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MARINA DI LESINA: CRONACA DI UN DISSESTO ANNUNCIATO

In questo articolo vogliamo riassumere la travagliata vicenda del dissesto idrogeologico a Marina di Lesina. Siamo di fronte ad un caso dove la burocrazia ha un ruolo importante insieme ad un agire superficiale e poco rispettoso delle regole da parte di privati ed Enti istituzionali.

Il villaggio di Marina di Lesina è posto a destra della foce del fiume Fortore ed a sinistra del canale Acquarotta ed è compreso tra il mare Adriatico ed il lago di Lesina.

Il centro turistico si estende per circa 60 ha ed è costituito da un numero di edifici pari a 182 unità. Il sottosuolo del territorio è geolitologicamente caratterizzato dalla presenza di una formazione rocciosa di origine gessosa, ricoperta da sabbie marine, nella quale sono presenti pronunciati fenomeni carsici con accertata formazione di cavità sia in superficie che in profondità, che possono dar luogo a crolli improvvisi a ridosso di una zona fortemente antropizzata.

Tali  fenomeni di sprofondamento risalgono a detta degli anziani del luogo, agli inizi del secolo scorso; successivamente tale fenomeno (diapirismo delle Pietre Nere) venne studiato per primo dal Prof. Cotecchia di Bari (pubblicazione degli anni 50). Nel periodo 2008-2011 si è avuta una notevole intensificazione di questi fenomeni.

I primi fenomeni di dissesto idrogeologico si presentarono in un’epoca abbastanza remota: già nel 1932, in seguito a franamenti delle sponde del canale Acquarotta, vennero eseguiti i lavori di rivestimento alla base dello stesso con argini di cemento pozzolanico ribadendo che nelle relazioni geologiche degli anni 1970-1980 si parla di fenomeni di franamento delle sponde che, portando alla rottura dei muri di contenimento (costruiti nel 1930), comportarono un aumento degli scambi di acqua tra il canale e l’ambiente gessoso circostante.

Le cause degli sprofondamenti, così come riportato dal Prof. Melidoro nella relazione del febbraio 2000, “sono rappresentate dal movimento dell’acqua nel sottosuolo, che determina sia l’allargamento ed il crollo delle cavità per dissoluzione che l’asportazione del materiale sabbioso ed argilloso di riempimento delle antiche cavità, cioè l’erosione sotterranea. Entrambe dipendono in modo sensibile dalla velocità del moto filtrante. L’erosione sembra la causa attualmente più preoccupante, poiché la saturazione conferisce alle acque sotterranee una ridotta capacità aggressiva nella dissoluzione dei gessi e quindi un’azione relativamente molto più lenta. Il rischio aumenta man mano che ci si avvicina al canale Acquarotta, che esercita una notevole azione di richiamo delle linee di flusso delle acque sotterranee in condizioni di bassa marea.” La particolare composizione del terreno che in prossimità del canale Acquarotta diventa in gran parte gessoso è emersa da una recente indagine della dott.ssa Michela de Salvia, geologo consulente del comune di Lesina.

Bisogna però rimarcare l’arco temporale dei fenomeni naturali in atto, e cioè che la presenza di cavità, riempite con argille nere, con la volta superiore posta a quota di alcune decine di metri al di sotto dell’attuale livello del mare, apprezzabili solo con indagini dirette nel sottosuolo, conduce il fenomeno del carsismo dei gessi risalente già al periodo delle ultime glaciazioni (alcune centinaia di migliaia di anni fa), insistenti sul territorio prima ancora dell’esistenza stessa del canale Acquarotta e quindi in essere prima ancora di qualsiasi azione antropica.

Inoltre bisogna sottolineare che gli studi prodotti sono giunti a definire tutta una serie di cause e/o di concause responsabili del dissesto, ma alla base del fenomeno vi è la natura geomorfologica del sito in questione, unico o quasi nel suo genere.

