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Malasanità nella Locride: i benefici del modello "Casa della Salute"

La buona sanità è ancora un miraggio in Calabria (e soprattutto nella Locride). L’assistenza attualmente garantita, caratterizzata da un evidente squilibrio tra offerta e domanda dei servizi, lascia a dir poco esterrefatti. Un’analisi complessiva dei dati, infatti, suggerisce due elementi fondamentali: una grave carenza di posti letto ordinari disponibili in rapporto al numero degli abitanti (infografica din. 1) rispetto agli standard garantiti nelle regioni virtuose (nel grafico, in Emilia-Romagna), anche a testimonianza dei corposi flussi di pazienti in uscita dalla nostra regione, ed una criticità aggravata se si parla di casi post-acuti (infografica din. 2), che possono contare quasi esclusivamente su posti letto in strutture accreditate, secondo una logica che non garantisce poli assistenziali di riferimento alla cittadinanza. In questo contesto, il nostro team, IGEA 2.0, ha deciso di monitorare i finanziamenti per la Casa della Salute di Siderno, la cui realizzazione potrebbe riqualificare il sistema ospedaliero regionale con funzioni diverse, sia a livello amministrativo, sia specialistico - sanitario e sia socio – inclusivo, sempre se associata alla riqualificazione dell’Ospedale Spoke di Locri (unico sul territorio), che, con la concretizzazione del progetto “casa della salute”, potrebbe trovare ulteriori motivazioni nella sua annosa battaglia. Il lavoro di analisi del nostro team si è dapprima soffermato sulle notizie ricavate dal sito di opencoesione.gov.it, ma la ricerca si è rivelata vana, in quanto non abbiamo trovato nessun pagamento effettuato a fronte dei 9.760.000 euro finanziati per la realizzazione del progetto. Non ci siamo, però, persi d’animo e abbiamo cercato alcuni dati secondari dalla fonte ISTAT (Noi Italia), su base regionale, per approfondire la situazione sanitaria della nostra regione a confronto con l’Italia, in generale, ed il Mezzogiorno, nello specifico, per quanto riguarda il contributo di ogni famiglia alla spesa sanitaria totale ed i posti letto disponibili nelle strutture ospedaliere. Come viene focalizzato nel grafico n°1, la spesa sanitaria per famiglia sul totale, nel confronto Calabria - Italia, vede la Calabria al di sotto della media nazionale, con un rialzo minimo che va da un 20,1%, nel 2005 ad un 21,6% nel 2016 e con punte minime del 18,6% (nel 2007), contro il 22,5% del resto d’Italia, e del 18,7% (nel 2009) contro il 21,7% sempre a livello nazionale. Nel confronto Calabria - Mezzogiorno ( cfr.grafico n°2), invece, sempre per quanto riguarda la spesa sanitaria per famiglia, va riconosciuto che la Calabria ha buone percentuali, passando da un 20,1% nel 2005 ad un 21,1% nel 2012 e superando la situazione del resto del Sud, che passa da un 17,3% nel 2005 ad un 19,6% nel 2016. Sembra, quindi, che la Calabria, dovendo escludere a priori l’efficienza complessiva delle sistema sanitario, abbia minori possibilità in termini di spesa, elemento, questo, che aumenta esponenzialmente il valore delle strutture pubbliche per la comunità. Per quanto riguarda i posti letto, la situazione della regione non è delle migliori: nel confronto Calabria – Italia (cfr grafico n.3) si parte da un 3,9% nel 2005 fino ad avere una discesa  notevole al 2016 con il 2,4% rispetto alla media nazionale. Nel confronto, invece, Calabria - Mezzogiorno ( infografica din. 1) la situazione è un po’ diversa, perché si parte da 3,9% nel 2005 rispetto al 3,7% del Mezzogiorno, mantenendo una buona media per diversi anni, 3,6% nel 2007 contro il 3,1% del Mezzogiorno; il 3,4% nel 2008 contro il 3,3% del Mezzogiorno, per arrivare al 2010 con il 3,2% con il 3,1 del resto del Sud, poi si delinea una discesa abbastanza sostanziale dal 2012 con 2,7% contro il 3% del Mezzogiorno, il 2,5% nel 2013, il 2,2% nel 2014 e il 2,1% nel 2015; un leggero rialzo si ha nel 2016 con il 2,4% rispetto al 2,8% del Mezzogiorno. Però, non soddisfatti, siamo andati ulteriormente ad indagare ed abbiamo rilevato che la gestione dei posti letto è affidata per lo più a strutture accreditate in tutte le province calabresi ( cfr. grafico n°4, a corredo dell'articolo).  La provincia di Crotone risulta in testa per i posti letto privati, mentre quella di Vibo Valentia all’ultimo posto. Diversa è la situazione per i posti letto pubblici,al primo posto la provincia di Vibo Valentia e all’ultimo posto la provincia di Reggio calabria. Dall’infografica n.2, poi, risulta chiara la necessità di creare poli pubblici gestiti direttamente dalle ASP che possano garantire i livelli minimi di assistenza ai malati cronici ed ai non urgenti, oggi destinati ad ospedali sovraccarichi e male organizzati o a strutture private sparse sul territorio.  In un contesto del genere, è chiaro che noi giovani abbiamo sentito il bisogno di dire la nostra, cercando di sensibilizzare le amministrazioni, ma anche l’opinione pubblica, attraverso un sondaggio sulla Casa della salute di Siderno che ha dato i seguenti risultati:

-il 67% degli intervistati ha affermato di non sapere neanche cosa dovrebbe essere la "Casa della Salute", mentre solo il 32% ha dichiarato una certa consapevolezza sul tema;

-circa il 63% degli intervistati giudica le difficoltà economiche e strutturali che affliggono la sanità calabrese come un grave ostacolo per l'erogazione dei servizi assistenziali;

-le colpe per tale situazione vengono ripartite più o meno equamente tra Ministero della Salute, Regione Calabria e direzione-personale amministrativo delle ASP e delle AO territoriali.

Attivare una struttura come quella che stiamo monitorando significa poter dare una svolta positiva al problema sanitario, sia dal punto di vista della sicurezza del cittadino che dal punto di vista occupazionale e inclusivo. Una realtà che potrebbe migliorare la qualità della vita del nostro territorio, e trovare punti di accordo amministrativi e politici, superando tante polemiche sul vicino ospedale di Locri, dando più vigore e motivazione alle manifestazioni e interventi a suo favore.