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Impianti di Depurazione in Puglia: verso il "Riuso" delle acque reflue e la valorizzazione dei fanghi come "Risorsa"

Oggi in Puglia il servizio di depurazione copre il 77% del fabbisogno totale, con una potenzialità di 4,8 milioni di abitanti equivalenti su un carico totale generato di 6,2 milioni, come riportano i dati forniti dal Servizio di tutela delle acque della Regione. Il servizio di depurazione in Puglia è garantito da 185 impianti di depurazione in funzione, tra cui quello di Laterza che a sua volta rientra tra i 22 impianti presenti nella provincia di Taranto. 

I depuratori tutelano il territorio restituendo al loro ciclo naturale le acque provenienti dalle nostre case. La depurazione è l’ultimo passaggio del Ciclo Idrico Integrato, il meno evidente ma anche il più importante per tutelare il nostro territorio. Tramite il servizio di depurazione, infatti, le acque raccolte dalla fognatura vengono trattate in appositi impianti e “recapitate” in ambiente. Gli impianti di depurazione assicurano la rimozione degli inquinanti dalle acque, che, una volta depurate, sono nuovamente immesse nel corpo idrico naturale costituito da fiumi, laghi e mari.

Gli impianti di depurazione gestiti da Acquedotto Pugliese sono, quasi tutti, del tipo a fanghi attivi, e  comprendono una linea acque e una linea fanghi.

LINEA ACQUE: 1 Stazioni di grigliatura e dissabbiatura 2 Stazione di equalizzazione 3 Stazione di sedimentazione primaria 4 Stazione di trattamento biologico 5 Stazione di sedimentazione finale 6 Stazione di filtrazione finale 7 Stazione di disinfezione 

LINEA FANGHI:  1 Ispessitori  2 Digestore aerobico 3 Digestore anaerobico 4  Gasometro 5  Centrale termica 6 Disidratazione meccanica 

Obiettivo del nostro studio è ribadire l’importanza degli impianti di Depurazione fondamentali per poter “ripulire” l’acqua prima di riconsegnarla in natura priva di sostanze chimiche e inquinanti. Sulla base dei dati analitici sullo stato della Depurazione in Puglia su 178 impianti 37 impianti non risultano  conformi secondo la direttiva 91/271/CE. Sulla base dei dati analitici risultanti dai campionamenti delle acque reflue in uscita dagli impianti di depurazione, condotti dai dipartimenti provinciali di ARPA Puglia, è stato possibile individuare i limiti di alcuni parametri ritenuti indicatori del corretto funzionamento degli impianti (BOD5, COD, SS, P totale e N totale) BOD5 (domanda biologica di ossigeno), COD (domanda chimica di ossigeno) e SS (solidi sospesi) sono significativi del contenuto organico dello scarico e pertanto indicatori del potenziale livello di inquinamento sul corpo idrico recettore. Per la disciplina degli scarichi e il rispetto dei limiti tabellari si rimanda ai dati accuratamente approfonditi nell’iconografica

Segue un elenco degli obiettivi degli impianti di depurazione:

-Protezione Ambientale: i depuratori devono funzionare bene e rilasciare nell’ambiente acqua pulita rispettando determinati parametri di qualità.

-Riuso: l’acqua depurata deve essere riutilizzata, ad esempio per fini agricoli

-Adeguatezza dei recapiti ( cioè luoghi dove l’acqua viene riconsegnata in natura)garantendo sistemi di scarico adeguati che non abbiano un impatto sulle acque, coste o su suolo.

- Emissioni limitate: i depuratori non devono procurare fastidi olfattivi alla popolazione come nel caso del depuratore di Laterza.

- I fanghi: occorre una gestione più efficace finalizzata al ”riuso”come risorsa.

Il processo di depurazione dà origine, di conseguenza, alla produzione di rifiuti, tra cui i principali sono i cosiddetti fanghi da depurazione, che non rientrano tra i rifiuti pericolosi. Occorre chiarire se i fanghi provenienti dalla depurazione dei reflui urbani siano una risorsa da sfruttare o un rifiuto di cui disfarsi. Secondo gli ultimi orientamenti europei si dovrebbe rivalutare il fango, non come rifiuto bensì come RISORSA da poter utilizzare in agricoltura. Da un’attenta analisi dei dati si evince che i fanghi di depurazione prodotti dalla regione Puglia non vengono acquisiti dagli impianti di compostaggio finalizzati alla fertilizzazione dei terreni. Un grande quantitativo viene invece smaltito in apposite discariche che necessitano ingenti somme di denaro. Per questo la restante parte viene esportata nel Nord Italia, convertita poi in compost (prodotto dell’unione di rifiuti e fanghi). Si rimanda all'iconografica per informazioni relative alla quantità e modalità di conferimento dei fanghi.

Numerosi sono i progetti in corso volti al trattamento e alla valorizzazione fanghi di depurazione, al riutilizzo delle acque reflue in altri settori. Specialmente in agricoltura, a fini irrigui, e le attività di sperimentazione per l’impiego di compost di qualità prodotto con fanghi biologici di depurazione.

Dallo studio del Report sullo stato della Depurazione in Puglia, si notano notevoli punti di criticità nel corretto funzionamento degli i impianti di depurazione. Tra i 184 depuratori gestiti da acquedotto Pugliese occorre distinguere gli impianti sottodimensionati rispetto al carico in ingresso dagli impianti  poco virtuosi e bisogna inoltre annoverare quei comuni che non dispongono di impianti di depurazione. Solo un depuratore su tre, in Puglia, risulterebbe completamente adeguato, e quasi uno su dieci presenterebbe gravi deficit infrastrutturali. Segue uno studio dettagliato dei vari depuratori nella provincia di Taranto rappresentato nell’iconografica.

Per concludere dunque, potremmo affermare che l’obiettivo degli impianti di depurazione è il “Riuso”. Al di là della necessità dei processi depurativi dal punto di vista dell’impatto ambientale, una corretta gestione dell’acqua porterebbe al conseguimento di scopi socialmente ed economicamente utili, quali la tutela e la salvaguardia dei corpi idrici superficiali e sotterranei nonché  una buona gestione dell’acqua stessa.