In ordine alla realizzazione del villaggio turistico, con Delibera di Consiglio Comunale nr. 108 del 15/12/1965, veniva approvato il Piano di Lottizzazione Pietramaura e successivamente, con Delibera di Consiglio Comunale nr. 239 del 21/11/1978, veniva approvato il progetto di variante secondo la quale la fascia di rispetto di inedificabilità del canale Acquarotta, veniva ridotta da 60 mt a 30 mt.

Nel 1990 il Comune di Lesina ha realizzato la rete di fogna nera nonché il depuratore a servizio dell’abitato di Marina di Lesina, consentendo l’eliminazione delle fosse che fino ad allora erano presenti nel centro turistico e che avevano sicuramente aggravato il fenomeno del dissesto idrogeologico, in quanto l’immissione delle acqua nere nel sottosuolo, nel corso del tempo, ha contribuito in parte all’azione di dissoluzione dei gessi presenti a profondità variabili da un minimo di pochi metri (in prossimità del canale Acquarotta) ad un massimo di circa 20 metri nella periferia di Marina di Lesina.

È doveroso evidenziare che il fenomeno del dissesto idrogeologico non è causato solo dall’acqua proveniente dal canale Acquarotta (adiacente al centro urbano di Lesina Marina) che a contatto con i gessi in profondità li dissolve generando cavità che sotto il peso dei carichi sovrastanti cede e causa sprofondamenti, ma anche dalla parziale inesistenza della rete fognaria “bianca” di Marina di Lesina, dall’acqua di falda, dallo scarico del depuratore di Lesina Marina (ad oggi sottoposto a sequestro dall’ Autorità Giudiziaria di Lucera) nei pozzi a dispersione ad una profondità di 60 metri circa (per mancanza di scarico a mare), nonché dall’assenza, fino agli anni novanta, della fogna nera ed in particolar modo dal moto delle maree.

Nel 1994, a seguito di un finanziamento concesso dalla Regione Puglia “P.I.M. Puglia – Misura 1 – Recupero Laguna, Lavori di sistemazione della Laguna di Lesina”, la ITALIMPANTISUD – IRITECNA/IRI, redasse, su incarico del Comune di Lesina, il progetto, approvato con Deliberazione di Giunta Comunale nr. 539 del 16/12/1993, per la “esecuzione di opere di sistemazione delle foci Schiapparo e Acquarotta della Laguna di Lesina, comprendenti opere di banchinaggio, dragaggio, di difesa delle sponde e delle relative strade arginali”, consistente in lavori di consolidamento delle sponde del canale Acquarotta mediante getto di calcestruzzo.

Nella relazione geologica relativa a tale progetto, si inizia a parlare di crolli e scivolamenti lungo il canale Acquarotta, ma anche di aree con segni evidenti di cedimenti a circa 15 mt. dal margine superiore delle sponde. È molto significativo che con nota prot. nr. 3844/4193 del 25/03/1993 acquisita al prot. gen. del Comune al nr. 3966 del 29/03/1993, la Regione Puglia, Ufficio del Genio Civile di Foggia, interviene in data 02/03/1993 e 03/03/1993, su richiesta del Comune di Lesina, per effettuare un sopralluogo in prossimità del canale Acquarotta, dove, sul lato edificato, si sono verificate due grosse voragini aventi diametro pari a circa 10,00 mt, ed altre due voragini aventi diametro pari a circa 2,00 mt.

Nella medesima nota l’Ufficio del Genio Civile di Foggia afferma che “il terreno risulta costituito da roccia prevalentemente di tipo gessoso, e che l’acqua filtrata dal rivestimento laterale del canale, abbia portato in soluzione la suddetta roccia con liquefazione di questa e successivo cedimento del terreno soprastante. Tale ipotesi potrà essere confermata solo da un approfondito studio geologico della zona interessata, al fine di poter programmare idonei interventi di risanamento e bonifica della zona medesima”. Con nota prot. nr. 22895 del 25/10/1994 acquisita al prot. gen. del Comune al nr. 15372 del 19/12/1994, la Regione Puglia, Ufficio del Genio Civile di Foggia, espresse parere favorevole all’intervento delle gabbionate,secondo le prescrizioni di cui alla Deliberazione di Giunta Regionale nr. 3183 del 18/05/1994.

