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Articolo di Data Journalism

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE

I DATI DEL CANCRO IN ITALIA
390.700. È il numero di nuovi casi di tumore che si sono registrati in Italia nel 2022. Rispetto a due anni fa si è verificato un aumento di oltre 14.000 diagnosi. Il cancro è ancora la seconda causa di morte (il 29% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone che riceveranno una diagnosi di questa malattia incrementeranno tanto che si stima che nel 2030 supereranno gli 11 milioni. 

LA PREVENZIONE COME ARMA MIGLIORE
Si presuppone che il 30-50% dei tumori possa essere evitato con comportamenti salutari. La migliore arma contro l’insorgenza del cancro è dunque la prevenzione. Il passaggio da un approccio curativo ad uno preventivo risale al 1981 grazie agli epidemiologi Richard Doll and Richard Peto. Il loro studio ha dimostrato che è possibile adottare misure di prevenzione non soltanto prima dell’insorgenza della malattia (prevenzione primaria), ma anche dopo la sua manifestazione (prevenzione secondaria e terziaria). In particolare, lo scopo della prevenzione secondaria è quello di rilevare lesioni precancerose in modo che possano essere trattate in modo efficace, al fine di aumentare i tassi di guarigione. Questo tipo di prevenzione si realizza su tutta la popolazione attraverso programmi di screening organizzati

SCREENING ORGANIZZATO: DIVARIO TRA NORD E SUD 
Lo screening organizzato riduce le disuguaglianze sociali nell'accesso alla prevenzione e, per chi ha meno istruzione o maggiori difficoltà economiche, offrire programmi di screening organizzato rappresenta l'unica possibilità di prevenire il cancro. Dallo studio dell’ISS del 2020 si evince che l’invito dei programmi organizzati è insufficiente in tutta la penisola e in particolare nelle regioni meridionali. Infatti, nel 2018, solo il 40% delle donne dai 50 ai 69 anni del Sud Italia ha effettuato uno screening mammografico organizzato, un numero insoddisfacente, sebbene in aumento rispetto al 30% del 2008. Questo dato è nettamente inferiore a quello registrato nel Centro e nel Nord Italia, dove rispettivamente il 60% e 70% delle donne della stessa fascia d’età ha effettuato questo tipo di test. Secondo il Ministero della Salute, nel 2016 il tumore al colon-retto è stata la seconda causa di morte per questa malattia, e in quello stesso anno al Sud Italia solo il 18% della popolazione meridionale dai 50 ai 69 anni si è sottoposta ai test di diagnosi precoce a differenza del Nord dove si era arrivati al 63% della cittadinanza. 

I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO 
Nel 2016 Global Burden of Disease Study  ha osservato che i decessi per tumore in Italia evitabili perché attribuibili a fattori di rischio comportamentali sono stati, in termini assoluti, circa 64.468. Le cause responsabili (che possono coesistere in uno stesso individuo) di questi decessi sono: 

  • fumo (67% delle morti) 
  • uso eccessivo di alcool (20%) 
  • fattori dietetici (16%)
  • eccesso ponderale (11%)
  • inattività fisica (2%)

LE CATTIVE ABITUDINI DEGLI ITALIANI
Secondo lo studio dell’ISS del 2020 una parte considerevole degli italiani ha abitudini che possono favorire l’insorgenza del cancro. Nella nostra penisola più del 56% delle persone tra i 18 e i 69 anni non fuma o è un ex fumatore (18%), ma resta di fatto che un italiano su 4 fuma (26%). Le regioni con una percentuale maggiore di fumatori sono quelle centro-meridionali. Il trend sembra invertirsi per il consumo di alcool essendo più frequente al Nord, infatti nella provincia di Bolzano il 31,7% della cittadinanza dichiara di fare un consumo di alcool ad “alto rischio”, poco meno del doppio rispetto alla media nazionale (17,2%). Inoltre, nella fascia di popolazione degli ultrasessantacinquenni si registra un tasso di sedentarietà con una variabilità regionale ampia. Infatti, la proporzione di sedentari varia dal 22% nella provincia autonoma di Trento al 55% della Basilicata, restando più elevata nelle Regioni meridionali. Allo stesso tempo, più di 4 adulti su 10 sono in sovrappeso, di cui 3 in sovrappeso (32%) e 1 obeso (11%). Netto il gradiente geografico, che divide in due l'Italia, mostrando una quota in crescita dal nord al sud Italia. La Campania continua a registrare la più alta percentuale di popolazione in sovrappeso. Ciò è legato al fatto che, nel nostro Paese, meno di 5 adulti su 10 consumano abitualmente non più di 2 porzioni al giorno di frutta o verdura, 4 su 10 ne consumano 3-4 porzioni, mentre solo 1 su 10 (10%) consuma la quantità raccomandata, ovvero 5 porzioni al giorno

CONCLUSIONE
Da questi dati emerge che gli italiani, e in particolare i meridionali, conducono stili di vita non salutari perché probabilmente inconsapevoli dei rischi legati alle loro abitudini. È perciò importante contrastare il ritardo diagnostico e rafforzare la prevenzione primaria. Infatti, ad oggi il cancro è la patologia cronica più prevenibile e anche più curabile rispetto al passato. Per questo, bisogna ricordarsi che prevenire è meglio che curare.