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Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Raccontare la ricerca

Giovani in standby

La nostra classe, la III D, quando ha saputo di essere stata scelta per partecipare a questo progetto era un po' titubante perché appariva complesso. Dopo un primo approfondimento attraverso la conoscenza del sito e della visione delle ‘pillole’ molti dubbi sono stati chiariti e ha suscitato interesse in tutti noi.

Quando ci è stato chiesto di scegliere un tema relativo al progetto abbiamo subito escluso alcuni argomenti che sono stati già approfonditi durante le lezioni scolastiche e i due gruppi, nei quali si è divisa la classe, hanno privilegiato due temi: occupazione e lavoro da un lato, sanità dall'altro. La proposta che riguardava l’iniziativa dell’occupazione rivolta ai giovani ha avuto la meglio per una serie di motivazioni. Riteniamo che sia una problematica di grande attualità che riguarda anche il nostro territorio, alcuni di noi hanno vissuto e/o vivono esperienze personali di giovani che non sono inseriti in un percorso di studio e di formazione e non hanno un impiego. Un altro motivo per cui abbiamo scelto questo tema è quello di sensibilizzare e informare la comunità su questo ambito. Spesso questi ragazzi vengono giudicati in modo superficiale anche da alcuni orientamenti della politica senza sapere le difficoltà che si possono riscontrare quando si cerca un posto di lavoro.

I ragazzi NEET (Not in Education, Employment or Training) vivono in contesti sociali emarginati e discriminati dalla società, considerati “divanisti” e “nullafacenti” ma potrebbero soffrire di depressione e sono demotivati dalle loro condizioni.  Fanno fatica a mantenersi per via dei problemi economici, sono costretti a rinunciare non solo agli svaghi ma anche all’essenziale. Un altro aspetto che determina la disoccupazione giovanile sono i lavori in nero che sfruttano e sottopagano, quindi gli interessati preferiscono non lavorare piuttosto che non essere retribuiti correttamente.

Per esempio, dopo varie ricerche abbiamo trovato un ragazzo romano di nome Simone di 25 anni. Egli, dopo essersi laureato in scienze della comunicazione, non ha trovato un lavoro fisso, ma un contratto occasionale con alcuni quotidiani, e viene pagato tra i quaranta e gli ottanta euro ad articolo. Simone, con i soldi che guadagna, non si può permettere di affrontare le spese da solo, ma viene aiutato da i propri genitori.

Questa iniziativa consiste nell’offrire fondi e sostegni alle Istituzioni che hanno il compito di aiutare coloro che non hanno un impiego da più di quattro mesi offrendo nuove opportunità lavorative o di seguire corsi di formazione.

La nostra classe, pertanto, ha elaborato diverse proposte: la prima riguarda l’istituzione di un’associazione per i giovani (nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni) il cui fine potrebbe essere quello di offrire supporto nella ricerca di un impiego. Vorremmo anche, come ulteriore proposta, sensibilizzare maggiormente la comunità a questo argomento tramite pagine social, blog e siti web realizzati da persone esperte nell’ambito, per evitare la disinformazione. Noi pensiamo, inoltre, che si dovrebbe abbassare l’età massima lavorativa affinchè le persone anziane vengano sostituite dai giovani.   

Al giorno d’oggi molti ragazzi siccome non hanno un’occupazione, possono iniziare a far parte di baby gang, assumere sostanze stupefacenti, sviluppare dipendenze (alcol, nicotina, giochi d’azzardo, ecc.) e questa iniziativa potrebbe invece offrire un primo orientamento per l’inserimento lavorativo ed evitare i comportamenti devianti.