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Politiche di Coesione nelle scuole italiane

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Team Underground 1516

Report Lezione 3

Breve descrizione dell'evento realizzato

La fase esplorativa è cominciata per noi alle 8,30 del 21 marzo con una passeggiata di 9 km verso l’abbazia di Pulsano: lì ci aspettava l’archeologo Andrea Stuppiello che ci ha guidati nella visita del luogo ed è così che abbiamo conosciuto nel dettaglio le opere restaurate e i tempi di svolgimento dei lavori. Essi hanno abbracciato un periodo piuttosto lungo, dai primi rilievi degli anni '70 ai lavori eseguiti con i finanziamenti del 1998 e del 2000. Il primo lotto dei restauri (1998) si è occupato del consolidamento della struttura, il successivo della pavimentazione della chiesa e dell’alleggerimento delle volte precedentemente riempite con materiali di scarto (durante i lavori di restauro ed edificazione degli anni '50). I lavori di restauro in questo lungo arco di tempo sono risultati  molto complicati a causa della struttura complessa dell'abbazia e delle diverse parti coinvolte: Amministrazione comunale, Soprintendenza ai beni culturali, progettisti, esecutori dei lavori… Fino a questo punto la “storia” dei restauri. A tutto ciò sono seguiti i lavori finanziati con fondi POIn 2007-2013, di cui l'archeologo ci ha mostrato i risultati: - il restauro del viale  di accesso alla chiesa; - il nuovo impianto di illuminazione; - il recupero dei resti del cosiddetto eremo di san Giorgio (non sappiamo in realtà quale fosse l’uso reale della struttura) e la costruzione di un nuovo locali adiacente. Non poteva mancare un colloquio con uno dei padri della comunità monastica, padre Efrem, il quale ha lamentato la poca collaborazione con le parti coinvolte e, come se ciò non bastasse, il fatto che i lavori svolti non hanno prodotto gli effetti sperati. Infatti, secondo lui il viale risulta poco funzionale: la pavimentazione, benché eseguita con il materiale originario rimosso e poi riposizionato, è sconnessa e difficilmente calpestabile, se non con calzature estremamente comode, e ovviamente, poco fruibile da parte di persone diversamente abili. Relativamente all'impianto di illuminazione sono stati utilizzati dei faretti che, fuoriuscendo dal livello della pavimentazione, risultano pericolosi: si può inciampare con facilità. Il restauro e l' ampliamento dell'eremo sono stati completati, ma gli ambienti non sono ancora fruibili dai visitatori e dalla comunità monastica. Tuttavia, benché la struttura non sia stata consegnata ancora dagli addetti ai lavori, padre Efrem ci ha parlato di problemi di infiltrazioni di acqua piovana proprio all'interno di tali ambienti. La comunità monastica, pur ritenendo questi lavori utili, ha più volte sottolineato la necessità di realizzarne  altri più urgenti per una maggiore fruibilità del luogo sacro da parte dei visitatori. L’ultima questione affrontata con il padre ha riguardato il flusso turistico verso l’abbazia, di gran lunga inferiore rispetto a quello verso il vicino Santuario di san Michele  Arcangelo, però non imputabile alla minore importanza come luogo di culto. I padri  hanno parlato di una scarsa attenzione da parte degli enti preposti, ma al tempo stesso non ci sono sembrati particolarmente interessati a un turismo di massa, visto il carisma contemplativo della comunità. La fase esplorativa non è terminata con la visita a Pulsano. Abbiamo intervistato l’ing. Angelo Prencipe, che ci ha parlato dei primi lavori di consolidamento delle murature e della volta della chiesa, nel periodo 1998-2003; abbiamo incontrato gli architetti Antonio Ciccone e Marilina Azzarone, progettisti del restauro appena concluso; il Commissario straordinario Alberto Monno ci ha illustrato la politica culturale per l’Abbazia e gli eremi circostanti; i funzionari del Comune, Domenico Rignanese e Giampiero Bisceglia, ci hanno raccontato l’iter progettuale e l’intricata questione della proprietà del complesso abbaziale; lo studioso Alberto Cavallini ci ha regalato una prospettiva appassionata e competente sulla storia lontana e recente dell’Abbazia; i responsabili della Soprintendenza di Foggia per l’architettura e l’archeologia, dott.ssa Enza Zullo e dott. Italo Maria Muntoni, ci hanno confessato di aver dovuto intervenire in più di un’occasione per correggere le proposte di intervento dei diversi soggetti impegnati nei lavori (Comune, progettisti, impresa, comunità monastica) e che, tuttavia, i loro pareri sono stati rispettati e si è sempre lavorato in un clima collaborativo.    

