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Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Articolo di Data Journalism

QualifiCa-rafa...avvicinare le istituzioni ai cittadini

Il progetto di riqualificazione di Piazza Carafa interviene in un contesto urbano dove la cittadinanza da tempo denuncia il bisogno di un rilancio della zona e dove la politica ha cercato di raccogliere questa esigenza diffusa seguendo la concezione più moderna: un più complessivo progetto di rilancio dei territori e dei contesti urbani, lanciando un investimento nel patrimonio edilizio, ma indirizzato a un rilancio sociale. L’idea è così di innescare con  la riqualificazione fisica di alcuni quartieri e dei relativi spazi pubblici, la promozione sociale della zona nel suo complesso, in modo da creare terreno fertile per iniziative culturali e sociali, per rafforzare le economie locali, ma soprattutto consentendo la riappropriazione degli spazi tramite il coinvolgimento degli abitanti. Che i cittadini di Piazza Carafa sentano fortemente l’esigenza di riappropriazione è evidente da recenti denunce degli stessi di come gli spazi verdi della piazza siano pieni di immondizie lasciate da chi la notte bivacca nella zona senza rispettarla, percependola come una “periferia” dove il controllo è minimo e la microcriminalità può muoversi. Un problema in realtà comune a molte zone di Chieti Scalo, dove i cittadini sentono le istituzioni lontane, pur trattandosi di un quartiere ben sviluppato economicamente (secondo tuttitalia.it la metà delle filiali bancarie del Comune di Chieti è a Chieti Scalo). Per intenderci non parliamo di un problema presente solo in questa zona, ma di una  sensazione che pur essendo testimoniata dalla stampa locale, è in realtà sintomo di una questione epocale. Se si parla sempre dei Comuni come tra le istituzioni più apprezzate in Italia, tanto che nel sondaggio LaPolis-Demos di Dicembre 2021 il tasso di fiducia è del 45%, in realtà parliamo di meno della metà dei cittadini italiani che apprezzano questa istituzione, pur essendone parte. Per far capire meglio le proporzioni, la Scuola ha il 59% di apprezzamento, quindi viene percepita come più presente (positivamente) nella vita quotidiana. Le città italiane sono storicamente legate allo sviluppo attorno a centri storici, tanto che si parla di età dei Comuni in Italia fin dall'XI secolo, in pieno medioevo. Questo, insieme allo sviluppo urbano iniziato con lo sviluppo delle ferrovie (come dice il nome stesso, Chieti Scalo nasce dallo scalo ferroviario) e cresciuto con il boom economico, ha portato alla nascita del concetto stesso di periferia, ovvero di luogo lontano non solo fisicamente, ma anche psicologicamente dal centro. La concezione moderna delle città cerca di intervenire, su vari livelli, su questa percezione, promuovendo il superamento della divisione in centro e periferia, verso la cosiddetta città “policentrica”, ovvero dove siano create in tutto lo spazio cittadino strutture quali sedi municipali, spazi verdi, centri di servizi. Il tutto seguendo le direttive della politica europea, che chiede che sviluppo vada sempre integrato con la sostenibilità, l’inclusività e la digitalizzazione, in un approccio integrato e multidisciplinare mirato allo sviluppo locale integrale e sostenibile dei quartieri e, in particolare, delle periferie. A evidenziare quanto siano importanti questi tre valori per UE e Italia, pensiamo alle più recenti normative dell’Unione, come l’European Green Deal, il NextGeneration EU Recovery plan, nonché all’attuale Pnrr italiano, creato per essere un acceleratore dell’integrazione europea su tre pilastri fondanti, appunto, ripetiamo, transizione ecologica, inclusione sociale e digitalizzazione. Riuscire a trasferire un approccio integrato anche a livello di sviluppo locale richiede uno sforzo di l’interdisciplinarità, di lavoro sul campo, di forme collaborative di riconoscimento e valorizzazione delle organizzazioni di abitanti e dei soggetti sociali che già lavorano sui territori. L’intervento di riqualificazione di Piazza Carafa è pensato in tal senso, andando oltre la semplice valorizzazione immobiliare, utilizzando fondi per 879064 Euro, di cui 351625 provenienti da risorse di coesione, mentre la parte restante (527000 Euro) è costituita da fondi del Comune. Parliamo di un intervento nell’ambito della politica di coesione, che serve a garantire il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale con l’obiettivo di ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni ed uguagliare le opportunità socio-economiche dei cittadini. In Italia la politica di coesione è finanziata da risorse aggiuntive, comunitarie e nazionali, provenienti rispettivamente dal bilancio europeo (Fondi Strutturali e di Investimento Europeo -SIE- con obbligo di addizionalità) e nazionale (cofinanziamento nazionale ai Fondi Comunitari, Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e risorse del Piano d’Azione per la Coesione). Il Fondo per lo sviluppo e la coesione è, insieme ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo economico, sociale e territoriale mirati ad eliminare (in Italia e nell’Unione Europea) gli squilibri economici e sociali. Ammontano a 46.463 milioni di euro le risorse comunitarie assegnate all’Italia attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei. Tra queste, 33.675 milioni fanno riferimento al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), al Fondo sociale europeo (FSE) e all’Iniziativa occupazione giovani (IOG).