Secondo tale Deliberazione, la Regione Puglia, Assessorato all’Urbanistica, ha espresso il parere ai sensi dell’art. 7 della Legge nr. 1497/1939, nonché ai sensi dell’art. 31 della Legge Regionale nr. 56/80. In merito al citato parere la Regione Puglia espresse quanto segue: “(…) le opere di bonifica consistono esclusivamente nel ripristino delle originarie sponde previa asportazione del materiale detritico o che presenti instabilità, limitando l’intervento nei soli tratti dove si sono già verificati o possono verificarsi  cedimenti o crolli. Il ripristino dovrà prevedere il mantenimento dell’attuale conformazione orografica dei canali interessati (…)”; inoltre la stessa regione Puglia afferma che “il posizionamento dei gabbioni avvenga nei tratti di canale dove risultano già evidenti i fenomeni di dissesto e questi non possono essere eliminati con le opere di ripristino. Quanto sopra al fine di non realizzare, mediante un intervento fortemente invasivo, una modifica di questi tratti di canale che ancora presentano un elevato grado di naturalità. Questi ultimi tratti di canale dovranno necessariamente essere salvaguardati in quanto fanno parte integrante del delicato ecosistema della laguna; ove possibile il posizionamento dei gabbioni non dovrà avvenire in modo rettilineo ma dovrà essere conformato in modo da consentire il mantenimento di eventuali sacche esistenti in aree marginali con presenza di acqua e vegetazione spondale, che dovrà essere eliminata ogni prevista opera di impermeabilizzazione o di rivestimento delle gabbionate stesse”.

Nella relazione redatta dal Prof. Spilotro di interpretazione finale delle indagini svolte tra il 1998 e il 2000 si afferma che “le gabbionate messe in opera nel 1993 (tra l’altro interrotte anche a tratti) non hanno contrastato il fenomeno della filtrazione in fase con la corrente del canale, ed i conseguenti fenomeni di erosione e di dissoluzione, anzi hanno aggravato la situazione. La densità di cavità in evoluzione proprio ai lati del canale Acquarotta, sembra confermare tale ipotesi”.

Nella medesima relazione il Prof. Spilotro nell’elencare gli interventi necessari ed urgenti per mitigare il rischio del dissesto idrogeologico di Marina di Lesina, cita in particolare il ripristino delle sponde del canale, con manufatti di nuova costruzione, (sponde e fondo) che isolino perfettamente il regime idraulico nel canale da quello dell’ammasso retrostante. Il rifacimento quindi del canale, con eliminazione delle gabbionate.

Il Comune di Lesina è risultato destinatario di uno stanziamento complessivo di 3.460.261,22 € per le annualità 2002 e 2003, nell’ambito della ripartizione dei fondi finalizzati al finanziamento degli interventi in materia di difesa del suolo per il quadriennio 2000-2003 di cui al D.P.R. nr. 331 del 09/05/2001. Il progetto esecutivo di “Interventi di messa in sicurezza del territorio comunale in località di Lesina Marina interessati da fenomeni di dissesto idrogeologico” è stato approvato con Deliberazione di Giunta Comunale nr, 330 del 13/12/2007. I lavori sono consistiti nell’iniezione di malta cementizia a riempimento delle cavità presenti nel sottosuolo lungo le aree adiacenti il canale Acquarotta, con la finalità di consolidare il terreno. Gli interventi eseguiti hanno senza dubbio modificato le caratteristiche dell’ammasso gessoso, intasandone le cavità nell’intorno dello stesso. Come conseguenza è stato ridotto lo scambio idraulico nella parte di ammasso sottoposta al trattamento e nelle aree prospicienti i fabbricati presenti nell’area di intervento.

Con Delibera del Comitato Istituzionale nr. 226 del 29/06/2006, l’Autorità di Bacino della Puglia ha perimetrato l’intero centro urbano di Lesina Marina suddividendolo in aree a pericolosità geomorfologica “molto elevata” (P.G. 3) ed aree a pericolosità geomorfologica “elevata” (P.G. 2), e con successiva Delibera nr. 64 del 18/12/2008, ha esteso ulteriormente la perimetrazione delle aree a rischio.