Titolo del Report di Monitoraggio

Mille e un racconto sull'Abbazia di Pulsano

Link a Report di monitoraggio pubblicato su Monithon.it

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Blog Post di racconto

La fase esplorativa è cominciata per noi alle 8,30 del 21 marzo con una passeggiata di 9 km verso l’abbazia di Pulsano: lì ci aspettava l’archeologo Andrea Stuppiello che ci ha guidati nella visita del luogo ed è così che abbiamo conosciuto nel dettaglio le opere restaurate e i tempi di svolgimento dei lavori. Essi hanno abbracciato un periodo piuttosto lungo, dai primi rilievi degli anni '70 ai lavori eseguiti con i finanziamenti del 1998 e del 2000. Il primo lotto dei restauri (1998) si è occupato del consolidamento della struttura, il successivo della pavimentazione della chiesa e dell’alleggerimento delle volte precedentemente riempite con materiali di scarto (durante i lavori di restauro ed edificazione degli anni '50). I lavori di restauro in questo lungo arco di tempo sono risultati  molto complicati a causa della struttura complessa dell'abbazia e delle diverse parti coinvolte: Amministrazione comunale, Soprintendenza ai beni culturali, progettisti, esecutori dei lavori… Fino a questo punto la “storia” dei restauri. A tutto ciò sono seguiti i lavori finanziati con fondi POIn 2007-2013, di cui l'archeologo ci ha mostrato i risultati: - il restauro del viale  di accesso alla chiesa; - il nuovo impianto di illuminazione; - il recupero dei resti del cosiddetto eremo di san Giorgio (non sappiamo in realtà quale fosse l’uso reale della struttura) e la costruzione di un nuovo locali adiacente. Non poteva mancare un colloquio con uno dei padri della comunità monastica, padre Efrem, il quale ha lamentato la poca collaborazione con le parti coinvolte e, come se ciò non bastasse, il fatto che i lavori svolti non hanno prodotto gli effetti sperati. Infatti, secondo lui il viale risulta poco funzionale: la pavimentazione, benché eseguita con il materiale originario rimosso e poi riposizionato, è sconnessa e difficilmente calpestabile, se non con calzature estremamente comode, e ovviamente, poco fruibile da parte di persone diversamente abili. Relativamente all'impianto di illuminazione sono stati utilizzati dei faretti che, fuoriuscendo dal livello della pavimentazione, risultano pericolosi: si può inciampare con facilità. Il restauro e l' ampliamento dell'eremo sono stati completati, ma gli ambienti non sono ancora fruibili dai visitatori e dalla comunità monastica. Tuttavia, benché la struttura non sia stata consegnata ancora dagli addetti ai lavori, padre Efrem ci ha parlato di problemi di infiltrazioni di acqua piovana proprio all'interno di tali ambienti. La comunità monastica, pur ritenendo questi lavori utili, ha più volte sottolineato la necessità di realizzarne  altri più urgenti per una maggiore fruibilità del luogo sacro da parte dei visitatori. L’ultima questione affrontata con il padre ha riguardato il flusso turistico verso l’abbazia, di gran lunga inferiore rispetto a quello verso il vicino Santuario di san Michele  Arcangelo, però non imputabile alla minore importanza come luogo di culto. I padri  hanno parlato di una scarsa attenzione da parte degli enti preposti, ma al tempo stesso non ci sono sembrati particolarmente interessati a un turismo di massa, visto il carisma contemplativo della comunità. La fase esplorativa non è terminata con la visita a Pulsano. Abbiamo intervistato l’ing. Angelo Prencipe, che ci ha parlato dei primi lavori di consolidamento delle murature e della volta della chiesa, nel periodo 1998-2003; abbiamo incontrato gli architetti Antonio Ciccone e Marilina Azzarone, progettisti del restauro appena concluso; il Commissario straordinario Alberto Monno ci ha illustrato la politica culturale per l’Abbazia e gli eremi circostanti; i funzionari del Comune, Domenico Rignanese e Giampiero Bisceglia, ci hanno raccontato l’iter progettuale e l’intricata questione della proprietà del complesso abbaziale; lo studioso Alberto Cavallini ci ha regalato una prospettiva appassionata e competente sulla storia lontana e recente dell’Abbazia; i responsabili della Soprintendenza di Foggia per l’architettura e l’archeologia, dott.ssa Enza Zullo e dott. Italo Maria Muntoni, ci hanno confessato di aver dovuto intervenire in più di un’occasione per correggere le proposte di intervento dei diversi soggetti impegnati nei lavori (Comune, progettisti, impresa, comunità monastica) e che, tuttavia, i loro pareri sono stati rispettati e si è sempre lavorato in un clima collaborativo.    

Immagine in evidenza

Domanda 1

A padre Efrem è stato chiesto: «Qual è il problema principale riscontrato dopo i lavori di restauro?»

Risposta 1

L’antico muro medioevale è costruito sulla roccia e addossato in buona parte al terreno. All’esterno non è stato possibile creare un’intercapedine perciò l’acqua piovana si infiltra facilmente nelle murature. Le ultime precipitazioni abbondanti hanno allagato il pavimento. È stata creata una canalizzazione che porta le acque all’esterno dell’eremo e impedire che defluiscano sul pavimento ma il problema in realtà non è stato risolto.

Domanda 2

Al funzionario del Comune Giampiero Bisceglia: «Come è possibile che a lavori ultimati ci siano infiltrazioni di acqua piovana?»

Risposta 2

Come fate a dire che ci sono infiltrazioni d’acqua se i lavori non sono stati ancora consegnati? Chi vi ha fatto entrare nell’edificio? È stato fatto un lavoro di canalizzazione che ha risolto il problema.

Domanda 3

Ai progettisti architetti Antonio Ciccone e Marilina Azzarone: «Per quale motivo stando a quanto ci hanno riferito pur essendo stati completati i lavori nell’Eremo di san Giorgio si stanno verificando fenomeni di infiltrazione di acqua piovana?»

Risposta 3

Le infiltrazioni non sono dovute ai lavori di restauro ma alla presenza di un tombino sovrastante la struttura che raccoglie le acque piovane del viale principale e le convoglia proprio sulla parete esterna dell’eremo. La portata delle acque è così diventata di gran lunga superiore a quella originaria che sarebbe stata facilmente assorbibile dal terreno.

Video del Monitoraggio Civico

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Edizione ASOC: 1516

Scuola di appartenenza:

Liceo Classico "Gian Tommaso Giordani"

MONTE SANT'ANGELO (FG)