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Storia, identità e futuro della Chiesa di Santa Maria La Cava e Sant’Alfio

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Storia, identità e futuro della Chiesa di Santa Maria La Cava e Sant’Alfio

La Chiesa Madre (Ex Cattedrale) Santa Maria la Cava e Sant'Alfio è il principale luogo di culto nella città di Lentini, situato in piazza Umberto I. Al tempio spetta e compete il titolo di cattedrale, in quanto in epoca bizantina la città era sede della Dioecesis Leontina e dal 1968 sede vescovile titolare. L'ex cattedrale, dedicata a Santa Maria la Cava e Sant’Alfio, fu edificata tra il 1700 e il 1750, dopo il disastroso terremoto del 9 e 11 gennaio 1693, sul luogo di quelle che la tradizione indica come le sepolture dei santi martiri Alfio, Filadelfo e Cirino. L’edificio, il più importante della città dal punto di vista storico, artistico e religioso, è tradizionalmente attribuito all’architetto Vincenzo Vella da Malta. La chiesa, che ha un impianto basilicale a tre navate e che custodisce al suo interno numerosi tesori d’arte e di fede, fu consacrata nel 1738 dal vescovo di Siracusa Matteo Trigona.

"Nel 2014 l’Arcivescovo mi inviò nella Chiesa Madre di Lentini, nelle vesti di Arcidiacono. Ricordo una struttura completamente invasa dai ponteggi e dalle impalcature: fu lì che percepii quasi come una sfida, molto grande, che mi stimolò col tempo a mettere in moto tutte quelle energie necessarie per ripristinare quei luoghi, sebbene non li avessi mai vissuti in prima persona ma che erano molto cari ai lentinesi e alla loro devozione."

Padre Maurizio Pizzo

In base alla Convenzione sullo sviluppo della Regione Sicilia firmata dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dalla Regione Sicilia il 10 settembre 2016, che riguarda l'attuazione degli interventi prioritari e l'individuazione delle aree di intervento strategiche per il Territorio, la Diocesi ha proposto un progetto finalizzato alla realizzazione dei lavori della Chiesa dedicata a Sant'Alfio. L'’intervento riguarderà il restauro dell’abside, del transetto, delle cappelle, delle navate laterali e della sagrestia. Redatto dall’architetto Cristina Stuto, dagli ingegneri Francesco Avola e Salvo Mazzone e dalla restauratrice Raffaella D’Amico, il progetto prevede anche l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’efficientamento energetico dei locali parrocchiali. Si tratta di un intervento di poco meno di 800.000 euro (799.647,08 euro per i progetti finanziabili) che riporterà all'antico splendore il luogo di culto più grande e importante della città.

Lo ha trasmesso Vincenzo Vinciullo. In particolare, gli importi sono così ripartiti: 400.000,00 euro per il 2019 e 399.647,08 euro per il 2020. Si conclude così un lungo percorso iniziato nel 2013, quando si è iniziato a parlare di finanziamento SAC ed è stato possibile, per la precisione, poter ottenere oltre 7 miliardi di euro di finanziamento disponibile in base all'accordo firmato, che è una cifra importante di denaro, come poter rilanciare la Sicilia. In questo caso, ha concluso Vinciullo, beneficiaria di queste risorse sarebbe una delle chiese più importanti dell'arcidiocesi di Siracusa e gioiello dell'architettura siciliana. I lavori saranno eseguiti dal Consorzio Jonico, società cooperativa a responsabilità limitata di Catania, che ha offerto uno sconto del 18,352% sul prezzo base dei lavori di 474.731,74 euro. La società è stata una delle quindici imprese invitate alla gara indetta dal Consorzio Tirreno Ecosviluppo 2000 per la realizzazione delle opere previste dal progetto al prezzo di 387.608,97 euro. Pertanto, il risparmio di offerta derivante dallo sconto d'asta è stato di circa 100.000 euro. Molti anni fa le ex cattedrali di Santa Maria la Cava e Sant'Alfio erano state oggetto di un preliminare consolidamento strutturale e di un restauro conservativo delle volte e degli stucchi, finanziato con i fondi della Legge 433 di 1 milione e 25.000 euro per la ricostruzione Dicembre 1990 Il centro di il 13° terremoto. Il secondo intervento riguarderà il restauro dell'abside, del transetto, delle cappelle, delle navate laterali e della sagrestia. Si prevede inoltre di spendere più di 52.000 euro per restaurare alcune pale d'altare.