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Articolo di Data Journalism

Un fulmine "provvidenziale"

16 settembre 2013: un tremendo fulmine si abbatte sul campanile della chiesa di San Domenico, praticando un foro sulla superficie della cuspide e invalidando l’intera verticalità della struttura, fermando l’orologio della torre campanaria, da sempre punto di riferimento importante per il popolo sommese, alle ore 9:31. Un'enorme crepa irrompe nella quotidianità della città e modifica radicalmente il profilo estetico della zona. E’ in questo momento che si ritiene necessario un intervento di restauro e messa in sicurezza che possa rendere la struttura nuovamente agibile e riportarla al suo antico splendore. Vengono diramate quindi numerose iniziative, volte alla ricerca di fondi stanziati per la ristrutturazione della stessa e, dopo molteplici incontri e valutazioni, si giunge alla conclusione che l’intervento non debba essere volto esclusivamente alla riparazione dei danni subiti, ma anche ad una rivalutazione generale della zona circostante la struttura. Infatti quest’ultima, pur costituendo da sempre un fulcro importante molto frequentato della vita cittadina, veniva bistrattata in quanto, non essendoci una regolamentazione adeguata, era possibile parcheggiare liberamente autovetture nella piazzetta antistante la chiesa e nello spazio di fronte al sagrato. Anche se questo elemento forniva un importante vantaggio ai commercianti della zona, andava ad intaccare uno spazio pubblico che, secondo i progettisti, doveva essere assolutamente restituito alla comunità sommese. A confermare l'intenzione di voler “riconsegnare un pezzo di città ai propri cittadini” è la catalogazione stessa dell’intervento sulla piattaforma di Opencoesione. Infatti il progetto non è classificato come “recupero architettonico”, bensì come “inclusione sociale”. Anche l’amministrazione comunale e l’Ufficio Lavori Pubblici, inizialmente restii a causa delle numerose lamentele e proteste mosse da parte dei negozianti, cedono all’iniziativa, e il progetto viene affidato agli architetti Pardo Antonino, Vincenzo Molaro e all’ingegnere Vittorio Vitagliano. Inizialmente l’attività fa affidamento su un finanziamento proveniente dai fondi comunali di circa 325.000 euro, registrato anche sulla piattaforma di gestione finanziaria Opencoesione. Tuttavia salta subito all’occhio come, per la rivalutazione di un’area di circa 2500 m², quest’unica cifra sia pressoché irrisoria. Come la definisce lo stesso architetto Pardo, essa ha costituito esclusivamente una “rampa di lancio” per concretizzare l’attuazione dell’iniziativa. Essa viene presa in cura poi dalla regione Campania, con non poche peripezie per quanto riguarda la sezione burocratica, mediante l’impiego del fondo FESR del 2007-2013 (il quale costituisce circa il 95,3% dell’intero finanziamento per il progetto). E’ un dato di fatto comunque che i fondi per il recupero e la rivalutazione di San Domenico, costituiscono circa il 15,8% di tutti i finanziamenti dedicati alle infrastrutture del comune di Somma nel 2015. Il feedback cittadino è stato più che positivo, tanto che lo stesso cantiere è diventato un vero e proprio punto di riferimento per la popolazione sommese, da semplice “spazio” si è trasformato in un “luogo” vissuto. Finalmente il giorno 25 maggio 2016 il progetto tanto ambizioso è completato. La piazzetta San Domenico da parcheggio improvvisato ritorna luogo di aggregazione e d'incontro, la facciata che presenta un’enorme affinità con il San Carlo di Napoli, ritrova il proprio colore originario, e il profilo della struttura è enfatizzato dal sistema di illuminazione installato che gli conferisce il giusto equilibrio tra luci ed ombre. una migliore pedonalizzazione di via Cecere, percorsa ogni giorno da decine di utenti della Circumvesuviana tra cui numerosi studenti del nostro liceo, garantisce una maggiore sicurezza ai pedoni, grazie alla costruzione di un nuovo marciapiede con segnaletica catarifrangente. L’appalto inoltre comprendeva anche operazioni di restauro di quadri e statue interne alla struttura tra cui due pale d’altare, un crocifisso ligneo e una statua di Santa Rita per un valore di circa 60.000 euro. In conclusione questo progetto ha rappresentato un’enorme occasione di miglioramento e crescita per la città di Somma. Tuttavia, ad oggi la struttura e l’ambiente hanno subito numerosi danni di lieve e moderata entità, particolarmente riconducibili ad atti vandalici (manomissione dei quadri elettrici e dell’illuminazione a cui non si trovano colpevoli, causa mancato funzionamento delle telecamere di sicurezza). E’ importante quindi sensibilizzare ancora una volta i cittadini sull’importanza del rispetto per il proprio paese e le infrastrutture di quest’ultimo, così che tutti possano beneficiarne e queste possano diventare a pieno titolo “luoghi di inclusione sociale”.