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Turismo archeologico e museale, opportunità di rinascita per Castellammare di Stabia

Con l’apertura del Museo Archeologico di Castellamare di Stabia, avvenuta il 24 settembre 2020, presso la Reggia di Quisisana, è stato restituito ai cittadini e ai turisti un nuovo spazio museale, di valore fondamentale per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio archeologico campano. Trattasi di  un museo che integra l’offerta culturale e il circuito archeologico dell’antica Stabiae, sepolta dal Vesuvio nel 79 d.C., insieme a Pompei ed Ercolano, in rete con i siti visitabili di Villa San Marco e Villa Arianna. Il Museo è intitolato a Libero D’Orsi (1888-1977) preside che, negli anni ’50, intraprese la riscoperta delle Ville Stabiane, già parzialmente indagate in età borbonica. Numerosi sono i reperti in mostra, alcuni mai esposti prima in Italia, tra affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame da mensa, oggetti in bronzo e in ferro, in parte già ospitati nell’Antiquarium stabiano, allestito nel centro cittadino da Libero d’Orsi e chiuso al pubblico dal 1997. 
Ma non finisce qui la valorizzazione culturale di Stabiae, infatti ,con i fondi europei stanziati nel ciclo di programmazione 2014/2020, 1,288937 milioni di euro,  è stato finanziato  il progetto del Museo Civico dell’arte e della Storia di Castellammare di Stabia.

Il Museo, il cui progetto realizzato dall’ architetto fiorentino Lorenzo Greppi, racchiuderà  le eccellenze della città nel campo della cantieristica, dell’arte, della letteratura, del teatro, delle risorse paesaggistiche e ambientali. Un gioiello di architettura che sarà realizzato al secondo piano del Palazzo Reale di Quisisana, in armonia e continuità con il Museo Archeologico “Libero D’Orsi”. Il turista che visiterà il museo civico vivrà un’esperienza sensoriale, un viaggio tra le radici, la storia e la cultura di Castellammare di Stabia.  Attraverso la tecnologia si ridefiniranno  forme con cui il museo verrà presentato al pubblico coinvolgendolo, ossia facendolo essere parte attiva con modalità innovative, ludiche ed originali, come la percezione sensoriale, commenti sonori, ricostruzioni in 3D,ecc. Ambienti immersivi che inducono il turista a vivere un’esperienza in grado di rendere attuale il passato. Il Palazzo Reale di Quisisana diventerà ,quindi, un hub museale unico nel suo genere. Dopo alcuni decenni di abbandono, il palazzo è stato oggetto all’inizio del 2000 di un grande intervento di restauro terminato nel 2009 e che ha restituito l’antico splendore. Oggi il complesso è ancora  al centro di un grande progetto di valorizzazione, finanziato dai fondi europei, sotto la direzione del parco archeologico di Pompei . Si tratta del progetto di sistemazione del viale Ippocastani (viale di accesso alla Reggia) e dei lavori di restauro della Colombaia, che diventerà un’area ristorativa. Il complesso borbonico di Quisisana costituisce un elemento di grande attrattività che coniuga un significativo patrimonio di interesse storico-architettonico e archeologico con un parco, di notevole valore paesaggistico e naturalistico, che si estende su buona parte del versante stabiese del Monte Faito e che funge  da cerniera con la penisola sorrentina e con il Parco dei Monti Lattari.

A questo punto viene da chiedersi :”Può un progetto in ambito culturale essere l’ interruttore capace di attivare tutta una serie di progetti di sviluppo territoriale, ossia  di miglioramento economico e sociale” ? 

La risposta è sicuramente positiva, a patto che vi siano obiettivi condivisi  tra gli attori del mondo economico, istituzionale e sociale vale a dire cooperazione tra Amministrazione centrale, Regione e territorio da cui deve discendere innanzitutto legalità, poi, disponibilità delle infrastrutture, accessibilità dei luoghi, sviluppo dei servizi connessi all’ospitalità, promozione del territorio. La comunità stabiese deve essere il primo attore a credere nel rilancio della città e ad acquisire la mentalità dell’accoglienza a tutto tondo. È necessario promuovere la  destinazione “Castellammare di Stabia” attorno ai sui grandi attrattori, culturali ma anche naturali ed enogastronomici, solo cosi è possibile destagionalizzare la domanda turistica e fare di Castellammare una meta turistica da vivere nelle sue innumerevoli sfaccettature e non solo una città di transito temporaneo. Il turismo è ricchezza, sia perché i turisti spendono denaro nella località turistica prescelta, alimentando un indotto importante, sia perché crea nuovi posti di lavoro. È necessario, però, valutare l’impatto negativo di uno sviluppo turistico selvaggio e non sostenibile. Si pensi alla forte pressione su servizi, forniture energetiche, trasporti, smaltimento dei rifiuti, alla penuria di disponibilità di case per abitazioni civili per la riconversione delle stesse in B&B, all’inquinamento dell’aria e del traffico automobilistico, all’inquinamento acustico, all’eventuale acquisto di privati di aree pubbliche, e cosi via.
Castellammare ha già vissuto nel recente passato esperienze fallimentari dovute ad una serie di fattori tra cui spiccano le inefficienze amministrative nella gestione delle risorse locali, basti pensare alla  chiusura delle terme, che nel secolo scorso rappresentavano fonte di vanto e di ricchezza per la città e gli stabiesi, e l’illegalità. In relazione a quest’ultimo punto purtroppo occorre ricordare che il 24 febbraio del 2022 il Comune è stato commissariato per infiltrazioni camorristiche. 

Impariamo a valorizzare la nostra bella città e pretendiamo da tutte le istituzioni pubbliche di adoperarsi perché ciò si realizzi!!!!!!