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Articolo di Data Journalism

Dal disastro alla rinascita... si riparte dal porto!

Il progetto “Attrattore Porto di Cirò Marina”, è un POR CONV FERS Calabria, Asse V Risorse Naturali, Culturali e Turismo sostenibile, attuato dal Comune di Cirò Marina (Kr) per riqualificare il Porto, che sin dalla sua nascita, ha subìto continui interventi strutturali, facendolo divenire uno dei porti più importanti della costa jonica calabrese.

Il porto nasce nel lontano Giugno 1986, grazie a 38 Miliardi di lire erogati dalla Regione Calabria. I lavori iniziarono successivamente, il 22 Maggio 1993 e, durante la loro esecuzione furono contrassegnati da proroghe e da ritardi dovuti alla lenta macchina burocratica. Fu poi inaugurato nel 2001, e nel corso degli anni, ha subìto continui interventi per riparare i danni causati di mareggiate,  che hanno danneggiato la struttura portuale e le attrezzature, fino alla ristrutturazione definitiva, avvenuta nel 2011.

Il porto della nostra cittadina è un porto di IV classe turistico e peschereccio ed è destinato alla pesca locale e al diporto, esso è composto da due darsene e da un bacino di espansione, da un molo foragneo principale, da un molo di sottoflutto, una banchina Nord ed una banchina Sud. Nel Porto sono previsti 342 posti barca per imbarcazioni da diporto.

 Il progetto “Attrattore Porto Cirò Marina” rientra in un progetto più ampio, che s’intitola “Madre Natura, Padre Cultura: la provincia di Crotone tra Natura, Cultura ed Enogastronomia”. Esso è un PISL, ovvero un “Progetto Integrato di Sviluppo Locale”, si tratta di progetti indirizzati agli enti locali, come i comuni, e riguardano solamente il territorio comunale, non riguardano ambiti regionali o nazionali. Questo Pisl è stato promosso dalla provincia di Crotone per i Comuni di sua competenza; il Comune di Cirò Marina ha partecipato con un progetto elaborato dall’ingegnere Antonio Mastroianni, un tecnico del territorio che ha sviluppato un progetto che ha permesso di beneficiare di €1.185.604,58 erogati dalla Regione Calabria,

Senza dubbio, il sistema portuale della Regione Calabria risulta essere particolarmente critico, ed è caratterizzato da poche strutture marittime, scarsamente attrezzate, incomplete e poco funzionali, non sufficienti a rispondere alle esigenze dei diportisti (italiani e stranieri), nelle quali è possibile il parcheggio di natanti ed imbarcazioni. Fra questi due estremi esistono, naturalmente, le più diverse realtà; dalla gestione familiare di alcuni piccoli approdi, con molti limiti strutturali ed anche i vantaggi della tipica accoglienza mediterranea, a località ove si producono situazioni ed atteggiamenti di memoria “corsara”.

Negli ultimi decenni, le attività turistico-ricreative e quelle diportistiche hanno assunto un peso sempre maggiore, fino a diventare una delle componenti fondamentali dell’intero comparto turistico di tutte le zone costiere dei paesi del Mediterraneo. I porti, il trasporto marittimo e la relativa logistica rappresentano uno dei comparti a più forte crescita in Europa, in quanto garantiscono direttamente e indirettamente oltre mezzo milione di posti di lavoro, e sono motore di sviluppo economico di città, aree metropolitane e regioni. I porti, in molte regioni europee, danno forma alla stessa immagine della città. Essi rivestono un’importanza, che va al di là dell’aspetto economico e occupazionale.

Anche per questa ragione l’Unione Europea promuove l’immagine dei porti e la loro integrazione nella città.

 Osservando e analizzando i dati di Open Coesione, è emerso una discrepanza tra l’ultimo importo erogato e quello presente nella relazione elaborata dall’ingegnere Mastroianni, che nella sua relazione generale, ha spiegato che questo progetto ha avuto un ribasso del 5%. Successivamente è stata fatta una perizia di variante, però l’importo è rimasto fisso, sono, invece, variati gli importi lavori, quindi, questi ultimi sono soggetti ad un ribasso del 5%, che è stata recuperato con la perizia di variante

I fondi europei sono serviti a ricostruire parte del porto distrutto dalla mareggiata del 2009. 

Il Porto di Cirò Marina è formato da un muro paraonde, che è chiamato molo foraneo, il quale si affaccia sul mare, ed è lungo 700 metri. Lo scopo del muro è quello di proteggere il porto dalle mareggiate. Esso è formato da bacini interni, che sono gli specchi d’acqua: un bacino è destinato ai pescatori, quindi è quello del peschereccio, che ha uno scopo professionale, e l’altro bacino è destinato alle imbarcazioni da riporto, che sono quelle imbarcazioni in cui le persone escono per svago, quindi non hanno uno scopo professionale. Gli interventi realizzati con i fondi del Pisl-, sono stati effettuati sul bacino turistico e i punti dell’ormeggiamento delle barche, mentre quelli vecchi sono stati portati nell’avamporto (il primo bacino verso l’imboccatura). L’avamporto ha lo scopo di smorzare le onde e rendere l’onda d’urto meno violenta, proteggendo così il porto.

Prima della realizzazione sono stati condotti degli studi di settore e sono state calcolate delle bisettrici: è stato preso come primo punto di riferimento il porto e come secondo punto di riferimento la località di Punta Alice, unendo questi due punti si ottiene la direttrice 25° Nord. 

Una seconda direttrice è stata presa tra il porto di Cirò Marina e Capo Colonna; gli angoli di mari compresi in questi punti sono detti “paraggio”, e sono quelli che interessano il porto di Cirò Marina.

 Il mar di Levante è il più impetuoso, che causa danni al porto, perché si forma molto distante dalla costa, quindi man mano che l’onda viaggia verso la costa acquista energia e non risente dell’interferenza del fondale. Quando questo vento viaggia insieme al vento scirocco, si creano delle onde altissime che possono arrivare fino a 6,5 m di altezza, danneggiando il muro foraneo.

Nel 2006 si è verificata una mareggiata, che ha distrutto il porto e la banchina di Levante. Nel 2009, la mareggiata si è ripetuta, distruggendo definitivamente il muro, che è stata ricostruito insieme ai pontili nell’avamporto nel bacino turistico, alle colonnine di energia elettrica, necessarie a rifornire di energia a coloro che attraccano. Il progetto prevedeva anche la realizzazione di gazebi nell’area portuale per la promozione dei prodotti enogastronomici locali come il vino di Cirò, che è conosciuto in tutto il mondo. 

 In sede di esecuzione dei lavori, il direttore dei lavori, l’architetto Michele Scerra ha ritenuto opportuno non fare i gazebi, ma ha preferito realizzare alcuni interventi piuttosto che altri, per cercare di arginare i danni provocati dalla mareggiata del 2009.

 Nonostante le migliorie apportate con questo POR, il Porto di Cirò Marina necessita di ulteriori migliorie, ad esempio, la realizzazione di un ristorante galleggiante e di navi turistiche con cui  accompagnare i visitatori lungo la costa jonica a scoprire le bellezze marittime presenti sui nostri fondali.