In data 14/02/2008 in pieno centro di Marina di Lesina, in prossimità della Chiesa “Stella Maris”, (quindi in un’area distante dal canale Acquarotta di circa 600-700 metri) si è verificata l’apertura di una voragine avente un diametro pari a circa 4,00 metri ed uno sprofondamento pari a circa 1,50 metri.

In base a quanto previsto dall’art. 1 comma 1 dell’O.P.C.M. nr. 3750 del 30/03/2009, che prevede che “Il Commissario Delegato provvede alla realizzazione di  opere ed interventi diretti alla mitigazione ed alla rimozione delle situazioni di pericolo” con Decreto del Commissario Delegato nr. 23 del 20/07/2010 è stato istituito per il periodo estivo del 2010, il Presidio Territoriale Tecnico Qualificato, coordinato dal Comune di Lesina, con il compito di monitorare la situazione derivante dal dissesto idrogeologico in atto nell’ambito di Marina di Lesina. Per l’anno 2011, con Decreto del Commissario Delegato nr. 44 del 12/07/2011, è stato istituito il medesimo Presidio Territoriale Tecnico Qualificato con scadenza al 30/09/2011, poi prorogato con Decreto del Commissario Delegato nr. 57 del 21/09/2011 fino al 31/12/2011.

Il Presidio Territoriale Tecnico Qualificato ha svolto, durante l’estate del 2010, ed in quella del 2011 e fino al 31/12/2011, attività di monitoraggio visivo volte a rilevare criticità sui fabbricati e nelle aree circostanti onde prevenire situazioni irreversibili che potrebbero rivelarsi pericolose per la pubblica e privata incolumità. Nell’ambito della convenzione stipulata tra Regione Puglia e Autorità di Bacino della Puglia per il progetto finanziato con Delibera CIPE 20/2004 “Studio per il monitoraggio e la messa in sicurezza delle aree urbane a rischio di stabilità statica e vulnerabilità strutturale, relativo alla Provincia di Foggia, che ha visto l’ADB quale ente attuatore, la Segreteria Tecnica Operativa dell’ADB ha proceduto alla redazione del progetto Attività di indagini geognostiche e monitoraggio   finalizzate all’individuazione delle cavità presenti nel sottosuolo di Marina di Lesina”.

Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31/10/2008 veniva dichiarato lo stato di emergenza in relazione ai gravi dissesti idrogeologici che interessano il territorio di Marina di Lesina.

Con O.P.C.M. nr. 3750 del 30/03/2009, il Presidente del Consiglio dei Ministri disponeva misure urgenti in materia di Protezione Civile diretti a fronteggiare i danni  conseguenti ai gravi dissesti idrogeologici che interessano il territorio del Comune di Lesina.

A seguito degli incontri del Tavolo Tecnico, istituito dal Prefetto di Foggia e costituito dall’Autorità di Bacino, dal Comune di Lesina, dalla Protezione Civile Regionale e Provinciale, dal Comando dei Vigili del Fuoco di Foggia e dal Genio Civile di Foggia, nelle date 22/06/2009, 01/07/2009, 07/07/2009 e 22/07/2009, sono stati individuati i criteri più significativi, per individuare gli edifici meritevoli di un ulteriore livello di approfondimento, per i quali, sulla base dell’attuale quadro conoscitivo, si potesse ritenere indifferibile l’assunzione di provvedimenti finalizzati alla tutela della pubblica e privata incolumità.

L’applicazione dei predetti criteri ha consentito di individuare tre classi di criticità per gli edifici situati all’interno del perimetro di Marina di Lesina, definite rispettivamente “alta”, “media” e “bassa”. A tal proposito l’Autorità di Bacino della Puglia, con relazione prot. nr. 41 del 29/07/2009, concernente l’esame di una procedura operativa per l’accertamento della situazione determinatasi in Marina di Lesina, ha ribadito la urgente necessità di un’accurata indagine diretta sulle fondazioni dei fabbricati, nonché di procedere alla verifica strutturale degli stessi.

