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Open Data, Monitoraggio Civico,

Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Raccontare la ricerca

MILLE FORME DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Noi ragazzi della III A scientifico del Liceo “Vincenzo Linares” di Licata siamo venuti a conoscenza dell’iniziativa “A Scuola di Open Coesione”, per la prima volta, quando la nostra prof di italiano ce l’ha proposta come un progetto innovativo, originale, che ci sarebbe servito anche come alternanza scuola lavoro. Siamo rimasti sorpresi dagli obiettivi che si propongono le politiche di coesione e meravigliati dal gran numero di progetti avviati nel nostro comune, tanto che abbiamo cominciato a visitare il sito come se fosse un libro tutto da sfogliare. L’avvio della didattica a distanza ha certamente rallentato l’inizio delle ricerche, ma la volontà di scoprire e far qualcosa di utile non è stata intaccata. Ci siamo subito divisi in due gruppi e lanciati alla ricerca.  
Il punto d’arrivo è stato un progetto scelto per il grande valore che ha per l’intera comunità, in quanto luogo di accoglienza, posto sicuro, simbolo di salvezza in caso di calamità: a questo progetto abbiamo deciso di dedicare il nostro tempo e il nostro impegno. È un progetto che vede impegnati Protezione Civile e Comune nel garantire il funzionamento di un’area di attesa ammassamento ricovero per la gestione di emergenze di protezione civile. Lo abbiamo scelto quindi per il contributo attivo che può dare a tutti noi.
Il nome che abbiamo dato al team ricalca proprio l’idea di salvezza che il progetto ha suscitato in noi. Ci siamo ispirati alla località in cui è stata costruita la struttura di ricovero, cioè via Panepinto, ed è stato facile associarvi la parola “pane”, da sempre simbolo di accoglienza, di ciò che è essenziale, di salvezza. Dopo aver preso in considerazione vari nomi, la scelta è caduta su “Bread & Storm”, scelta su cui ha influito la suggestione del titolo del libro “Pane e tempesta” di Stefano Benni, che parla di un progresso sfrenato che distrugge le realtà caratteristiche e l’identità comune che contraddistingue le piccole comunità. Di conseguenza ci è sembrato notevole il fatto che l’Europa, finanziando e promuovendo iniziative del genere, si impegni per evitare che le piccole realtà comunali cadano sotto i colpi del progresso. Abbiamo visto nel termine “bread” la salvezza che rappresenta questo centro della Protezione Civile e nel termine “storm” la tempesta sia in senso figurato che, ancora di più, in senso letterale.
Alla scelta del nome è seguita subito la fase di progettazione del logo, raffigurante una tenda, il cui interno è illuminato da una lampadina, che si staglia su uno sfondo arancione, su cui imperversa una tempesta formata da macrogocce di acqua. La tenda simboleggia, come il pane, la salvezza e la sicurezza, ma è anche un simbolo della Protezione Civile, la cui centralità nella gestione di questo progetto è sottolineata dall’aggiunta del logo sopra l’ingresso, quest’ultimo disegnato aperto perché gli effetti di questa iniziativa toccano tutti, nessuno escluso. La lampadina è la luce della speranza che tutto si risolva, la luce della scienza che ci salva, la luce dell’umanità che è in noi e trasferiamo in chi ha bisogno. Lo sfondo arancione è il colore dell’accoglienza, contornato dal blu dell’Unione Europea. Il tema della tempesta è ripreso pure qui, nelle macrogocce: ognuna di queste incarna un pericolo per la società e tutte insieme la burrasca che può imperversare (o imperversa) sull’umanità.
Quando abbiamo iniziato ad occuparci di questo monitoraggio eravamo gasati all’idea di misurarci con una sfida del genere, sapevamo che all’inizio non sarebbe stato semplice capire come agire per instradare il progetto sulla via del successo, ma avevamo tanta voglia di metterci in gioco e di dare prova delle nostre abilità. Abbiamo speso le prime riunioni per studiare il materiale disponibile, per comprendere gli obiettivi da raggiungere e per discutere di come iniziare con il piede giusto. Il primo passo è stato stabilire per sommi capi i requisiti necessari che l’oggetto della nostra attività di monitoraggio avrebbe dovuto avere: grande visibilità, un grande vantaggio per tutta la popolazione del territorio e avrebbe dovuto essere al passo con i tempi. Dopo di ciò ci siamo arrovellati il cervello per capire quale tra le possibilità proposte fosse la più vantaggiosa; abbiamo perso un po’ di tempo per imparare a barcamenarci sul sito di Opencoesione e abbiamo incontrato nei primi tentativi non poche difficoltà, ma con lavoro assiduo e determinazione abbiamo scelto, a nostro parere, per il meglio. In seguito abbiamo stabilito la divisione dei ruoli sulla base delle nostre attitudini e capacità; completati i preparativi e compilato il canvas di progettazione ci siamo dedicati al report. Il lavoro procede speditamente, ci stiamo impegnando molto, ci stiamo anche divertendo e siamo orgogliosi di darci da fare per valorizzare il nostro territorio, protagonista della storia occidentale. Crediamo fermamente nella politica di coesione dell’Unione Europea, che vede nei piccoli nuclei sociali, ad esempio i paesi, le cellule dell’organismo internazionale che mira a costruire, per garantire lo sviluppo ed un futuro migliore. Il cittadino europeo deve essere consapevole di ciò che significa far parte della realtà politica in cui si trova; deve conoscere e saper valorizzare le sue radici storiche e culturali per contribuire al conseguimento dei grandi progetti dai quali dipenderà il futuro. Il nostro lavoro è rivolto prevalentemente a noi giovani, che rappresentiamo la società di domani; la nostra formazione e la nostra consapevolezza sono fondamentali per cogliere le opportunità che ci offre questo mare magnum che ci circonda e che mai come adesso ha influenzato la nostra società e la nostra vita.

La nostra ricerca per la scelta del progetto è iniziata navigando sul sito di ASOC, dove abbiamo scoperto gli strumenti del monitoraggio civico, oltre al progetto preso in considerazione ovviamente. Subito dopo la suddivisione in due sottogruppi, abbiamo iniziato a raccogliere documenti, i primi dei quali riguardanti i pagamenti effettuati, trovati sul sito della regione Sicilia. Abbiamo, poi, secondo le attitudini di ognuno di noi, scelto i ruoli da assumere e abbiamo cominciato la ricerca ricavando i primi dati. Il nostro fine è quello di far comprendere alla cittadinanza l’importanza della presenza di un centro di ammassamento e ricovero e del lavoro svolto dalla Protezione civile.
Il nostro progetto, Linea d’intervento per la realizzazione di aree di protezione civile in provincia di Agrigento (CUP: G62F14000020006), attualmente concluso - data d’inizio prevista 04/05/2015 ed effettiva 12/06/2015, data di termine prevista 04/09/2015 ed effettiva 25/09/2015 – appartiene al ciclo di programmazione 2007-2013 del FESR Sicilia nel tema ambiente (prevenzione dei rischi) che prevede la realizzazione di interventi infrastrutturali prioritari nella pianificazione di protezione civile e per la prevenzione e mitigazione dei rischi ed è stato sovvenzionato al 75% dall’Unione Europea, al 21% dallo Stato e al 4% dalla Regione.
Il progetto, consistente nella realizzazione di un’area di attesa, di ammassamento e di ricovero per la gestione di emergenze di protezione civile, ha avuto un costo pubblico di 481.679,48 €, effettuati al 90% nel 2015 e per il restante 10% nel 2016.