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Articolo di Data Journalism

IL PASSATO CHE RITORNA...

Un tempo elemento caratterizzante della vita sociale ed economica di Monfalcone, la Roggia di San Giusto, rappresentava l’anima della comunità. La Roggia sgorgava dal Carso precisamente in borgo San Michele - località Pozzale ai piedi del colle carsico della Gardisca, antico castelliere (insediamento protostorico della Venezia - Giulia). Riceveva il contributo di altre rogge in località chiamata Fontane per poi attraversare la piazza di Monfalcone quasi in diagonale, procedeva per l’attuale Via Rosselli e dopo il Duomo svoltava a destra per Via Giacich. Prima della costruzione dei canali Dottori e Valentinis ai primi del Novecento, la Roggia si estendeva a Panzano fino allo sbocco in mare nell’attuale bacino. Un percorso storico, che simboleggiava lo scandire della vita dei cittadini. Il torrente era la lavanderia delle massaie monfalconesi sulle cui rive trascorrevano ore a lavorare e parlare affidando al suo corso limpido le loro storie, anche le più intime del tempo. Inoltre, proprio per la ricchezza d’acqua della ROGGIA, fu costruito vicino il cotonificio, industria importantissima per la città ancor prima dei cantieri. La sua attività fu aperta nel 1884 e in seguito rilevata dalla famiglia Brunner, a lungo detentori del primato locale nel settore tessile. Rimase in attività per molti anni con la denominazione di “Cotonificio Triestino”. Si trattava di una bellissima costruzione a due piani, che si distingueva per una torretta dai ricchi motivi stilistici neo-medievali. La fabbrica è stata demolita nei primi anni Ottanta del secolo scorso e oggi al suo posto è stato costruito un parcheggio coperto.  Una memoria storia di inestimabile valore. Ma che cosa è accaduto poi? Semplicemente La Grande Guerra ha fatto scempio anche di questo fiumiciattolo ed è per questo che, nei primi anni trenta del Novecento, si decise la tombatura. Ancora peggio negli anni ’60 -70 furono costruiti dei condomini lungo il corso della Roggia che scaricavano le loro acque nere anziché nel sistema fognario nel canale. Per dare meno nell’occhio i tratti sono stati tombati e piano piano è interamente scomparso dalla vista dei cittadini. In origine la Roggia era a cielo aperto e raccoglieva unicamente acque sorgive carsiche e meteoriche.Coprendo interamente il canale, la situazione è andata peggiorando in quanto altri sversamenti sono stati occultati e diretti nel canale. Questo finchè l’ARPAV non ha lanciato l’allarme coinvolgendo l’IRIS ACQUA, facendo partire le ispezioni. Quello che però è nato come necessità ambientale, passa ad essere considerata anche una necessità statica. L’ARPAV aveva individuato la Roggia come collettore di sostanze inquinanti in quanto nel suo percorso prendeva in carico queste sostanze portandole al punto di sbocco nel Golfo di Panzano e aveva addirittura riscontrato, in base alle correnti, delle tracce sulle spiagge. Siamo negli anni tra il 2013-2014 e viene sollevata la gravità del caso. Scattano le prima indagini e sopralluoghi. L’analisi consiste nel prelevare campioni di acqua per analizzare la presenza di sostanze inquinanti. Il tutto rientra nell’ambito del programma dell’accordo tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione. Si arriva al 2018 quando parte questo grandioso progetto che oggi, dal sodalizio tra il Governatore del Friuli Venezia Giulia Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint e la società IRISACQUA, nella persona del presidente Graziani, è mirato all’azione di riqualificazione e messa in sicurezza della Roggia di San Giusto. È un’impresa di risanamento ambientale in primis e di rivalutazione territoriale poi. L’importo stanziato corrisponde a 1.731.100 euro. Mentre già precedentemente era stato assegnato dal ministero dell’Ambiente un finanziamento di 268.900 euro per le spese di progettazione dei lavori, affidati ai tecnici di IRISACQUA, che aveva predisposto una prima relazione di fattibilità dell’intervento. Al momento risultano Monitorati 153.379,01 euro. Oltre al risanamento, c’è la speranza che sia riportato alla luce almeno un tratto della Roggia San Giusto. Si stanno effettuando lavori di fortificazione e consolidamento impiegando materiali di rinforzo per la soletta e le volte. Considerando che il corso d’acqua attraversa il sottosuolo di diversi immobili costruiti al di sopra incautamente, bisogna intervenire per la messa in sicurezza e fugare ogni eventuale crollo. Un’opera e un progetto impegnativi, ma con il lavoro di squadra e menti profondamente impegnate nella realizzazione si aprirà uni scrigno e ci si riapproprierà di una memoria storica di inestimabile valore, dando la possibilità alle nuove e future generazioni di preservare e difendere il proprio passato che ritorna a splendere.