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UN NUOVO VOLTO PER IL QUARTIERE MEDIEVALE DI BOSA

UN NUOVO VOLTO PER IL QUARTIERE MEDIEVALE DI BOSA 

L’Amministrazione comunale di Bosa con la finalità di ripopolare e far rivivere il centro storico “Sa Costa” ha sempre avuto l’intenzione di sfruttare vecchi stabili facenti parte del patrimonio pubblico del Comune in modo da riqualificati e destinarli a giovani coppie o ad attività artigianali o culturali per favorire la ripresa e ripopolamento del borgo.

Successivamente il Comune di Bosa risultando vincitore del Bando FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) è stato inserito in un progetto ampio e articolato che prevedeva diversi interventi nel centro storico e su altri stabili d’interesse culturale della città.

“Interventi quartiere medievale Sa Costa” è un progetto volto a riqualificare il quartiere di Sa Costa nella città di Bosa, sostenuto con un costo pubblico di 1.328.535,82 euro, di cui oltre la metà proviene da finanziamenti europei. Di questa somma, dobbiamo considerare che 980.000 euro sono stati effettivamente utilizzati per i lavori materiali, mentre la restante parte è stata impiegata per le spese tecniche e per l’IVA. Nel 2016, una volta conclusi i lavori, gli spazi vengo affidati alle Associazioni che già agivano nel territorio della città di Bosa per la promozione della lavorazione del filet. Si tratta di un’antichissima arte tradizionalenata e sviluppatasi nel borgo medievale di Sa Costa, che col tempo rischiava di andare perduta, ma la tenacia e dedizione delle donne di Bosa hanno strappato all’oblio, perseverando nella riproduzione degli antichi motivi iconografici chiamati tecnicamente “mustras”. 

Dalle interviste condotte dai Project managers, Nicole Menna, Miriam Ferrai e Angelo Marras, è emerso che ad operare in questo settore, al momento, siano ben tre associazioni: “Manos de Oro – Filet di Bosa”, “Ea de Osa” e “La Foce”. Tra i dati e dettagli interessanti apprendiamo che la quasi totalità degli associati che è impegnata nella lavorazione del filet è costituita da donne, fatta eccezione per un uomo a “Manos de Oro – Filet di Bosa”. L’età media delle ricamatrici/ricamatori appartiene alla fascia d’età compresa tra i 50-70 anni. Pochissimi i giovani iscritti: solo in “Ea de Osa” ritroviamo due donne tra i 20 e i 40 anni. La Regione Sardegna con il patrocinio del Comune di Bosa, nel tentativo di avvicinare i giovani ad aspetti della tradizione sarda, ha coinvolto le tre Associazioni in un progetto in cui l’arte della lavorazione del filet veniva impartita in lingua sarda. 

Le Associazioni sono no-profit e si autofinanziano per l’acquisto delle materie prime e per l’organizzazione di eventi e mostre. 

I prodotti realizzati con questa complessa e preziosa lavorazione attraggono spesso l’interesse dei visitatori, italiani e stranieri, che soggiornano a Bosa in particolar modo nella stagione primaverile-estiva, i quali molto spesso non ammirano semplicemente i lavori ma si soffermano a confrontarsi con le donne sulle tecniche e i motivi dell’antica arte del filet, su aspetti di storia del territorio e della società, favorendo così uno scambio e un confronto non solo culturale ma anche umano. 

Ultimamente alla produzione di centrini, scialli, ventagli, applicazioni per tende e tovaglie, fondostore, mantovane e tende si affianca la realizzazione di monili che imitano la lavorazione della filigrana, anch’essa prodotto tipico degli orafi bosani, al fine di adeguare alle mode dei tempi i prodotti di questa anticalavorazione.

Il progetto “Interventi quartiere medievale Sa Costa” si è proposto degli obiettivi a lungo termine: alla ristrutturazione dei fabbricati e al potenziamento della viabilità e accessibilità del centro storico infatti è seguita la creazione dei laboratori, di cui si è parlato, e attualmente sono ordinari gli interventi di riqualificazione generale per incentivare la fruibilità e favorire le future iniziative dell’amministrazione comunale sempre nell’ottica della conservazione e della promozione del patrimonio storico, culturale e artistico della città di Bosa.