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Team Ficcanaso Autorizzate 1516
Report Lezione 3
Breve descrizione dell'evento realizzato
Il 21 Marzo 2016 non è stato, per noi, soltanto il primo giorno di primavera: eravamo pronte per la prima importante esperienza di esplorazione sul campo, progettata da tempo per trovare riscontro e monitorare dal vivo l'oggetto del nostro progetto: il restauro della fatidica Casa della Venere in Conchiglia dell’arcinota area archeologica di Pompei. La domus era stata aperta al pubblico solo alcuni giorni prima e, varcando l'ingresso degli Scavi, il nostro entusiasmo era alle stelle mentre ostentavamo con orgoglio le spille colorate con il nostro logo. Come una vera e propria troup di giornalisti d’assalto, con tanto di registi, reporter, cameramen, tecnici audio e video, intervistatori e assistenti alla logistica e al trucco (!), abbiamo cominciato le nostre riprese, ma eravamo pronte anche per fare delle interviste ad alcuni importanti protagonisti della nostra storia: il Generale Luigi Curatoli, direttore del Grande Progetto Pompei, il dott. Mattia Buondonno, assistente ai servizi di accoglienza della Soprintendenza archeologica di Pompei, Ufficio Promozione e Divulgazione e la dottoressa Stefania Giudice, direttore operativo del restauro della Domus della Venere in Conchiglia. Avevamo curato con attenzione le domande da fare ai nostri illustri interlocutori e questa circostanza ci è tornata utile soprattutto davanti alla impossibilità, sopravvenuta in quel giorno, di incontrare personalmente il Generale Curatoli. Sarebbe stato possibile solo un’intervista “a distanza” e, via mail, ne abbiamo ricevuto un immediato e indispensabile riscontro. Era dunque arrivato il momento di portare davanti alla nostra macchina da presa il dottor Buondonno. Il suo racconto ci ha stregato: attraverso le sue parole, misurate e colte, la domus prendeva vita riportandoci ai giorni della storica eruzione. Comprendevamo più che mai quale importanza avesse, nell'antica Pompei, la Casa della Venere in Conchiglia, vero centro della vita culturale e sociale della città. I proprietari appartenevano alla gens Satria e i loro ospiti venivano accolti nei sontuosi ambienti che si sviluppavano intorno al giardino. L'affresco della parete sud, che ha reso famosa la domus, dà l'illusione prospettica d'aprirsi sul mare, dove in una rosea conchiglia, resta distesa la Dea Venere, protettrice di Pompei. Il capolavoro pittorico è stato lo sfondo anche dell’intervista condotta alla dottoressa Stefania Giudice a cui abbiamo posto domande sul restauro della domus e degli apparati decorativi della casa: i crolli del 2012 ci avevano particolarmente impressionato e vedere l’antico edificio e i suoi affreschi nuovamente in tutto il loro splendore, accresceva il nostro entusiasmo. La restauratrice, rispondendo alle nostre domande sulla storia e sulle caratteristiche dei lavori svolti, ci ha spiegato come i maggiori danni, a cui si era fatto fronte con il restauro, erano stati causati dalle intemperie, oltre che dall’incuria dell’uomo e che il lavoro di restauro è stato eseguito con scrupolo e con tecniche all’avanguardia. Al termine delle interviste, approfittando della temperaura mite, abbiamo continuato la nostra visita agli scavi, abbiamo scattato tante altre foto, e al termine ci siamo concesse uno spuntino gustando i deliziosi pasticcini preparati dalla nostra compagna Martina.
Anche se è stata una mattinata di intenso lavoro, abbiamo sperimentato che è possibile imparare tanto divertendosi.
Titolo del Report di Monitoraggio
Link a Report di monitoraggio pubblicato su Monithon.it
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Blog Post di racconto
Il 21 Marzo 2016 non è stato, per noi, soltanto il primo giorno di primavera: eravamo pronte per la prima importante esperienza di esplorazione sul campo, progettata da tempo per trovare riscontro e monitorare dal vivo l'oggetto del nostro progetto: il restauro della fatidica Casa della Venere in Conchiglia dell’arcinota area archeologica di Pompei. La domus era stata aperta al pubblico solo alcuni giorni prima e, varcando l'ingresso degli Scavi, il nostro entusiasmo era alle stelle mentre ostentavamo con orgoglio le spille colorate con il nostro logo. Come una vera e propria troup di giornalisti d’assalto, con tanto di registi, reporter, cameramen, tecnici audio e video, intervistatori e assistenti alla logistica e al trucco (!), abbiamo cominciato le nostre riprese, ma eravamo pronte anche per fare delle interviste ad alcuni importanti protagonisti della nostra storia: il Generale Luigi Curatoli, direttore del Grande Progetto Pompei, il dott. Mattia Buondonno, assistente ai servizi di accoglienza della Soprintendenza archeologica di Pompei, Ufficio Promozione e Divulgazione e la dottoressa Stefania Giudice, direttore operativo del restauro della Domus della Venere in Conchiglia. Avevamo curato con attenzione le domande da fare ai nostri illustri interlocutori e questa circostanza ci è tornata utile soprattutto davanti alla impossibilità, sopravvenuta in quel giorno, di incontrare personalmente il Generale Curatoli. Sarebbe stato possibile solo un’intervista “a distanza” e, via mail, ne abbiamo ricevuto un immediato e indispensabile riscontro. Era dunque arrivato il momento di portare davanti alla nostra macchina da presa il dottor Buondonno. Il suo racconto ci ha stregato: attraverso le sue parole, misurate e colte, la domus prendeva vita riportandoci ai giorni della storica eruzione. Comprendevamo più che mai quale importanza avesse, nell'antica Pompei, la Casa della Venere in Conchiglia, vero centro della vita culturale e sociale della città. I proprietari appartenevano alla gens Satria e i loro ospiti venivano accolti nei sontuosi ambienti che si sviluppavano intorno al giardino. L'affresco della parete sud, che ha reso famosa la domus, dà l'illusione prospettica d'aprirsi sul mare, dove in una rosea conchiglia, resta distesa la Dea Venere, protettrice di Pompei. Il capolavoro pittorico è stato lo sfondo anche dell’intervista condotta alla dottoressa Stefania Giudice a cui abbiamo posto domande sul restauro della domus e degli apparati decorativi della casa: i crolli del 2012 ci avevano particolarmente impressionato e vedere l’antico edificio e i suoi affreschi nuovamente in tutto il loro splendore, accresceva il nostro entusiasmo. La restauratrice, rispondendo alle nostre domande sulla storia e sulle caratteristiche dei lavori svolti, ci ha spiegato come i maggiori danni, a cui si era fatto fronte con il restauro, erano stati causati dalle intemperie, oltre che dall’incuria dell’uomo e che il lavoro di restauro è stato eseguito con scrupolo e con tecniche all’avanguardia. Al termine delle interviste, approfittando della temperaura mite, abbiamo continuato la nostra visita agli scavi, abbiamo scattato tante altre foto, e al termine ci siamo concesse uno spuntino gustando i deliziosi pasticcini preparati dalla nostra compagna Martina.
Anche se è stata una mattinata di intenso lavoro, abbiamo sperimentato che è possibile imparare tanto divertendosi.
Immagine in evidenza

Domanda 1
Risposta 1
Domanda 2
Risposta 2
Domanda 3
Risposta 3
Video del Monitoraggio Civico
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Edizione ASOC: 1516
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Scuola di appartenenza:
Liceo delle Scienze Umane "Ernesto Pascal"
POMPEI (NA)
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