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Acque reflue: qualche dato sull’utilizzo delle acque e la loro depurazione in Italia

Le acque reflue o di scarico sono tutte quelle acque che dopo il loro utilizzo in attività domestiche, agricole e industriali, non risultano più idonee a un loro uso diretto in quanto contaminate da diverse tipologie di sostanze organiche e inorganiche pericolose per la salute pubblica e per l'ambiente naturale. Per tale motivo non possono essere reimmesse direttamente in ambienti naturali come terreni, mari, fiumi e laghi. Le acque vengono raccolte dalle reti fognarie e convogliate all'impianto di depurazione attraverso collettori. Abbiamo già descritto nella prima parte di questo percorso, le fasi che caratterizzano il processo di depurazione. Al termine di questo processo che può essere più o meno avanzato, l’acqua in uscita può definirsi pulita e quindi riutilizzabile. Come si evince da uno dei grafici presente nell’infografica “Ciclo dell’acqua: approvvigionamento ed uso”, le acque vengono riutilizzate prevalentemente in campo agricolo e, in modo minore, in campo industriale e civile.
La scarsità di acqua dolce è un problema cruciale a livello planetario, originato da molteplici cause, tra cui lo stile di vita contemporaneo, l’inquinamento, la pressione demografica. Nel ciclo dell’acqua un ruolo fondamentale è svolto dal sistema della depurazione a cui abbiamo dedicato l’infografica dal titolo “Ciclo dell’acqua: depurazione delle acque reflue”. Le acque reflue sono una preziosa risorsa, come evidenziato nel 2017 dal Rapporto Unesco: “Acque reflue. La risorsa inesplorata ”. Il rapporto evidenzia che l’80% delle acque nel mondo sono restituite all’ambiente senza depurazione adeguata. Nel 2015 in Italia il numero stimato di impianti in esercizio era 17.897. Come possiamo vedere dal diagramma a torta, il Nord è il territorio con il maggior numero di impianti. Sud e Isole hanno una minor percentuale di impianti di depurazione presenti nel territorio. La percentuale è del 64,6% nel Nord-ovest, più basse le percentuali nelle altre zone d’Italia con differenze da regione a regione che è possibile conoscere consultando una delle nostre infografiche interattive.
Gli impianti di depurazione presenti sul territorio italiano si distinguono in base alla tipologia di trattamento effettuato, ovvero rispetto alla percentuale di abbattimento dei carichi inquinanti. Sono raggruppati, dal più semplice a quello maggiormente efficace, nei seguenti tipi: vasca Imhoff, primario, secondario che include tutti i trattamenti biologici e infine avanzato, che include fasi di affinamento più approfondito, oltre che di filtrazione finale. Attraverso il grafico a ciambella è possibile ricavare informazioni sulla presenza di impianti di depurazione delle acque reflue per tipologia sull’intero territorio nazionale. Il grafico a barre mostra come le diverse tipologie si distribuiscano con peso differente nelle diverse zone del territorio italiano. Da tale grafico emerge come siano le regioni del Sud e delle Isole a registrare, in proporzione alla loro più bassa estensione territoriale, le percentuali più elevate di impianti che eseguono un trattamento di tipo avanzato o almeno secondario.
Un focus della situazione nella nostra regione, la Sicilia, permette di vedere come alcune province hanno un numero più alto di impianti di depurazione rispetto ad altre e che sono presenti impianti al momento non attivi.
Il recupero delle acque reflue è una delle due fasi che appartiene all’intero ciclo che l’acqua attraversa nella filiera ad uso urbano e civile. L’altra fase è caratterizzata dall’approvvigionamento e uso dell’acqua potabile. Soprattutto in questa prima fase è rilevante ed importante controllare la qualità dell’acqua prelevata e successivamente immessa nella rete idrica come acqua potabile. Il relativo grafico presente nell’infografica “Ciclo dell’acqua: approvvigionamento e uso” mostra come si distribuisce, sempre nell’anno 2015, il numero di prelievi eseguito in Italia, mettendo in evidenza quali siano le fonti idriche che in modo prevalente permettono l’approvvigionamento nel territorio italiano.
Uno dei problemi principali è pero dovuto alla dispersione di acqua che caratterizza l’intero ciclo. Attraverso uno dei grafici a torta, è possibile vedere quali siano le percentuali destinate ai diversi utilizzi in considerazione anche della percentuale di acqua dispersa ed evincere che questa ammonta a ben il 48% circa.
Per far sì che l’utilizzo delle acque sia parsimonioso ed efficace, è necessaria una concreta politica del ciclo integrato delle acque, con investimenti adeguati sia del settore pubblico che di quello privato. Dai dati analizzati emerge che tutta l’Italia è interessata dalla necessità di depurare le acque da reimmettere nel ciclo vitale. Tuttavia, alcune regioni hanno lavorato meno di altre in tal senso. Una politica di sensibilizzazione su tale argomento è necessaria. Ci auguriamo con tale progetto di contribuire a tale fine.