Partendo dalla piccola cittadina di Moasca, abbiamo voluto analizzarne la storia e la demografia e arrivare poi a discutere su una delle eccellenze del territorio italiano e del Piemonte: il vino. I nostri dati sono derivate da varie fonti, a partire dalle fonti ISTAT per quanto riguarda la demografia e per le produzioni di vini bianchi e rossi, fino a siti specializzati e un’appassionata conoscenza del nostro territorio.
Il castello della città, oggi uno dei simboli dell'astigiano, fu anche pezzo di storia di questo territorio. Il comune di Asti era di fatto caduto sotto il controllo dei ghibellini già ad inizio Trecento. Coinvolto quindi, il fortilizio, nei violenti scontri tra guelfi e ghibellini della fine del Duecento, divenne, nel 1303, rifugio di una nota famiglia ghibellina del luogo, emigrata da Asti a seguito della presa di potere da parte dei guelfi: i De Castello. Successivamente il castello sarà oggetto di un assedio mosso dai guelfi nel luglio 1308 con l'appoggio di un contingente inviato dai chieresi. Il Marchese Del Carretto giunse in soccorso dei ghibellini con una legione di 500 fanti e 100 balestrieri. Vista la superiorità numerica degli assediati, i chieresi, furono allora costretti ad arruolare altri 1500 uomini solo per l'occasione. Ben ventidue giorni persistette la resistenza, ma in seguito gli abitanti di Moasca non riuscirono più a sopportare l'oppressione dei nemici e furono costretti a scendere a patti con gli accerchiatori. Dovettero dunque fuggire e abbandonare la roccaforte cedendola ai guelfi che ne presero immediatamente possesso. Questa sarà la prima volta nella sua storia che il castello di Moasca verrà raso al suolo. Per la ricostruzione dell'edificio bisognerà aspettare la seconda metà del Trecento, quando, nel 1351 Secco Suardo si fece carico del compito, non solo di riedificarlo, ma anche di abbellirlo e renderlo più abitabile. A questa data risale la struttura di cui attualmente abbiamo solo in parte testimonianza diretta. Sappiamo ora che, dopo ciò, la fortezza rimase intatta ed in buone condizioni fino al Novecento. Negli anni del dopoguerra, infatti, lo stato di degrado ed incuria cui fu abbandonato furono le cause del suo lento declino. Il deterioramento che ne seguì ha permesso di farci pervenire solo una parte frammentaria dell'imponente architettura, composta dalle mura della facciata orientale con i torrioni cilindrici e poco altro. L’amministrazione comunale, solo dal 1999 ha avviato un programma di recupero e valorizzazione dei resti ancora esistenti a seguito di urgenti interventi di restauro conservativo. Primo fra tutti, la ricostruzione della Torre Sud, ed è proprio da essa che parte il nostro viaggio. Può apparirci strano che una così piccola cittadina sia stata protagonista di così tanti avvenimenti e battaglie, anche se all’epoca era una zona certamente più popolosa. Il Comune, allo stato attuale conta poche centinaia di abitanti. Analizzando l’andamento demografico della popolazione residente nel comune di Moasca, possiamo constatare che il numero di residenti a partire dal 2003 è aumentato circa del 15% passando da un numero di 410 abitanti fino ad arrivare nel 2019 a 520 abitanti con una maggioranza inizialmente femminile per poi passare ad un aumento della popolazione maschile. Nel comune di Moasca col tempo si sta sviluppando una nuova generazione di persone, sono inoltre aumentate le famiglie partendo da un numero di circa 180 nel 2003 fino ad arrivare ad un numero complessivo di 220 circa nel 2019, è rimasta quasi invariata negli anni la media dei membri per famiglia ferma a circa 2,7. Nel comune di Moasca il 4,04% della popolazione è straniera rifacendoci ai dati del 31 dicembre 2014. Dei lavoratori moaschesi, il 3% è impiegato nell’amministrazione, il 25% si occupa dei servizi, il 35% opera nelle industrie. Opportunità lavorativa è data dal turismo e dalla ristorazione. Adesso, nel piccolo borgo di Moasca, immerso nel Monferrato, si trova un ristorante in cui si fondono storia, cultura ed enogastronomia: “Tra la Terra e il Cielo”. Questa attività, infatti, oltre ad offrire ottimo cibo piemontese e vini di prima qualità, fa assaporare al cliente la storia e la cultura locali offrendo un piccolo tour all'interno del castello ove si possono osservare varie opere d'arte.
Nel paesino di Moasca si tiene annualmente, presso la bottega del vino "NeroDiStelle", una serata, piuttosto lunga, in cui viene celebrata “la rinascita“ del castello, simbolo del borgo. Durante questo evento i turisti possono degustare del buon vino, tipico prodotto del Monferrato, e dunque prodotto nelle colline antistanti Moasca. Grazie alla strategica posizione della borgata, grazie all’uso di telescopi posti sulla piazza principale al crepuscolo, si possono ammirare la Luna, Giove ed altri corpi celesti. È bene soffermarsi anche su uno degli aspetti più importanti, se non il più importante, del territorio Monferrino: il vino. Le campagne del territorio sono specializzate nella sua produzione. Si prediligono soprattutto rossi e spumanti grazie al clima e alla conformazione del terreno, e la loro distribuzione è diventata internazionale facendo diventare il vino stesso elemento di tradizione del paese e una delle forme di guadagno maggiori della regione. Tra i vini rossi ricordiamo per esempio il “Barbera” ed il “Dolcetto”, mentre tra gli spumanti più conosciuti troviamo il “Brachetto” ed il “Moscato”. Di seguito sono riportate alcune statistiche che permettono una maggiore comprensione del rapporto tra il vino e il territorio piemontese:
- superficie vitata : 48000 ha, che si suddivide tra montagna(43%),collina(30%) e pianura ( 27 %);
- produzione del vino: 2,600,000 hl; i vini rossi e rosati occupano il 60 % della produzione, mentre i bianchi il restante 40 %.
Ci siamo stupiti della quantità di dati che siamo riusciti a ricavare, e siamo felici di vivere in questi stupendi territori. Cercheremo magari dei dati diretti sul Castello e sulla Torre, magari riuscendo a parlare con le autorità locali o con abitanti del luogo.