Differenziando i fabbricati per grado di criticità, è stato ordinato ai privati ed a proprie spese, di verificare la tipologia delle fondazioni, mediante relazione corredata da documentazione fotografica, redatta da tecnico abilitato e sotto forma di perizia giurata.

In caso di mancata ottemperanza al provvedimento, si sarebbe proceduto alla immediata dichiarazione di inagibilità dello stabile ed alla conseguente emanazione di ordinanza di sgombero dell’intero fabbricato per la tutela della pubblica e privata incolumità.

Nei primi mesi del 2010, ed in data 08/06/2010 e 12/10/2010, a seguito del verificarsi dell’apertura di alcune cavità (sinkhole) superficiali nei pressi del canale  Acquarotta, il Tavolo Tecnico ha individuato quale area è a maggior rischio, quella in prossimità dello stesso.

In data 10 e 11 novembre 2010, il Comune di Lesina ha emesso le Ordinanze di sgombero/inagibilità nrr. 66-67-68-69-70-71-72-73-74-75-76-77-78-79-80-81 per i 16 condomini prospicienti il canale Acquarotta. A tal proposito, a seguito di numerose impugnative innanzi al TAR Lazio sede  di Roma, sono stati adottati più provvedimenti cautelari, (Ordinanze nrr. 8363, 8360, 8364, 8359, 8362, 8356 e 8357 del 02/11/2011) con cui si è disposto in ciascuno di essi che “ogni indagine tecnica preordinata alla verifica della stabilità dell’edificio per cui è causa deve essere espletata nel termine di sessanta giorni decorrente dalla notifica ovvero, se anteriore, dalla comunicazione dal presente provvedimento”, precisando che tale attività deve essere di competenza della gestione commissariale, affidata all’Assessore, alle OO.PP. e Protezione Civile della Regione Puglia, Avv. Fabiano Amati. In data 14/02/2012 si è tenuta, presso l’Ufficio Territoriale del Governo di Foggia, un’apposita riunione ai fini dell’ottemperanza alle sopra citate Ordinanza del TAR. Con Decreto nr. 2 prot. nr. 05/EL/2012 del 21/03/2012  il Commissario Delegato, tenuto conto della complessità delle indagini tecniche da effettuarsi, ha istituito apposito gruppo di lavoro, formato dai rappresentanti di uffici regionali, degli enti locali e territoriali e delle amministrazioni periferiche dello Stato, che entro 1 mese, a partire dalla data di convocazione avvenuta il 20 febbraio c.a., dovrà produrre una prima relazione  tecnica finalizzata ad ottemperare alle Ordinanze del TAR.

L’O.P.C.M. nr. 3920 del 28/01/2011 , all’art. 12, prevede “Per garantire il necessario supporto tecnico alle attività che devono essere eseguite per il superamento dell’emergenza il Prefetto di Foggia – Commissario delegato ai sensi dell’O.P.C.M. nr. 3750 del 30 marzo 2009 si avvale di un Comitato Tecnico Scientifico nominato con apposito provvedimento commissariale, composto da cinque membri, scelti tra i dipendenti pubblici ed esperti anche estranei alla pubblica amministrazione, di cui due designati dal Presidente del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, uno dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, uno dal Presidente della Regione Puglia e uno dal Comune di Lesina. Il Presidente del Comitato è scelto tra i membri designati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento di Protezione Civile”

A seguito delle numerose riunioni svoltesi nel periodo aprile-giugno 2011, il Comitato Tecnico Scientifico ha predisposto una relazione di sintesi (prot. nr. 391 del 24/06/2011).

