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Open Data, Civic Monitoring,

Cohesion Policy for the high-school students

Articolo di Data Journalism

CRESCO E FACCIO CRESCERE IL MIO TERRITORIO CON LE POLITICHE DI COESIONE

La nostra ricerca di monitoraggio civico riguarda un laboratorio odontotecnico realizzato ad Acquedolci in provincia di Messina nel 2009, con un costo pubblico di € 111.323,16, rientranti nella programmazione 2007-2013 FERS. Il soggetto beneficiario è DENTAL DESIGN S.A.S. DI ROTELLI ANTONINO & C. e il soggetto programmatore è il Ministero dello sviluppo economico, il tema del progetto è ricerca ed innovazione e la natura è incentivi alle imprese. Infatti, il progetto rientra nelle misure in favore dell'autoimpiego, regolate dal Titolo II del D. Lgs. 185/00, che favoriscono l'inserimento nel mondo del lavoro dei soggetti privi di occupazione, qualificano la professionalità dei soggetti beneficiari e diffondono e promuovono la cultura d'impresa, rappresentando un importante sostegno alle politiche di sviluppo territoriale. Il progetto ha una duplice valenza perché da un lato rientra nell’ambito della ricerca e dell’innovazione che significa fondamentalmente creare un cambiamento positivo nello stato di cose esistente. Infatti, uno degli elementi che permette alle imprese di avere maggiori possibilità di successo è proprio l’innovazione. Essa, in stretto rapporto reciproco con gli sviluppi della ricerca scientifica e delle conoscenze e quindi con il progresso, è un fattore determinante nella crescita economica di un Paese. Dall’altro, il progetto, riguarda gli incentivi alle imprese e in particolare gli interventi a favore dell’autoimpiego dei giovani disoccupati che possono fare impresa e allo stesso tempo far crescere il proprio territorio.

Dal rapporto imprese 2021 di Istat apprendiamo che “nell’ultimo decennio la spesa delle imprese in R&S in Italia è cresciuta anche negli anni di crisi… Il livello assoluto di spesa rimane sempre relativamente basso … Le imprese innovatrici rappresentano il 12,2% delle piccole imprese…”. Consultando IstatData vediamo che la spesa percentuale italiana in Ricerca e Sviluppo sul PIL è cresciuta dal 2012 al 2020 passando dall’ 1,26 all’1,51. Nel Report Istat, l’innovazione nelle imprese, anni 2018-2020, si legge che “Nel triennio 2018-2020 si conferma una bassa percentuale di imprese che hanno ricevuto finanziamenti pubblici per l’innovazione (16,6% delle imprese con attività innovative) …Tra i finanziatori soprattutto amministrazioni nazionali, ancora marginale l’Ue. I finanziamenti pubblici per l’innovazione sono concessi soprattutto dalle amministrazioni territoriali e centrali… Il ricorso alle agevolazioni fiscali è invece molto più frequente e riguarda il 32,7% delle imprese con attività innovative. Anche rispetto a questo tipo di sostegno pubblico, le principali beneficiarie sono le grandi imprese: 47,6% contro il 29,9% delle piccole” (figura 5 elaborata da Istat). Tornando al Rapporto imprese 2021 di Istat, abbiamo la conferma che “Il divario economico tra Centro-nord e Mezzogiorno in Italia è direttamente riconducibile alle differenze nella presenza di imprese sul territorio, amplificate in termini di addetti…”. E questa differenza emerge a colpo d’occhio guardando i grafici sulle imprese italiane e gli addetti per area geografica.  Continuando a consultare il Rapporto imprese 2021 di Istat, scopriamo qualcosa anche riguardo all’età degli imprenditori italiani; infatti, dal punto di vista anagrafico nel 2019 oltre la metà (il 51%) degli indipendenti aveva almeno 50 anni, l’età media dei dipendenti delle imprese ha superato i 40 anni (si veda il grafico dell’infografica statica). E adesso vediamo qual è la situazione dei giovani e in particolare dei NEET. Secondo la definizione Eurostat, quando si parla di NEET ci si riferisce a giovani tra i 15 e i 29 anni, in Italia fino ai 34 anni, che non lavorano, non studiano e non sono in formazione professionale. Come ormai ampiamente documentato negli studi e nel dibattito pubblico, il tasso di disoccupazione giovanile è un dato in continua crescita in tutto il territorio europeo a partire dalla crisi economica del 2008. In maniera correlata, è aumentata significativamente la quota dei NEET in Europa e in Italia. Nel Sud Italia c’è la più alta presenza di NEET rispetto al resto del Paese: rielaborando i dati RCFL Istat vediamo che nel 2020 i NEET residenti nel Mezzogiorno costituiscono il 45%, il 17% è residente nel Centro Italia, il 23% al Nord-Ovest e il 15% al Nord-Est (si veda grafico: distribuzione dei NEET per area geografica nel 2020). Ciò mette in luce come la categoria NEET corrisponda alle tradizionali disuguaglianze territoriali legate ad un Sud in difficoltà, caratterizzato da un mercato del lavoro più fragile rispetto a un Centro e a un Nord con mercati del lavoro più dinamici; questa fragilità rende ovviamente più complesso per i giovani il delicato passaggio dal mondo dell’istruzione e formazione a quello del lavoro (si veda il grafico: Titoli di studio dei NEET nel 2020).

I dati sopra riportati dimostrano che la voglia dei giovani siciliani di fare impresa, si scontra con una realtà, fatta di enormi difficoltà legate ad accesso ai finanziamenti, accesso al credito, carenze infrastrutturali e logistiche. L’aiuto che viene dalle politiche di coesione è determinante per poter rimanere al Sud e fare impresa. Ma serve anche una strategia volta a valorizzare un’azione imprenditoriale competitiva e concorrenziale dei giovani, immaginando di costruire delle riforme di tipo strutturale che prevedano, ad esempio, un vero e proprio sistema di educazione all’imprenditoria volto a far emergere la cultura dell’impresa attraverso una formazione dedicata e specifica, un sistema efficace di alfabetizzazione finanziaria e misure per facilitare l’accesso al credito bancario, misure di sostegno durante la vita dell’impresa e non solo misure per il suo avvio, ed in ultimo, ma non meno importante, che prevedano un reale sistema di semplificazione amministrativa ove la Pubblica Amministrazione si ponga in una posizione di sostegno ed ascolto.