Contatti

Open Data, Monitoraggio Civico,

Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Raccontare la ricerca di dati e informazioni

La ferita non maschera la bellezza della vita

Noi Concret(t)i Vi portiamo a Gibellina vecchia, una cittadina dell'entroterra siciliano, rasa al suolo dal devastante terremoto della Valle del Belìce del 1968. Qui è stata realizzata dal genio di Alberto Burri una straordinaria opera di Land Art: il Cretto. "Un'opera d'arte grande quanto un paese intero". Burri è andato sopra le macerie della città e le ha intrise creando dei blocchi di cemento, mantenendo le vie e le strade intatte così com'erano. Uno degli obiettivi che ci siamo proposti nella scelta di questo affascinante progetto è comprendere il significato di questa forma di "Archeologia Rovesciata": non viene portato alla luce ciò che è stato sepolto ma viene conservato sotto la luce ciò che viene sepolto ovvero la morte. Il colore bianco del Cretto simboleggia la luce che ritorna dopo l'esperienza del buio pesto del sisma. Ritorna non nel nuovo centro di Gibellina ma laddove vi erano le macerie. La ferita del terremoto così non maschera la bellezza della vita. Si giunge al Cretto quasi per sbaglio con poche indicazioni stradali e una volta arrivati prevale un assordante silenzio interrotto solo dagli elementi della natura: il campanaccio del gregge, i gigli nel prato, il vento, il cinguettio degli uccelli. Ecco così individuato un altro obiettivo della nostra ricerca ovvero il ritorno ad una vita campestre e agreste lontana dalla schizofrenia urbana. Determinati gli scopi del nostro monitoraggio, gli analisti si sono messi subito al lavoro. Hanno raccolto informazioni sul restauro e completamento del Cretto sia sui siti istituzionali che su testate giornalistiche online. Da tali fonti è emerso l'ammontare complessivo del finanziamento (utilizzato per il 99%), la data di inizio e di fine dei lavori (in linea con quanto previsto senza alcun ritardo), i soggetti programmatori, attuatori e beneficiari del progetto (la Regione Siciliana e il Comune di Gibellina). Abbiamo individuato gli obiettivi generali, specifici ed operativi che attraverso l'erogazione del finanziamento si volevano raggiungere (rivolti alla valorizzazione del territorio). I relativi dati numerici sono stati trascritti su tabelle in excel e realizzati i correlativi grafici. Abbiamo successivamente individuato le persone fisiche e gli enti istituzionali che costituiscono gli attori principali del progetto: i responsabili del progetto architettonico, il responsabile unico del procedimento, il coordinatore della sicurezza e il Comune di Gibellina. Circa il 27% del finanziamento è stato utilizzato per remunerare la manodopera costituita da operai specializzati e qualificati. Le macchine industriali impiegate nel progetto comprendono gli autocarri, gli autocarri con cassone e gru, il dumper e  i mini escavatori. Parte dei costi sono stati assorbiti dall'acquisto di vari attrezzi manuali: impastatrici, carriole, cesoie elettriche, impianti di iniezione per miscele cementizie, decespugliatore a motore, idropulitrice, gruppo elettrogeno. Nonostante la buona quantità di dati trovati, necessitiamo di ulteriori informazioni utili ai fini del monitoraggio. Per far ciò abbiamo contattato telefonicamente il sindaco del Comune di Gibellina e l'assessore alla Cultura con i quali avremo presto un confronto. Ci piacerebbe intervistare anche i professionisti che hanno realizzato idealmente e materialmente il restauro del Cretto. Desideriamo conoscere se sono emerse  criticità  nell'espletamento dei lavori.
La nostra ricerca, comunque, non si fermerà solo all’analisi dei dati del progetto, a capire cosa è stato realizzato e come. Sappiamo purtroppo che il sito oggi si trova in stato di abbandono. Di chi è la responsabilità?  Ecco i nostri futuri passi: abbiamo intenzione di intervistare non solo chi si è occupato di gestire i finanziamenti ricevuti, ma anche i funzionari del Comune di Gibellina, il Sindaco, la Pro-loco per capire come mai un territorio ricco di storia e di beni archeologici, storici e culturali come il nostro, non venga valorizzato come si dovrebbe; molti di noi, pur conoscendo il Cretto di Burri, non lo hanno mai visitato. Ed i turisti?  In quanti lo visitano? Quanti turisti arrivano a Gibellina e quanti conoscono l’esistenza del Cretto di Burri? Quest'ultimo rientra in un circuito turistico? La nostra area è sempre più economicamente depressa, con una disoccupazione in aumento e con un alto tasso migratorio in uscita come evidenziano i dati ISTAT. Eppure abbiamo beni che potrebbero rappresentare preziose risorse turistiche per il territorio della Valle del Belìce e che purtroppo continuano a restare sotto una spessa coltre di polvere anche dopo essere stati realizzati. Noi Concret(t)i proveremo a capire il perché e a trovare delle risposte. Se siete curiosi come noi, continuate a seguirci!