Nella predetta relazione di sintesi si prevede la divisione del territorio di Marina di Lesina in due zone distinte per il grado di pericolosità :

ZONA  A : che delimita i territori nei quali è presente almeno uno dei fattori di rischio ritenuti maggiormente pericolosi costituiti : 1) dalla presenza di gessi ad  una quota superiore al livello della falda rappresentato dal piano passante per il fondo del canale Acquarotta; 2) dalla presenza di oscillazioni medie di falda superiore a 6,5 mt;

ZONA  B : che comprende la restante parte del territorio di Marina di Lesina, sulla quale son presenti alcuni degli altri fattori di rischio che appaiono meno rilevanti ai fini della pericolosità, ad eccezione di piccolo aree sulle quali non è presente alcuno dei fattori di rischio fin qui considerati. Nella precitata relazione di sintesi e allegato  nr. 1 redatto dall’ Autorità di Bacino Puglia si afferma inoltre che “(…) nella ZONA A la probabilità che si possa generare un sinkhole (cavità) è molto più elevato che nella ZONA B e che tale probabilità è difficile da stimare numericamente perché il fenomeno appare non stazionato e quindi andrebbe analizzato e descritto con modelli non elementari che richiedono per la taratura molti più dati relativi all’apertura di sinkhole, di quelli disponibili. È evidente che la probabilità che un intervento di tempo limitato (ad esempio un giorno) ed una specifica area elementare, si abbia un evento e del tutto trascurabile, ma aumenta fino a raggiungere valori significativi man mano che aumenta l’estensione dell’area considerata e la durata del tempo di riferimento”, e per tanto si giunge a proporre al Commissario Delegato che :

  1. L’accesso alla ZONA A debba essere al più presto interdetto;
  2. Gli edifici compresi nella ZONA A non possono essere considerati agibili, tutto ciò nella considerazione che il rischio al quale sarebbe esposta la popolazione nella ZONA A non sia accettabile.

Con nota prot. nr. 404 del 29/06/2011 il Commissario Delegato ha trasmesso al Comune di Lesina una nota dell’Autorità di Bacino  secondo la quale la stessa non condivideva le conclusioni cui era giunta la Relazione di Sintesi del Comitato Tecnico Scientifico avvalorando una delimitazione della Zona A più ampia e facendo rilevare che una diversa valutazione sarebbe potuta scaturire da un ulteriore approfondimento che una nuova documentazione poteva consentire di esprimere.

A tal proposito il Comune di Lesina con nota prot. nr. 10154 del 04/07/2011 veniva a richiedere una ulteriore attività istruttoria per poter adottare i provvedimenti con tingibili ed urgenti sollecitati da Commissario Delegato; infatti in tale nota si sottolineava che “l’Amministrazione ha avviato immediatamente l’attività di istruttoria procedimentale di eventuali provvedimenti tesi alla inagibilità dei fabbricati ricompresi nella Zona A, rilevando una evidentissima contraddizione presente nella Relazione di Sintesi del Comitato Tecnico Scientifico. Infatti se da una parte si sostiene che l’accesso alla Zona A debba essere interdetto e ritenuti non agibili gli edifici lì ricompresi (pag. 4), in altra parte della medesima relazione, si afferma che tale probabilità (di apertura di sinkhole) è difficile da stimare numericamente perché il fenomeno risulta non stazionato (…). Detta affermazione chiarisce inequivocabilmente la necessità di una ulteriore e più approfondita attività di istruttoria tecnica (…). È lapalissiano che un eventuale provvedimento di inagibilità  di u edificio ricompreso nella Zona A non può essere apoditticamente motivato sulla base di considerazioni generali relative all’area di riferimento (e ciò specie alla luce dell’affermazione del Comitato Tecnico Scientifico sostenente la trascurabilità della probabilità dell’apertura di una sinkhole in un’area elementare) ma abbisogna di una motivazione che faccia riferimento alla situazione geologica e strutturale del singolo edificio. Pertanto al fine di poter approntare un provvedimento teso a dichiarare l’inagibilità dei singoli edifici si resta in attesa di ricevere adeguata istruttoria tecnica relativa a ciascun singolo edificio interessato”.  

