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Il nostro progetto si pone l’obiettivo di potenziare la RES (Rete Escursionistica) interna alla vasta area del Marganai, sia per la valorizzazione e messa in rete degli attrattori ambientali e culturali dell’intero territorio, e sia per una migliore connessione tra gli ambiti costieri ed interni (dalle aree costiere occidentali al massiccio montuoso del Marganai), nonché di creare l’interconnessione con gli altri territori confinanti, sia dell’area dell’Oristanese sia che con l’area del Cagliaritano.
Lo scopo della nostra ricerca è seguire l’avanzamento del progetto, sollecitare i processi di programmazione e attuazione e diffondere, attraverso la trasparenza e i dati aperti, l'efficacia delle politiche di coesione e una diffusa partecipazione civica.
Il primo passo è stato cercare, tramite Google, sia il CUP del progetto sul sito di Sardegna Foreste, sia informazioni sul sito di OpenCoesione. Poi, con gli scarsi dati ottenuti, abbiamo stilato un documento che si è tuttavia rivelato insufficiente per compilare le infografiche. Il punto di svolta è stato rivolgerci direttamente al dott. Giovanni Tidda, direttore forestale del progetto che, tramite una breve intervista telefonica, ha colmato le lacune informative riguardanti il nostro progetto. Grazie a ciò abbiamo potuto compilare le infografiche e terminare il report 2. Un'altra svolta nel monitoraggio è stata la visita al Tempio di Antas e alle grotte di Su Mannau, dove abbiamo potuto intervistare di nuovo, questa volta dal vivo e approfonditamente, il dottor Tidda e altri lavoratori.
Come vorremo continuare il monitoraggio del progetto?
La nostra idea sarebbe quella di rimanere in contatto con l’associazione FoReSTAS (che si occupa dei lavori del nostro progetto), in particolare con il Dott.Giovanni Tidda, direttore dei lavori con cui abbiamo già avuto modo di confrontarci durante tutta la durata del progetto, e con gli enti federati nella valorizzazione dei sentieri, eventualmente anche con delle visite periodiche.
Proposte per il futuro?
La nostra idea sarebbe quella, una volta conclusi i lavori, di valorizzare a pieno, tramite passaparola e canali social, le aree interessate, magari coinvolgendo travel blogger, influencer, associazioni turistiche e di gruppi scout. Come ribadito dal dottor Tidda: “i sentieri sono a disposizione della comunità”.
