante della natura ma che vuole usufruire di infrastrutture attrezzate per questo tipo di attività. Si è voluto anche pensare a un modo per destagionalizzare il flusso turistico soprattutto per regioni a vocazione turistica balneare.

Le varie regioni hanno standard condivisi che sono reperibili sulle Risorse correlate nel sito Interreg, sul file Che cosa si realizza, T2.2.3_IT&FR.

L’obiettivo era quello di conciliare due aspetti fondamentali: preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse. Su questo abbiamo focalizzato la nostra attenzione e sulla valorizzazione di questo tipo di attività per incrementare l’uso della bici da parte di giovani, per incrementare le entrate economiche per gli operatori del settore, per incentivare le istituzioni a realizzare infrastrutture in zone spesso trascurate. Allo stesso tempo, però, abbiamo posto l’attenzione sul rispetto della natura perché anche le ciclovie che hanno un basso impatto ambientale possono incidere sull’ambiente in vari modi (i ciclisti che potrebbero abbandonare rifiuti nei percorsi, spesso ubicati in riserve naturalistiche; l’abbandono di parti di bici o pezzi di ricambio; le gomme che sono fatte di materiali inquinanti; la cementificazione in zone che invece dovrebbero restare incontaminate; la realizzazione dei percorsi in zone da proteggere).

Abbiamo preso in considerazione dati sull’uso delle bici precedenti l’avvio del progetto, poi il Piano regionale della mobilità ciclistica della Sardegna, gli indirizzi tecnici relativi a Intense e il piano per la realizzazione di itinerari ciclabili regionali, che ipotizzano percorsi che vanno oltre quelli voluti tramite Intense.

Nel file Output T1 002, abbiamo scoperto che la ciclovia sarda nel progetto doveva essere di 686 Km suddivisi in varie tappe. In questo documento compare un quadro conoscitivo e un quadro progettuale e si evidenziano le criticità.

Ci sono vari partner, tra cui il CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna) e il CIREM (Centro Interuniversitario di Ricerche Economiche e Mobilità).

Il CRS4 si è occupato dell’analisi dello stato dell’arte sulla gestione delle informazioni collegabili ai percorsi ciclabili ed escursionistici nelle Regioni Partner; del modello dei dati Intense per la rete ciclabile e quella ciclo-escursionistica; del calcolo degli indicatori intense per la rete ciclabile e quella ciclo-escursionistica; delle tassonomie intense.

Il CIREM si è occupato di fare un prospetto con il calcolo dei costi degli interventi prioritari e a completamento della ciclovia sarda.

Altri dati raccolti riguardano l’importanza del cicloturismo e i benefici che se ne traggono. Mentre abbiamo trovato sul Piano della Regione dati relativi all’uso della bici in Europa nel 2016, noi abbiamo fatto un sondaggio costituito da una serie di domande, tra le quali c’erano appunto dei quesiti riguardanti questo aspetto.

Noi abbiamo analizzato non tanto il lato economico del cicloturismo quanto l’interesse verso un tipo di turismo sostenibile e abbiamo cercato di capire quanto gli adolescenti siano interessati ad andare in bici percorrendo sentieri all’interno di parchi e riserve naturali, proprio come i tre percorsi Intense che si snodano all’interno del Parco di Porto Conte nel territorio di Alghero.

Abbiamo proposto una scala di valori da 1 a 5 dove 1 era per nulla e 5 era molto. I nostri coetanei risultano in percentuali maggiori abbastanza e molto interessati a questo tipo di turismo.

Allo stesso modo, possiamo notare che la grande maggioranza preferisce fare percorsi in bici immersi nella natura. Questi dati nel nostro piccolo contesto possono essere considerati dei campioni di una realtà che esiste su larga scala.

A questo proposito abbiamo elaborato un grafico dove si può notare che nel 2015 il valore economico più alto dato dall’uso della bici riguarda proprio il cicloturismo più che altre voci e altri usi.

In uno studio si è analizzato il valore del mercato cicloturismo all’interno dell’Unione europea, nel 2012, con le ricadute economiche su vari settori. L’Italia figura tra i primi 10 paesi che trae benefici economici da questo settore.

I vantaggi economici di questo tipo di turismo sono abbastanza importanti ma vanno ancor più valorizzati. Si genera reddito e occupazione a livello locale non solo per quanto riguarda gli aspetti legati all’escursione singola nella ciclovia ma anche per le strutture ricettive e per tutte le altre attività del territorio. Anche le ricadute sull’ambiente sono positive. Intanto, si usano meno mezzi che consumano combustibili fossili anche per spostarsi verso le spiagge, molto vicine alle ciclovie di Porto Conte e poi si riqualificano territori e zone magari trascurati per lungo tempo. Anche l’inquinamento acustico è ridotto con l’utilizzo della bici. Inoltre, per lo spostamento esiste una rete di trasporti pubblici, treni e autobus, predisposti per il trasporto di questo mezzo a due ruote.

Esistono pure benefici sociali dati dall’uso della bici. Uno studio del 2008 documenta esattamente questo fatto. Noi, nel nostro sondaggio, abbiamo chiesto quali sono le destinazioni preferite.

La percentuale maggiore, 51,1%, mostra che gli itinerari non urbani sono i preferiti e quindi si torna alla tematica legata a un turismo o a uno svago di tipo sostenibile, a contatto con la natura.

Abbiamo trovato anche una tabella dove si illustravano le principali caratteristiche dei cicloturisti europei. I turisti austriaci, francesi e tedeschi preferivano la Sardegna come meta per una vacanza all’insegna della bici. Avevano un’età media che oscillava tra i 30 e i 60 anni, viaggiavano in famiglia per una media di 7/8 giorni con una spesa giornaliera per l’alloggio che oscillava tra i 70 e i 120 euro. Il tipo di sistemazione era vario: dagli hotel 4 stelle, a camping o B&B. I periodi preferiti erano la primavera e l’autunno.

Questi dati confermano che la scelta delle ciclovie a scopo turistico è azzeccata: c’è una ricaduta economica per le strutture della zona e si valorizzano stagioni in cui normalmente il flusso turistico è limitato.

Questi punti a vantaggio sono anche punti deboli in quanto non sempre le strutture ricettive risultano aperte tutto l’anno e a volte non sono sufficienti. Manca anche una sorta di coordinamento tra le varie ciclovie e le regioni del Tirreno e quindi l’offerta risulta frammentata e frammentaria.  Spesso gli investimenti non sono sufficienti perché la realizzazione di infrastrutture ha costi elevati e si dà la precedenza a qualcosa di considerato più urgente e prioritario.

Per concludere, possiamo affermare che il cicloturismo è sicuramente un campo da sfruttare ma nel pieno rispetto della natura. Sarebbe necessario reperire ulteriori fondi e programmare la realizzazione e il completamento di una rete che veramente possa collegare del tutto le zone considerate a vantaggio di tutta la società. È nostra intenzione fare domande su questa tematica ai responsabili dei progetti e sponsorizzare questi percorsi per allargare l’utenza e cercare di capire come poter contribuire a uno sviluppo armonico di tutto ciò attraverso idee che siano fattibili sul lato pratico.

Per il momento la stagione è quella giusta per fare un bel giro nelle ciclovie già realizzate!

(I grafici di cui parliamo sono presenti nell’infografica dinamica allegata all’articolo)