Il Commissario Delegato con nota prot. nr. 490 del 26/07/2011 rappresentava al Comune di Lesina che in merito ai chiarimenti circa la Relazione di Sintesi il “Comitato Tecnico Scientifico nella riunione del 18/07/2011, tenutasi presso l’Ufficio Territoriale del Governo di Foggia, ribadisce quanto già riportato nella Relazione di Sintesi del 24/06/2011 che spiega in modo puntuale ed esauriente le motivazioni che sono alla base della proposta riguardante le misure di salvaguardia da adottare in Marina di Lesina e fatta propria del Commissario Delegato; (…) la Relazione di Sintesi, elaborata dal Comitato Tecnico Scientifico, che si ribadisce è tecnico a supporto del Commissario Delegato, è esaustiva e non suscettibile di essere integrata da altri ulteriori elementi conoscitivi”.

Nella riunione tenutasi presso l’Ufficio Territoriale del Governo di Foggia, in data 01/08/2011, veniva accolta la segnalazione del Sindaco di Lesina volta ad individuare nella ZONA A più percorsi per poter consentire l’accesso all’area portuale da parte dei pescatori e dall’altra a consentire una adeguata partecipazione procedimentale ai cittadini interessati, inviando  la rituale comunicazione di avvio al procedimento ex art. 7 Legge 241/90.

A seguito dell’invio del predetto avviso di avvio del procedimento prot. nr. 1027 del 05/09/2011, prevenivano al Comune di Lesina numerose memorie procedimentali trasmesse dai soggetti privati interessati al Commissario Delegato, affinché fossero prontamente eseguite da parte del Comitato Tecnico Scientifico le istruttorie relative alle predette memorie, come si evince dalla nota Commissariale prot. nr. 633 del 26/10/2011.

Con nota prot. nr. 639 del 03/11/2011 il Commissario Delegato ha trasmesso la relazione del Comitato Tecnico Scientifico circa le varie memorie procedimentali presentate dai privati nella quale si sostiene il permanere di una situazione di indubbia pericolosità dell’area tale da non modificare la precedente cautela atta a determinare l’interdizione della ZONA A.

Con Ordinanza Sindacale nr. 19 del 09/12/2011 è stata interdetta la ZONA A, nonché la permanenza nella medesima area ed all’interno dei fabbricati, consentendo il solo traffico e passaggio lungo le vie principali, imponendo che dette strade non possano essere percorse con automezzi dal peso complessivo superiore a 3,5 tonnellate e che sia imposto un limite di velocità pari a 20 Km/h. Si precisa che il Comando di Polizia Municipale, al fine di verificare l’ottemperanza all’Ordinanza Sindacale nr. 19 del 09/12/2011, ha svolto attività di indagine accertando in alcuni casi l’inadempienza al suddetto provvedimento interdittivo, segnalando le violazioni alla competente Autorità Giudiziaria (Procura della Repubblica di Lucera). Da precisare che il Commissario Delegato con nota prot. nr. 530 del 26/08/2011  (giusta nota prot. nr. DPC/CG/36578 del 13/06/2011 del Dipartimento di Protezione Civile) ha dichiarato che sarà previsto un riconoscimento di contributo per l’autonoma sistemazione a favore dei nuclei familiari sgomberati, nonché a favore dei titolari di attività commerciali, produttive, agricole, agroindustriali, agrituristiche, zootecniche, artigianali,professionali, di servizi e turistiche.

Con D.P.C.M. del 27/01/2012 è stato prorogato fino al 31/12/2012 lo stato di emergenza del territorio di Marina di Lesina, e successivamente con Ordinanza nr. 2003, l’Avv. Fabiano Amati, Assessore alle Opere Pubbliche e Protezione Civile della Regione Puglia. Per altro con Delibera di Consiglio Comunale nr. 38 del 29/06/2011 è stato approvato il Piano Stralcio di Protezione Civile di Marina di Lesina.

Da alcuni approfondimenti svolti presso il Genio Civile di Foggia, agli atti dello stesso non risulterebbero depositate per diversi fabbricati, le relazioni geologiche, da cui si evidenziano a nostro parere, gravissimi errori progettuali. Le norme infatti impongono a priori la caratterizzazione geotecnica del sito per definire i parametri da utilizzare per procedere alla verifica di fattibilità dell’opera stessa e alla verifica strutturale delle fondazioni del fabbricato che deve insistere sul medesimo sito. Non solo, ma cosa ancor più grave è che le stesse norme (D.M. 11 Marzo 1988 e Circolare LL.PP. 24 Settembre 1988 nr. 20483) impongono all’atto della costruzione anche di verificare che il sito sia stabile e non interessato da fenomeni di dissesto in atto e/o in evoluzione (relazione geologica).

