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Articolo di Data Journalism

L’abitare collaborativo: esperienze di cohousing in Italia e un esempio di sperimentazione locale

La raccolta di dati sull’impatto sociale ed economico della conversione in spazi abitativi solidali dell’ex Ferriera ci ha fatto scoprire l’esistenza di nuove forme di abitare inclusivo e collaborativo. Infatti, forme di condivisione di abitazioni e dei servizi che esistono già da alcuni anni nell’Europa del Nord di recente sono state adottate anche in Italia, soprattutto nel Centro Nord.

Abbiamo così potuto contestualizzare i dati specifici relativi al progetto, ricavati dal sito di Opencoesione [Grafico 1], che hanno consentito di rappresentare graficamente il flusso dei pagamenti: l’andamento  risulta abbastanza costante fino al dicembre 2017, anno in cui viene erogata la cifra più alta. Successivamente si rilevano alcuni pagamenti di importo minore, fino ad interrompersi del tutto da gennaio 2018. A tutt’oggi il progetto risulta non concluso. Lo stesso grafico consente di visualizzare l’entità dei contributi dei vari enti finanziatori: l'Unione Europea (40%), Fondo di rotazione (28%), altra fonte pubblica (20%) e la Regione Toscana (12%).  Infine, abbiamo rilevato lo stato di avanzamento del progetto in relazione agli importi percentuali dei pagamenti, pari a 388.493€ su 2.034.963€ stanziati, ovvero circa il 20% dell’importo totale.

Ci siamo poi concentrati sui dati di contesto, in particolare su quelli relativi al problema della casa a livello nazionale e locale, interrogando le banche dati Istat. Innanzitutto, abbiamo verificato qual è stata la spesa media mensile per l’abitazione nell’anno 2019 per nucleo familiare, constatando che, soprattutto nel Nord Italia, essa ha superato i 500€. Costi leggermente più bassi si registrano nel Centro (tra i 400 e 450) e, infine, nel Sud e nelle Isole, dove non superano i 300€. Da questo emerge che la spesa media sostenuta dalle famiglie a livello nazionale per l’abitazione è comunque alta, pari cioè a circa 450€ [Grafico 2].

Sempre dai dati Istat è stato possibile analizzare l’andamento dei prezzi delle abitazioni nel periodo 2013-2021. Nel biennio dal 2013 al 2015 il prezzo delle abitazioni appare in diminuzione; dopo il 2015 i prezzi hanno ripreso a salire, con un’impennata tra la fine del 2020 e gli inizi del 2021. Questa oscillazione è forse da attribuire agli effetti a lungo termine della crisi economica iniziata nel 2008, che ha portato ad una svalutazione degli immobili a causa del calo della domanda; la fase di ripresa evidenziata nel grafico si è interrotta dal 2020 a causa degli effetti economici della pandemia.

Probabilmente proprio in risposta al problema dell’abitazione si sono diffuse anche in Italia esperienze di modelli abitativi alternativi, basati sulla solidarietà, l’inclusione e la condivisione. La nostra principale fonte di informazione sono stati alcuni studi promossi da associazioni il cui obiettivo è  la condivisione delle competenze e la sperimentazione partecipativa nell’ambito dell’abitare sociale e collaborativo. In particolare ci siamo avvalsi dei report pubblicati sul sito dell’associazione HousingLab di Milano (housinglab.it). Da qui abbiamo ricavato diverse informazioni: le fasce di età di chi sceglie di abitare in cohousing; la composizione dei nuclei familiari; la tipologia degli alloggi; la presenza e la destinazione degli spazi comuni; i servizi offerti nelle strutture di cohousing.

Ne è emersa una maggiore propensione all’abitare collaborativo da parte di persone appartenenti a fasce d’età relativamente giovani (dai 19 ai 35 e dai 36 ai 65 anni), di coppie con figli per quanto riguarda il cohousing e dei single per l’abitare collaborativo.

Questi dati trovano conferma anche nell’analisi relativa alle tipologie e alle dimensioni delle singole unità abitative: mentre nei cohousing, infatti, prevalgono i trilocali, nelle strutture collaborative di altra natura prevalgono i bilocali. Molto importante risulta la presenza di spazi comuni, a cui vengono destinate superfici di almeno 100 mq al coperto e di almeno 300 mq all’aperto. Quanto alla destinazione d’uso essi risultano adibiti in particolare a spazi verdi (giardini e orti), aree ricreative, tra cui sale giochi per i bambini e palestre, ambienti di utilità (lavanderie e cucine) e in qualche caso zone di lavoro, per il fai da te o il coworking. 

Studiando i dati sulle abitazioni in cohousing abbiamo compreso l’importanza di questo stile abitativo e di vita che prevede un equilibrio tra l’autonomia della casa privata e la società degli spazi comuni: esso favorisce un risparmio di tipo economico (pari a circa il 22% mensile) e garantisce vantaggi di tipo sociale (promuove la solidarietà e la cooperazione).

Proprio per questo ci sembra importante comprendere come mai i lavori per la realizzazione del condominio solidale La Ferriera non siano stati completati. I nostri passi successivi saranno dunque mirati a incontrare i rappresentanti delle istituzioni promotrici del progetto per conoscere i loro propositi e le motivazioni dell’interruzione dei lavori.