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La grande bellezza della Certosa di Padula: interrogarsi sul presente per costruire il futuro

Con 55 siti “patrimonio dell’Umanità”, l'Italia e la Cina sono al vertice della classifica Unesco, seguite da Spagna, Germania e Francia. (infografica dinamica n. 1).
La Certosa di San Lorenzo, a Padula, nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno, ha avuto questo riconoscimento nel 1998 e, nel 2002, è stata inserita anche nel novero dei Grandi Attrattori Culturali dalla Regione Campania. Estesa su una superficie di 51.500 m², disposti su tre chiostri, un giardino, un cortile ed una chiesa, con il suo stile barocco è la più grande certosa a livello nazionale e tra le maggiori d'Europa.
Il progetto "IL GRANDE ATTRATTORE CULTURALE CERTOSA DI SAN LORENZO" rientra nel Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (programmazione 2007-2013) con soggetto programmatore la Regione Campania, attuatore e beneficiario il comune di Padula. Obiettivo generale sono il recupero e la riqualificazione ambientale, paesaggistica e infrastrutturale delle aree circostanti il monumento per aumentarne l’attrattività, anche turistica, migliorando la qualità della vita dei residenti e promuovendo nuove forme di sviluppo economico sostenibile.
Il costo del progetto ammonta a euro 4.079.510,45, di cui risulta attualmente pagato solo il 37% dell'importo totale (fonte portale OpenCoesione).
L’intervento è stato ammesso a finanziamento, a valere sulle risorse del FAS-APQ, dalla Regione Campania con Decreto Dirigenziale n. 481 del 29.07.2009. I lavori sono stati aggiudicati il 20.04.10 ed hanno preso il via nell’agosto dello stesso anno. Con decreto Dirigenziale n. 484 del 18.12.2014, la Regione Campania ha ammesso il finanziamento stabilendone il quadro economico. Il Comune di Padula ha poi approvato nel marzo 2017 gli atti contabili dello stato finale dei lavori anche se la fine delle attività fosse prevista per il 18.05.2014.  (infografica statica n. 1)

Le risorse economiche sono state usate per lo scavo e la riqualificazione del viale della Certosa diventato dunque pedonale (grazie anche alla scoperta dell’esistenza di un vecchio ponte) e per la realizzazione della pista ciclabile circostante il monumento con i relativi sottoservizi.
Dall’incontro con l’assessore alla Cultura del comune di Padula Filomena Chiappardo e con il consigliere con delega al Turismo Settimio Rienzo, abbiamo avuto conferma che l’iter per la realizzazione del progetto è stato piuttosto lungo e complesso. Quando i lavori hanno preso il via, l’ingresso secondario della Certosa fungeva da accesso principale ma, in questo modo, i turisti non usufruivano più della corte esterna a discapito delle attività economiche e dell’infopoint. Altra criticità è stata quella legata agli espropri poiché diverse famiglie hanno dovuto lasciare parte dei loro terreni per permettere la costruzione della pista ciclabile, che ora infatti permette di giungere direttamente alla zona pedonale di accesso alla Certosa. Lo scavo ha permesso di valorizzare anche il Parco danneggiato dall’alluvione del 1857.
I lavori hanno avuto quindi una ricaduta positiva anche sui flussi turistici, facendo di Padula il comune più visitato del Vallo di Diano: nel 2018 i visitatori sono stati 91.119 a fronte degli 85.797 del 2014 (fonte Mibact).
Nel 2019, 95mila visitatori hanno usufruito del biglietto integrato del circuito “Padula sistema museo”. A causa del lockdown dovuto alla pandemia covid-19 e dell’assenza delle gite scolastiche, nel 2020 tutto l’indotto economico ha subito una grave perdita. Sono state registrate infatti 37.821 visite con un picco di 15mila visitatori ad agosto.

Il team ha somministrato anche un questionario on line al quale hanno risposto più di 300 persone. Circa l’80% ha affermato di aver visitato la Certosa di San Lorenzo ed il 45,6% ritiene che il sito sia adeguatamente valorizzato per la fruizione turistica. L’82% circa degli intervistati ritiene poi che la candidatura della Certosa a “Capitale della cultura 2022” potrebbe avere in futuro risvolti positivi sui flussi turistici. Piuttosto eterogenei i pareri relativi alle aree che necessiterebbero di lavori di restyling: il 31% circa agirebbe sul Parco, il 18% circa sugli ambienti interni mentre il 13% su quelli esterni; quasi il 33% non ha idee chiare in merito. Per valorizzare il complesso monumentale invece il 23% investirebbe in pubblicità, il 22% in eventi culturali, il 17% organizzerebbe gite turistiche. (infografica dinamica n. 2)

Con il nostro lavoro d’indagine siamo venuti in possesso di dati che ci hanno dato un quadro chiaro e un riscontro concreto sull’importanza della Certosa per il nostro territorio. Dalla nostra indagine tuttavia abbiamo compreso che il generale deficit turistico del Vallo di Diano derivi soprattutto da problemi organizzativi e dalla mancanza di una “vision” unitaria a causa dell’assenza di una logica di cooperazione tra i soggetti che gestiscono i beni culturali ed ambientali. E’ necessaria quindi una riorganizzazione strutturale del comparto turistico che punti sulla cooperazione tra i singoli enti.