La stessa Legge sismica nr. 64 del 02/02/1974 art. 4 comma 2, prevede di accertare “le caratteristiche generali e le proprietà fisico-meccaniche dei terreni di fondazione, e cioè dei terreni costituenti il sottosuolo fino alla profondità alla quale le tensioni indotte dal manufatto assumano valori significativi ai fini delle deformazioni e della stabilità dei terreni medesimi, devono essere esaurientemente accertate”, con entrata in vigore di tale obbligo per Marina di Lesina con D.M. LL.PP. del 02/07/1981.

Si vuole evidenziare che la normativa individua nel costruttore e/o direttore dei lavori e committente, che intende realizzare un immobile, colui il quale ha il dovere di far eseguire a propria cura e spese tutte le indagine e studi atti a dichiarare idoneo il sito per la realizzazione dell’immobile. 

A questo punto possiamo fare una considerazione: se fossero state eseguite le necessarie indagini, sicuramente sarebbero emerse le problematiche presenti nel sottosuolo e si sarebbe potuto optare o per soluzioni tecniche alternative per l’opera di fondazione (fondazione su pali con profondità tali da by-passare lo strato gessoso) o addirittura di giungere a definire il sito inidoneo alla realizzazione dell’opera stessa. L’assenza di una caratterizzazione geologica del sottosuolo da parte del progettista, porta al convincimento che si è in presenza di un grave errore progettuale dovuto alla mancanza di adeguate indagini strettamente necessarie in riferimento alle caratteristiche geomorfologiche del sito in questione.

Inoltre, relativamente al parere favorevole che la Regione Puglia, Assessorato all’Urbanistica ha dato per il posizionamento delle gabbionate non possiamo che evidenziare tutto il nostro disappunto. Tale posizionamento, infatti, non solo ha aggravato la situazione facilitando l’infiltrazione delle acque marine nel terreno, ma ha determinato anche uno spreco di denaro notevole visto che i lavori attualmente in fase di realizzo prevedono la rimozione di tali gabbionate e il ripristino della cementificazione delle sponde del canale Acquarotta. Come ha potuto la Regione Puglia agire in maniera così superficiale? Molto spesso gli organi preposti a fare scelte importanti agiscono senza cognizione di causa ed in maniera improvvisata.

Un’ ultima considerazione: il comune di Lesina ha approvato il progetto di variante del piano di lottizzazione del villaggio riducendo la fascia di rispetto di inedificabilità dal canale Acquarotta da 60 mt a 30 mt. Nonostante abbia agito nel rispetto della legge, tale decisione è apparsa ai nostri occhi inopportuna vista la natura del terreno. Ciò, infatti, ha determinato lo sgombero degli immobili vicini al canale per un certo periodo di tempo.

Con delibera CIPE nr. 8 del 20/01/2012 e nr. 87 del 03/08/2012  viene assegnato il finanziamento per gli interventi di messa in sicurezza del territorio di Marina di Lesina attingendo dal FSC.

Tralasciando l’intricata vicenda giudiziaria, fra le prime due imprese edili per l’aggiudicazione dell’appalto, solo da qualche mese sono iniziati i lavori.

Il primo lotto, la cui consegna è prevista per dicembre 2020, comprende il consolidamento del terreno, con miglioramento delle caratteristiche geotecniche del suolo tramite iniezioni di miscele cementizie, e il rifacimento dei ponti (demolizione e ricostruzione).

Il secondo lotto di lavori riguarderà l’impermeabilizzazione del canale con pareti in calcestruzzo (consegna prevista dicembre 2021).

Vigileremo sul rispetto dei tempi.

Marina di Lesina ha già aspettato troppo …