 

E’ importante evidenziare questo perché ci spiega come esistano linee, potremmo dire filiere, che legano anche nei lavori di pertinenza delle municipalità, i cittadini italiani ed europei alle grandi strategie transnazionali e internazionali, che si parli di sviluppo sociale, economico, di lotta ai cambiamenti climatici. La riqualificazione urbana pone il settore immobiliare come prima tappa e caposaldo nella ricerca dell’inclusione (nessun cittadino si deve sentire in “periferia”) e della sostenibilità ecologica, infatti edifici e costruzioni sono fonte del 38% delle emissioni di CO2 globali. L’Italia ha oltre il 50% di immobili con più di 60 anni di vita, quindi a rischio sismico (Fonte Sole24ore e mite.gov).

Dopo aver analizzato il “contesto” nazionale e internazionale, possiamo cogliere meglio le idee alla base della riqualificazione di piazza Carafa, e come si è scelto di procedere. Grazie a 1 milione e 631mila euro di fondi ministeriali e 365mila euro dalla Regione, si sono realizzati: un edificio di 5 livelli per l’edilizia sovvenzionata con 15 appartamenti, una palazzina di 3 piani con 9 appartamenti e, a piano terra, un asilo nido per 30 bambini, e, sul lotto ceduto all’impresa appaltatrice, una palazzina residenziale con 8 alloggi, 8 garage e 6 posti auto privati. L’Amministrazione ha optato per quella che è una urgenza che va incontro al sentirsi “periferia” lamentato dai cittadini, ovvero ridare dignità agli Uffici restituendo ai cittadini di Chieti bassa, quindi non solo della piazza stessa, spazi comunali idonei ai quali rivolgersi. Sul sito Opencoesione è possibile tenere d’occhio i pagamenti monitorati del progetto, che ammontavano nel 2021 (Agosto) a 422.443,99 Euro, di cui risorse coesione pari a 370002 Euro. In particolare è interessante tenere d’occhio la parcentuale dei pagamenti monitorati anno per anno: si è passati dal 5% del 2016, al 7% del 2017, per poi avere maggiori incrementi nel 2018 (15% pari a 139732 Euro) e nel 2019 (33% pari a 297181 Euro), per poi arrivare alla cifra attuale (2021) pari al 48%. La conclusione prevista per il progetto è Dicembre 2022, quando a piazza Carafa saranno attivi l’Anagrafe per il rilascio delle carte d’identità e il ricevimento dei cittadini da parte del Sindaco, anche questo un segno di ricerca di un maggiore “policentrismo” da parte della municipalità . Già da quest’anno è ospitato nella sede della Delegazione comunale uno sportello di Teate Servizi (azienda posseduta dal Comune di Chieti, che si occupa tra le altre cose della gestione delle entrate tributarie ed extratributarie),  nonché l’ufficio dell’Assessore alla Sanità, in un periodo in cui l’importanza delle istituzioni che si occupano di sanità, anche a livello locale, è enormemente cresciuta.