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"Diamo luce al nuraghe nascosto"

Siamo gli alunni della 5D, indirizzo Turismo, dell’istituto Tecnico Dionigi Panedda di Olbia.
Quest’anno, sia noi che la nostra scuola, partecipiamo per la prima volta al progetto “ ASOC”.
Il nostro primo incontro di presentazione del percorso si è svolto il 18 novembre con la prof.ssa Cavallaro che ci ha illustrato le finalità di “ A scuola di open Coesione” e quindi, l’attività  di monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici,  l’utilizzo degli open data, nonché gli step che avremo dovuto intraprendere, sino ad arrivare alla presentazione, attraverso eventi pubblici, dei risultati del monitoraggio.
La prof. ha preferito  dividere la “lezione 1” in due incontri. Durante il primo, dunque, accedendo al portale di Open Coesione, abbiamo preso visione dei progetti esistenti sul sito. Ci siamo indirizzati verso il  tema ” Cultura e turismo”, affine al nostro corso di studi.
Gli interventi presi in esame sono stati sostanzialmente due. Uno riguardante “il recupero, al fine della fruizione, dei capannoni dell’ex artiglieria da destinare a spazi espositivi” e l’altro “il restauro, lo scavo archeologico, la sistemazione,  al fine della fruizione, del nuraghe Belveghile situato nell'agro di Olbia”.
Dopo un’attenta riflessione e discussione in classe, abbiamo deciso di occuparci della monitoraggio del secondo progetto.
La scelta è stata determinata dalla particolarità della storia e della situazione in cui versa il  Nuraghe,  di cui siamo venuti a conoscenza  dalla lettura di alcuni articoli di giornale via web.
La vicenda risale alla metà degli anni 80 quando erano stati appaltati e in parte realizzati i lavori di una strada a scorrimento veloce che da Olbia  porta ad Arzachena e alle più rinomate località turistiche. Quando i lavori di realizzazione della sopraelevata erano in fase già avanzata era stata, inaspettatamente, rilevata l’esistenza del Nuraghe. Da qui la scelta se interrompere i lavori e dare luce al Belveghile, che altrimenti si sarebbe trovato proprio sotto la campata e quasi lambito da essa, o studiare un nuovo percorso stradale con rilevanti maggiori spese e notevoli ritardi nella realizzazione dell’opera. Si trattava di una scelta molto delicata che la Sovraintendenza Archeologica di Sassari affidò direttamente al Ministero dei Beni Culturali. Il parere fu favorevole alla realizzazione della strada e, per anni, in Nuraghe è stato dimenticato.
L’attuale intervento, programmato proprio dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,  ci è sembrato di significativa importanza.
Scopo del progetto è quello di garantire la valorizzazione e la fruizione turistica dell'area archeologica venuta alla luce con i lavori di realizzazione dello svincolo stradale che avevano dato vita, solo in minima parte, a quello che ora configura essere come uno dei più grandi complessi archeologici del nord Sardegna.
Abbiamo scelto di monitorare il Nuraghe Belveghile incuriositi dalla possibilità che un complesso archeologico di questa entità, quasi totalmente sconosciuto e uno snodo stradale così importante, riescano a convivere conservando entrambi la fruizione da parte dei cittadini.
Il team si è quindi prefissato lo scopo di continuare a monitorare tutti i lavori previsti nel programma, organizzare eventi, convegni e incontri culturali con gli studenti e la cittadinanza in generale per far apprezzare come la modernità e il tempo che avanza possano convivere pacificamente con la nostra storia. Premesse importanti per  garantire  un'offerta turistica non più solo legata alla stagionalità ma, anche alla cultura e al patrimonio archeologico di cui il nord Sardegna è ricco.
Effettuata, dunque, la scelta principale, abbiamo deciso come impostare il nostro lavoro e, ci siamo divisi i ruoli,  realizzato il logo e dato il nome al gruppo.
Il nome da noi scelto per il  progetto “Diamo luce al nuraghe nascosto” è stato ispirato dal reale intento che vogliamo perseguire con la nostra attività di monitoraggio.
Il nome del team “The guardians of Belveghile” vuole, invece, indicare una impegno  che ci siamo prefissati nel voler proteggere e valorizzare  questo complesso archeologico.
Il logo, che rappresenta il nuraghe avvolto dalle nostre braccia, vuole raffigurare il senso di protezione e valorizzazione verso un monumento archeologico rimasto nascosto e non valorizzato per tanti anni.
Per quanto riguarda la divisione dei ruoli, essendo la nostra una classe poco numerosa e formata da solo 10 alunni, sono stati attribuiti più compiti ad ognuno di noi.
La suddivisione è avvenuta in tal modo:  
Project manager e head research: Solinas Alice, Pische Riccardo, Batzu Sofia
Social media manager e coder: Berria Stella, Corrias Anna
Designer: Cimino Marta, Aini Gaia Andrea
Storyteller: Solinas Alice, Pische Riccardo, Batzu Sofia
Analista e coder: Batzu Sofia
Blogger: Berria Stella, Corrias Anna
Analista e head of research: Asara Giorgia
Storyteller e designer: Degortes Silvia, Deiana Chiara
Coder:Cimino Marta
Social media manager: Berria Stella, Corrias Anna

Il giorno 6 dicembre, in occasione del secondo incontro, abbiamo ricevuto la visita del Dott. Antonello Chessa dell’ED Sardegna, invitato dalla nostra Tutor. Il dott. Chessa  ha fornito preziosi consigli, utili per lo sviluppo del monitoraggio, si è soffermato sull’analisi e sulla rilevazione dei dati presenti su Opencoesione e ha chiarito alcuni dubbi sulle modalità di redazione dei nostri interventi.
Ciò ha significato per noi una ulteriore spinta per la conclusione della prima fase.
A questo punto  non ci resta che pubblicare il lavoro svolto.